Firenze– Pensiero costante rivolto a chi nella nostra società si trova nel bisogno e nello stesso tempo iniziative concrete per rispondere ai cittadini. Questi i binari sui cui si è svolto l’intervento del presidente Enrico Rossi, partito da un dato drammatico: “Nel nostro paese, tra il 2012 e i primi 3 mesi del 2013, 121 persone si sono tolte la vita per situazioni legate a condizioni economiche precarie”. Il presidente ha ricordato la disoccupazione, in particolare quella giovanile, il ricorso agli ammortizzatori sociali, i contratti a breve termine e sottopagati, l’emarginazione dei tanti che non hanno voce.
“Papa Francesco nella sua recente esortazione apostolica ‘Evangelii gaudium’ ci offre una panoramica precisa – ha sottolineato Rossi – i guadagni di pochi che crescono sempre di più e quelli di chi si trova nell’impossibilità di avvicinarsi al bene comune, per una sorta di tirannia invisibile che si muove sempre contro gli ultimi”, ovvero, tornando alla nostra regione, contro un esercito di 120mila persone – il 31 per cento italiani - che, nel 2012, si è rivolto ai centri Caritas toscani.
Di fronte ad una situazione che rischia di esplodere, “mentre la politica nazionale stenta ad allargare interventi per chi è nel bisogno, la Regione ha dato vita ad una serie di iniziative”, ha detto il governatore, che ha ricordato il bonus bebè, gli aiuti per le famiglie numerose o con figli disabili, il “prestito sociale per persone vulnerabili, affidato alle associazioni presenti sul territorio”. L’ultimo pensiero è andato agli “ultimi del consesso civile”, ai reclusi nelle carceri affollate.
Da qui la “soluzione concreta e fattibile avanzata dalla Toscana”: “Su 900 detenuti in sovrannumero circa la metà ha commesso reati legati alla tossicodipendenza. Una parte di questi, circa 300, potrebbe essere indirizzata in strutture diverse con costi inferiori per la comunità”, ha proposto Rossi. “Una soluzione che potrebbe essere ripresa anche da altre regioni”. “La Toscana è punto di riferimento per l’intero paese e anche oltre, per il fascino che continua a suscitare nel mondo – ha concluso Rossi – ci impegneremo perché possa essere sempre accanto a chi ha bisogno, ‘a chiunque lotti per essere libero’, come recita la canzone di Bruce Springsteen, “The Ghost of Tom Joad”, che può continuare a suggestionarci”.
Nella seduta solenne per la Festa della Toscana dedicata a “una comunità: mille voci”, c’è n’è una, di voci, che il presidente Alberto Monaci evoca a più riprese, e rende protagonista del suo intervento. È quella degli ultimi. Ai figli disgraziati della crisi “che aggredisce strati sociali finora impensabili”, il presidente del Consiglio regionale dedica non solo idealmente l’edizione 2013 della Festa del 30 novembre. Ospite e relatore della seduta solenne in palazzo Panciatichi, infatti, è il vice direttore della Caritas Italiana Francesco Marsico, che sostituisce il direttore, Monsignor Francesco Soddu.
Al centro dell’emiciclo della sala del Consiglio una poltrona vuota, con il manifesto “Posto occupato” e un drappo che ricordano la mobilitazione contro la violenza alle donne; fuori dell’aula i manifesti e il materiale informativo della colletta alimentare, l’altra iniziativa a cui il Consiglio ha aderito e che si svolge oggi in tutta Italia, in soccorso a chi ha bisogno di aiuto alimentare. La Festa che ogni 30 novembre celebra l’abolizione della pena di morte voluta dal granduca Leopoldo, quest’anno in particolare si svolge in “un contesto economico e sociale difficile”, ricorda il presidente.
È una Festa “certo ridimensionata nei costi, perché diversamente non sarebbe possibile e soprattutto giusto”, ma comunque celebrare un atto di civiltà “non può essere lo sfizio di un’istituzione, ma l’obbligo cui essa deve adempiere”. Anche in rappresentanza di quella voce che, “tra mille, spesso non sentiamo perché non trova spazio nei mezzi d’informazione: quella dei poveri, degli emarginati”. Pur in presenza “di servizi di buon livello”, mutamenti demografici e tagli ai finanziamenti pubblici si fanno sentire anche nella nostra regione.
La povertà agguanta soprattutto “famiglie fragili e persone sole, nuclei che faticano a mantenere la casa e ad arrivare a fine mese”. La Toscana in questo ha un elemento di forza che viene dal nostro contesto, rappresentato dal senso di comunità e dalla responsabilità comune verso gli altri, “il cosiddetto capitale sociale che non va disperso, ma curato e rafforzato”, dice Monaci. La chiave sta “nella garanzia pubblica dei diritti sociali”, nella centralità della persona e del ruolo della famiglia, nella “sussidiarietà circolare tra amministrazioni pubbliche, terzo settore e imprese”, per arrivare a un “patto di comunità su qualità della vita, sicurezza, promozione sociale e contrasto alla povertà”.
La povertà è insomma tornata drammaticamente attuale, così come nel secondo dopoguerra, quando era devastante; “non ce ne vergognavamo ieri e non c’è da vergognarsene oggi”. Monaci cita quanto detto dal Pontefice recentemente, riferendosi alla Caritas Italiana - “la forza della comunità cristiana è far crescere la società dall’interno” -. Le istituzioni, continua il presidente, devono “ricominciare a seminare speranza”, perché, come diceva Paolo VI “la Politica è una forma alta di carità”.
Nelle nostre assemblee legislative, “possiamo e dobbiamo rimettere al centro del dibattito i temi che non hanno richiamo, ma che nel loro silenzio assordante urlano alle coscienze di ognuno”. Le scelte devono venire a corredo, sulla scorta però della vera, grande questione: “superare l’assioma per cui bisogna separare la sfera economica e sociale”. Meglio: “La crescita economica non è affatto sinonimo di sviluppo”, e “lo sviluppo umano è un processo ben diverso dall’aumento del Pil”.
L’idea secondo la quale “da un lato c’è l’efficienza economica, dall’altro i non efficienti e cioè la sfera del sociale, che ha come obiettivo la solidarietà”, è un portato della modernità che va superato. Insomma, di qua il mercato efficiente, di là lo Stato con la solidarietà è “una contraddizione”, un “modello che ci ha frastornato”. Ora “bisogna ribaltare tutto ciò e far sì che l’efficienza sia legata alla solidarietà e viceversa”. In questo senso un input importantissimo arriva dalla contemporaneità più stretta.
“I giovani di oggi sono Toscani, Italiani e al contempo Europei”, sono le generazioni di chi viaggia da un Paese all’altro; studia qui o in altri Paesi europei continuando a sentirsi ovunque a casa propria. “Diventando più Europei non si sentono sicuramente meno Italiani o Toscani” – dice Monaci -, perché “un'identità più complessa è anche una comunità più ricca e più forte”. Dopo la seduta solenne, ha preso il via con la premiazione dello scrittore toscano 2013, l’edizione invernale di Palazzo Aperto, il tradizionale appuntamento, promosso dal Consiglio regionale e nato per avvicinare i cittadini alle istituzioni.
Sono iniziate anche le visite nelle sale dell’Assemblea toscana, le guide accompagnano i cittadini nel viaggio alla conoscenza della storia dei palazzi delle istituzioni, Panciatichi, Covoni-Capponi e Bastogi. È Alberto Prunetti con il suo libro “Amianto” (edito da Agenzia X) lo scrittore toscano 2013. Tre ex aequo per i premi speciali che sono andati a Paola Bigozzi “Sempre accesa è la notte”, Pier Luigi Ricciarelli “Vocazione uomo” e Mario Lancisi “Don Puglisi, il vangelo contro la mafia”.
Oltre venti i premi consegnati: premi selezione, menzioni, riconoscimenti, premio on line, premio tradizione toscana e premio anche al più giovane scrittore. Nel libro di Prunetti, la storia e la vita di Renato si intersecano nell’Italia del boom economico con il rovescio della medaglia e il conto da pagare al progresso e al lavoro. Prunetti “venuto al mondo a Piombino, la città industriale del ferro – come si legge nelle motivazioni –, e concepito a Casale Monferrato, la capitale del lutto e dell’amianto”, ci conduce, attraverso la storia del padre operaio in uno spaccato di Italia e di Toscana che è quello delle bombe ecologiche industriali create in nome dello sviluppo.
Renato Prunetti, operaio tubista e saldatore, fiero della sua professione, per svolgere il suo lavoro doveva coprirsi d’amianto e non sapeva che quell’amianto lentamente lo avrebbe ucciso. Una riflessione sul senso del lavoro che tocca anche l’oggi e lo stesso autore (ancora precario). “Un libro – ha detto lo scrittore – che non avrei mai voluto scrivere perché è nato sulla pelle di mio padre”. Alla cerimonia di premiazione sono intervenuti il consigliere regionale Eugenio Giani, il presidente dell’associazione Fiera del libro toscano Franco Polidori e il vicesindaco del Comune di San Miniato, Chiara Rossi. Questa mattina al centro di Piazza Beccaria a Firenze i radicali dell' Associazione "Andrea Tamburi" hanno letto i nomi dei detenuti morti in carcere dal 2000 ad oggi: all'interno di una cella allestita per l' occasione sono state lette a turno le 2229 tragiche morti con nome, cognome e relativo istituto penitenziario.
L'iniziativa dal titolo "Aboliamo la morte per pena" è stata organizzata in occasione del ricordo dell'abolizione della pena di morte e rientra nella storica lotta del Partito Radicale che da anni chiede una giustizia più giusta. Con l’edizione 2013 della Festa della Toscana, torna il consueto appuntamento in musica con il concerto a cura di Contempoartensemble. L’appuntamento è per lunedì 2 dicembre alle 21, nella sala delle Feste a palazzo Bastogi (via Cavour, 18). La voce di Laura Conti sarà diretta dal maestro Mauro Ceccanti in “Giorgio Gaslini recital song book (2008): 16 songs da ‘Song Book’ per voce femminile e sei strumentisti, trascrizioni originali dell’autore per Mauro Ceccanti e Contempoartensemble”.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti. I biglietti potranno essere ritirati all’Urp del Consiglio regionale in via de’ Pucci, 24 r, domani, dalle 9.30 alle 13.30 oppure sabato 30 novembre durante l’iniziativa Palazzo Aperto in via Cavour 4 dalle 12 alle 19. Per informazioni scrivere a urp@consiglio.regione.toscana.it