FIRENZE - Nonostante la crisi, il settore dei servizi pubblici locali in Toscana va bene. Cresce il fatturato, con la sola eccezione del trasporto pubblico locale. Il personale è sostanzialmente stabile. Ma soprattutto crescono gli investimenti, di oltre un quarto dal 2011 al 2012 e confermati anche per il 2013: particolare non di poco conto, visto che sul livello dei servizi pubblici si misura anche la competitività di un territorio e servizi pubblici più moderni possono dunque aiutare l'economia e l'attrazione di nuove imprese.
Un quadro che conferma i servizi pubblici locali come un settore anticiclico, capace di dare un contributo importante alla crescita del Paese. Nello stesso periodo gli investimenti sul complesso dell'economia sono infatti diminuiti: in Toscana del 6%. I dati, che riguardano il 2012 e le previsioni per il 2013, sono contenuti nell'indagine annuale che Uniocamere Toscana e Confservizi Cispel Toscana realizzano dal 2012 per monitorare il settore dei servizi pubblici, presentata oggi dal presidente di Unioncamere Toscana Vasco Galgani, dal direttore di Confservizi Cispel Toscana Andrea Sbandati e da Andrea Cardosi del centro studi di Unioncamere Toscana, alla presenza dell'assessore regionale all'ambiente ed energia Annarita Bramerini e del direttore di IRPET, l'istituto di programmazione economica della Toscana, Stefano Casini Benvenuti.
L'indagine ha coinvolto imprese di medie e grandi dimensioni con almeno 50 addetti che operano in tutta la regione. Nel paniere quelle che gestiscono rifiuti solidi urbani (Rsu) pesano per il 53,5%, il 18,6% è rappresentato dalle imprese del servizio idrico, il 16,3% da imprese di trasporto pubblico (TPL) e l'11,6% da imprese di distribuzione del gas. Fatturato in crescita - Complessivamente nel 2012 il fatturato delle imprese analizzate è cresciuto dell'1,6%, grazie alla spinta dei settori gas (+5,1%) ed idrico (+3,9%) che confermano sostanzialmente il ritmo di crescita del 2011 in cui erano stati considerati in aggregato (+5,2%); 2012 positivo anche per le aziende rifiuti (+1,7%), mentre si conferma in flessione il settore del Tpl (-0,9%; -3,5% nel 2011).
Nel 2013 non ci dovrebbero essere eccessivi scossoni: le percentuali di quanti hanno indicato aumento o stabilità sono pressoché identiche (38%), superiori alla quota di imprese (24%) che stanno consolidando fatturati in diminuzione. Volano gli investimenti - Ancora più del fatturato sono cresciuti gli investimenti: + 27,32% nel 2012, rispetto al ben più magro +3,2% del 2011. Aumentano anche i costi di produzione (+2,9%, il doppio della crescita registrata nel fatturato). Sostanzialmente stabile è il numero degli addetti, solo lievemente in diminuzione (-0,7%), che si traduce in un centinaio di posti lavoro in meno: per lo più contratti a tempo determinato non rinnovati e personale andato in pensione, con una quarantina di contratti a tempo indeterminato in più, che sicuramente è una buona notizia. Per lo più contratti a tempo indeterminato - Scendendo nel dettaglio, nel campo della dinamica occupazionale si segnala infatti la larghissima presenza di addetti a tempo indeterminato (oltre il 96% in tutti i settori) e una ridotta componente di contratti a tempo determinato e di altre tipologie di contratto.
Viene sostanzialmente confermata la distribuzione degli addetti per categoria di inquadramento rilevata con l'indagine dell'anno passato con il 68,7% di operai, il 28,1% di impiegati, il 2,2% di quadri e il 0,9% di dirigenti. Tale distribuzione media rappresenta maggiormente i comparti Tpl e Rsu, mentre nei comparti idrico e distribuzione gas l'indagine rileva una quasi parità tra impiegati e operai (idrico 49,3% impiegati e 46% operai, Gas 51,4 Impiegati e 39,6% operai). Per l'anno 2013 il 65,6% delle imprese prevede una stabilità del numero degli addetti; una diminuzione del numero degli addetti è prevista nel settore del Tpl, dove il 75% delle imprese effettua una previsione in riduzione.
Solo l'8% purtroppo ha dichiarato l'intenzione di aumentare il personale. Investimenti in crescita, ma non per tutti – Nel 2012 gli investimenti sono cresciuti a ritmi sostenuti (+27,32%) ma non per tutti. Il traino è stato molto forte nello spaccato dei Rsu (+39,7%) ed anche nei Tpl (+32,1%); positiva, seppur di entità più contenuta, la dinamica nell'idrico (+6,5%), mentre si rileva una battuta d'arresto fra gli operatori del gas (-8,2%). Il 2013 è contraddistinto da aspettative in sostanziale equilibrio visto che dovrebbe esserci un aumento degli investimenti per il 35% degli imprenditori e una diminuzione per lo stesso numero di imprenditori; il restante 30% ha dichiarato investimenti sostanzialmente stabili rispetto al 2012.
Sul dato degli investimenti le imprese dei servizi pubblici locali hanno dichiarato un'incidenza media del 12% dei contributi pubblici rispetto agli investimenti realizzati. Produrre costa di più - Crescono complessivamente del 3% i costi della produzione, in particolare per Tpl (+4,7%) ed acqua (+4,3%), di meno per rifiuti (+1,1%) e gas (+0,8%). Fra tutte le voci di costo hanno inciso soprattutto i forti rialzi per energia e combustibile (+12,2%), per le spese legali e le gestioni del contenzioso (+11,4%; per il +40% del settore gas) ed in misura più contenuta per le assicurazioni (+5,7%) del parco auto.
Si riduce, invece, il costo del personale (-0,3%). Per il 2013 la tendenza è di un ulteriore aumento dei costi per le imprese: la quota di quanti registrano accelerazioni dei costi (44,9%) è superiore infatti di cinque punti rispetto alla percentuale delle flessioni (39,7%), mentre per il 15% degli imprenditori l'annualità è all'insegna della stabilità. Pagamenti lumaca - Complice la crisi (e i tetti imposti dal patto di stabilità), aumentano anche i tempi di pagamento. Cartelle e bollette sono state mediamente saldate dagli utenti privati, nel 2012, con un ritardo di 156 giorni rispetto alla scadenza e con 195 giorni di ritardo dalle pubbliche amministrazioni.
Più nel dettaglio per i rifiuti il ritardo della pubbliche amministrazioni è salito da 172 giorni del 2011 a 299 del 2012. Nel settore gas sempre le pubbliche amministrazioni nel 2012 hanno raggiunto quasi l'anno di ritardo (337 giorni), mentre gli altri utenti, per lo stesso servizio, si fermano a circa 50 giorni. Per il saldo delle bollette del servizio idrico le parti si invertono: le pubbliche amministrazioni pagano mediamente dopo 158 giorni dalle scadenza, cinque mesi dopo, mentre gli altri utenti salgono a 171, un paio di settimane in più. Dati che l'assessore all'ambiente e all'energia Anna Rita Bramerini ritiene importantissimo, per più motivi. "Più investimenti, di cui i servizi pubblici locali hanno sicuramente bisogno – spiega Bramerini, durante la conferenza stampa per presentare il rapporto – vuol dire servizi migliori per cittadini e imprese.
Vuol dire anche posti di lavoro quando i fatturati crescono, che in un periodo di crisi non guasta. Vuol dire territori più competitivi, capaci di attrarre nuove aziende. I numeri dell'indagine di oggi sono dunque importanti". " E gli investimenti sono forse anche più numerosi – aggiunge –, se sommiamo quelli messi in campo dalla Regione". Investimenti, razionalizzazione e semplificazione sono i cardini attorno a cui ruotano le politiche regionali. "Nel 2011 – ricorda l'assessore Bramerini – abbiamo ridotto da sei ad uno gli Ato dell'acqua, per i rifiuti gli ambiti ottimali sono passati da dieci a tre.
E non si tratta solo di un taglio ai cosiddetti costi della politica, in senso lato. Meno ambiti significa maggior uniformità, migliore armonizzazione delle tariffe ma anche più capacità di programmazione e quindi, di nuovo, accelerazione e migliori investimenti". "L'intenzione è quella di proseguire sulla stessa strada" conclude l'assessore, ricordando i lavori in corso sul nuovo piano dei rifiuti. Andrea Sbandati, direttore di Confservizi Cispet Toscana: "I dati che presentiamo oggi confermano come il settore dei servizi pubblici locali sia uno dei pochi comparti economici che, dinanzi ad una crisi destinata a durare ancora a lungo, regge nei valori di produzione e di occupazione, ad eccezione dei trasporti a seguito dei tagli.
E' un settore nel quale di conseguenza si può e si deve puntare, per attivare in tempi rapidi investimenti necessari alla ripresa e alla crescita e in parte già previsti e solo bloccati dalla staticità di determinate decisioni politiche come nel campo della tariffa idrica e rifiuti, e per garantire quella occupazione che si stamantenendo su livelli importanti se non addirittura migliorando, come nel settore dei rifiuti." Vasco Galgani, presidente Unioncamere Toscana: "Nei servizi pubblici locali il 2012 si è chiuso con risultati positivi confermati da aspettative sostanzialmente stabili per il 2013.
La crescita risulta molto sostenuta negli investimenti (+27,3%), un dato significativo perché in controtendenza rispetto al resto dell'economia regionale. Le criticità però non mancano, a iniziare da quelle evidenziate dalla riduzione del numero di occupati (-0,7% nel 2012 e un'ulteriore riduzione nel 2013) e dai costi della produzione in rialzo, a causa degli aumenti delle spese legali, del contenzioso, di energia e combustibile. Pur condividendo le ragioni legate al Patto di Stabilità, i ritardi nei pagamenti delle semplici bollette da parte delle pubbliche amministrazioni evidenziano una situazione paradossale che pesa sui bilanci delle imprese che operano sul territorio: 337 giorni medi di ritardo nel settore gas, 299 per i rifiuti solidi urbani e 158 per l'acqua. Da parte del Sistema camerale rinnoviamo l'impegno a sostenere iniziative di studio e monitoraggio, come quella che ha prodotto i risultati che presentiamo oggi e la prossima sugli investimenti.
Strumenti che possono essere un utile servizio alle imprese per migliorare le condizioni in cui operano quotidianamente". Stefano Casini Benvenuti, direttore di Irpet (istituto di programmazione economica della Toscana): "I servizi pubblici locali si confermano un settore importante per l'economia. Per la Toscana appare evidente dai numeri. Ma al di là della congiuntura specifica, il ragionamento più interessante è forse quello sul medio periodo. La crisi porterà ad un cambiamento delle abitudini.
La crisi porterà, ancora per i prossimi anni, ad un'ulteriore erosione dei posti di lavoro. Diventa così fondamentale puntare e investire nei settori, come i servizi pubblici, dove i posti di lavoro possono crescere e crescono anche con contratti non precari". Il direttore dell'Irpet si sofferma poi sui trasporti pubblici locali. "Il taglio, che si è ripercosso su una riduzione degli investimenti, è stato un errore: in futuro la richiesta di trasporto pubblico, in conseguenza della crisi che sta modificando i nostri comportamenti, aumenterà".
Alla fine un annuncio: "Lo spaccato sui servizi pubblici locali sarà inserito, fin dalla prossima edizione, nel rapporto annuale dell'Irpet sull'economia toscana".