Lo sviluppo umano non può prescindere dal rispetto dei diritti. Il lungo e difficile cammino per il miglioramento delle condizioni di vita va avanti, ma in un mondo dominato dalla crescente integrazione economica sono necessari un impegno maggiore dei paesi ricchi versi quelli poveri e un processo di “globalizzazione” anche per i diritti umani, “che devono essere soddisfatti ovunque e con la stessa serietà”. E’ quanto afferma l’edizione 2000 del Rapporto sullo sviluppo umano, presentato stamani nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio dall’Undp (Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), presenti il sindaco di Firenze e presidente dell’Anci (associazione dei comuni italiani) Leonardo Domenici, il rappresentante dell’Onu in Italia Staffan De Mistura, il rappresentante Udndp in Kuwait Costante Muzio e Filippo Mannuzzi, vicesegretario nazionale di Mani Tese.
Il Rapporto è stato presentato contemporaneamente in varie città e capitali del mondo: Firenze è stata scelta come sede per l’Italia.
Il Rapporto, giunto all’undicesima edizione, fornisce una serie di statistiche che “fotografano” la situazione dello sviluppo umano nel mondo e aggiorna la classifica di 174 paesi in base alla speranza di vita, l’istruzione e il reddito. L’Italia quest’anno occupa il 19° posto, mentre al primo posto c’è il Canada, seguito da Norvegia e Stati Uniti; ultimi Sierra Leone e Niger.
Il tema conduttore di questa edizione è per la prima volta il rispetto dei diritti umani, che sono indicati come “strumenti complementari” per lo sviluppo e come indispensabile requisito per procedere nella lotta contro la povertà. Dove non c’è il rispetto dei principi sanciti dalla Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, non ci può essere un reale miglioramento delle condizioni di vita. Un aspetto questo che oggi ha voluto sottolineare anche Giovanni Paolo II: dopo l’Angelus il Papa ha espressamente citato il Rapporto ed ha affermato che “la lotta alla povertà è una delle più grandi sfide che si presenta all’umanità nel nuovo millennio.
Il cibo necessario, l’assistenza sanitaria, l’educazione, il lavoro non rappresentano soltanto degli obiettivi di sviluppo: essi sono diritti fondamentali, negati ancora, purtroppo, a milioni di essere umani. Diritti umani e sviluppo umano devono procedere insieme, ma è necessaria una più forte collaborazione internazionale a favore dei popoli più svantaggiati”.
Nel Rapporto presentato stamani, se da un lato i dati più impressionanti riguardano le povertà e la miseria, dall’altro vengono indicati anche alcuni significativi passi avanti.
Ci sono oltre 100 milioni di bambini che vivono e lavorano nelle strade; ci sono quasi 600 milioni di persone dei paesi più poveri che hanno un reddito complessivo annuale di 146 miliardi di dollari, contro i mille miliardi delle 200 persone più ricche del mondo; c’è ancora un tasso di mortalità infantile, anche in paesi dove il reddito pro capite non è da ultimi posti, che fa capire quanto ancora si deve investire per l’assistenza sanitaria; un miliardo di persone non ha l’acqua potabile.
Dall’altra parte, c’è il diffondersi ormai in quasi tutti i paesi del suffragio universale (nel 1900 nessuno stato lo prevedeva) e c’è il dimezzamento dell’analfabetismo nella popolazione adulta (anche se il problema si sta riproponendo, per esempio negli Stati Uniti).
Il rapporto infine sottolinea l’importanza di incidere nei negoziati commerciali, che con la globalizzazione e le continue scoperte della scienza hanno sempre più conseguenze sulle condizioni vita e sugli stessi diritti umani.
Ogni anno a partire dal 1990, il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo ha commissionato il Rapporto sullo sviluppo umano a un'équipe indipendente di esperti che esaminano i principali aspetti di preoccupazione a livello globale.
Il Rapporto va oltre la valutazione del reddito pro capite quale misura del progresso umano, confrontando questa variabile con altri fattori quali la speranza di vita media, l'alfabetizzazione e il benessere generale. Esso sostiene che lo sviluppo umano è un "processo per aumentare le scelte a disposizione delle persone".
Il Rapporto sullo Sviluppo Umano è pubblicato in italiano da Rosenberg & Sellier Editori in Torino
Via Andrea Doria, 14 10132 Torino
Tel. 39/11/8127820; fax 39/11/8127808; e-mail: grosenb@tin.it
Diciannovesima su 174 paesi: l’Italia esce più che discretamente dal confronto con gli altri paesi del mondo.
“Una buona posizione che evidenzia un grande miglioramento ”, commenta così il rappresentante delle Nazioni Unite in Italia Staffan de Mistura nel corso della presentazione del rapporto sullo sviluppo umano 2000, pubblicato dalle Nazioni Unite , svoltosi oggi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. “Ovviamente dipende dagli indicatori , ma sulla qualità della vita, uno dei criteri fondamentali dello sviluppo umano, che non è fatto solo di denaro, l'Italia è ben piazzata”. Ciò significa che la salute, la durata dell’età media, l’alfabetizzazione, la posizione della donna stanno migliorando.
“Va molto bene nel settore della lunghezza della vita, di coinvolgimento delle donne nella realtà dell’economia del paese e della politica, dell’alfabetizzazione, anche digitale” dice de Mistura. E sulle donne il rappresentante Onu fa una riflessione sottolineando che l’Italia è ancora debole sul terreno del coinvolgimento politico femminile “Solo il 10% del totale delle donne è coinvolto nella rappresentanza politica”. Altri passi da fare sono sulla rapidità dell’esecuzione della giustizia e riguardo alla povertà di alcuni strati della società.
Il rappresentante Onu ha fatto anche alcune osservazioni sulla democrazia: “non è sufficiente che sia data la possibilità di votare perché siano rispettate le minoranze. Lo abbiamo visto in varie nazioni. Deve esserci un sistema nel quale le minoranze possano esprimersi e compartecipare alla gestione economica del paese”
Filo conduttore di tutto l’incontro a cui erano presenti anche il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, il rappresentante Undp Costante Muzio e il Vicepresidente di Mani Tese Filippo Mannuzzi, è stato il collegamento fra diritti umani e sviluppo e l’eliminazione della povertà “obiettivo che ogni Stato si deve porre”, sottolinea Mistura, come l’abbattimento delle differenze ricchi e poveri che invece di diminuire, in senso assoluto è aumentata.
“Dimezzare la povertà nel mondo entro il 2015”.
E’ l’appello lanciato da Costante Muzio, rappresentante Undp in Kuwait, stamani in Palazzo Vecchio durante la presentazione del rapporto sullo sviluppo umano 2000. “E’ necessario accelerare questo processo – ha detto ancora Muzio – e per questo sono da prendere in considerazione tre indicatori, che riguardano il livello della salute, dell’educazione e del reddito. Stiamo cercando di stabilire un vincolo più diretto possibile tra sviluppo umano e diritti. Francamente il rapporto fa uno sforzo metodologico in questo senso.
In altre parole vogliamo dire che lo sviluppo umano, quello sostenibile, è possibile soltanto a certe condizioni di diritti”. Muzio ha ricordato anche una serie di cifre che debbono far riflettere: “Un miliardo di essere umani non hanno acqua potabile, 250 milioni di bambini sono sfruttati fin dalla più tenera età, una donna su tre è stata vittima di violenza, in pochi anni il rapporto fra ricchi è poveri è passato da 3 a 1 a 72 a 1”. Concludendo Muzio ha detto che è necessaria “una forte e decisa azione internazionale.
Presupposti principali sono: una cooperazione allo sviluppo, finora condizionata dall’azione di certi governi, il coinvolgimento delle multinazionali, il rafforzamento degli approcci regionali, quello del sistema di Pace e dei meccanismi per i diritti umani”.
“Sono particolarmente onorato che la nostra città sia stata scelta dalle Nazioni Unite come sede italiana di un avvenimento così importante. Credo che questo dipenda dal ruolo, dalla tradizione e dall’immagine di Firenze, che noi come amministrazione abbiamo voluto rilanciare”.
E’ con queste parole che il sindaco di Firenze Leonardo Domenici ha aperto la presentazione dell’edizione 2000 del Rapporto sullo sviluppo umano dell’Undp (programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo), che si è tenuta stamani nel Salone di Cinquecento in Palazzo Vecchio. “In questa sala – ha detto ancora il sindaco – che è il cuore della storia e della politica della nostra città, negli ultimi mesi abbiamo ospitato il vertice dei capi di stato sul Riformismo e abbiamo accolto il segretario generale dell’Onu Kofi Annan.
Oggi la presentazione del Rapporto conferma la nostra volontà di dare a Firenze un ruolo importante nel campo dei diritti umani. Da qui è partito l’appello alle città del mondo per la campagna ‘Sdebitarsi’, per la cancellazione del debito dei paesi poveri. E mi fa piacere registrare il fatto – ha continuato Domenici – che proprio in questi giorni alla Camera si è votato il disegno di legge su questo tema, con la cancellazione di ottomila miliardi, che potrebbero diventare dodicimila; ora la parola passa al Senato.
Ma noi possiamo ulteriormente ‘farci sentire’ perché l’approvazione sia rapida e possa avvenire prima del vertice del G7 a Okinawa, dove l’Italia potrebbe presentarsi con questo importante risultato”. Riferendosi più direttamente ai temi del Rapporto, il sindaco va voluto sottolineare un aspetto importante: quello della connessione fra sviluppo e libertà, “condizione essenziale – ha detto – anche per le libertà personali e per la capacità delle istituzioni di rappresentare un punto di riferimento per chi crede nella democrazia”.
Ma sul fronte dei diritti umani, ha sottolineato il sindaco, non ci sono solo le istituzioni: “il principio del rispetto va esteso anche agli attori privati del mercato internazionale, che oggi hanno un potere maggiore degli stessi governi”. Domenici infine ha ricordato le parole del Papa, che dopo l’Angelus ha fatto riferimento espressamente al Rapporto “sottolineando come nella lotta contro la povertà sia importante la connessione fra diritti umani e sviluppo”.