Firenze – Un lungo faccia a faccia per spiegare, raccontare, mostrare “fuori da ogni retorica” che cosa fa il Difensore civico regionale. Lucia Franchini presente all’incontro “Dalla parte del cittadino”, nella sala Gigli di palazzo Panciatichi, con il corredo che le è valso anche la carica di coordinatore nazionale dei difensori civici delle Regioni e delle Province autonome: la collaborazione sui territori e in tutta la Toscana con l’associazionismo, per agganciare sempre di più il mondo “reale” e farne il naturale interlocutore nei rapporti con la pubblica amministrazione, e nei conflitti con essa.
Franchini cita il protocollo d’intesa siglato con Cesvot, nel 2011. Accanto al Difensore toscano Ludovica Lucifero, dell’A.N.D.E (Associazione nazionale donne elettrici) Firenze, che ha promosso l’iniziativa e che coordina il confronto. Franchini torna al punto, quello della difesa gratuita nelle controversie, dell’assistenza in una gamma vastissima di casi; dalle forniture e le bollette – acqua, gas, energia elettrica – ai rapporti con le telefonia; dai tributi all’accesso agli atti.
Eppoi privacy, diritto allo studio, immigrazione, handicap, poste e trasporti locali. Il tema, in effetti, va molto oltre i rapporti con la pubblica amministrazione perché investe lo stesso concetto di equità. Dice Franchini che bisogna “superare i nostri limiti”, riferendosi da un lato proprio al mondo dell’associazionismo, che “guarda con un certo distacco all’ambito istituzionale, specialmente quando si tratta d’iniziative di tipo culturale e formativo, privilegiando le proprie modalità e i propri percorsi di elaborazione”.
Dall’altro, nella prassi dei difensori civici, c’è l’attenzione alla casistica, al trattamento dei casi specifici “e una conseguente tendenza al tecnicismo giuridico-amministrativo”, accanto “alla più generale sottovalutazione dagli stessi organi di governo”. Nella sala Gigli di Palazzo Panciatichi i termini si fanno diretti: nel concreto vengono presentati i campi d’azione della difesa civica, le modalità di contatto tra le persone e l’ufficio, come si svolgono i casi, quali rapporti corrono con le istituzioni e i servizi pubblici della Toscana.
Dal pubblico arrivano segnalazioni, critiche, encomi, spunti di riflessione: “E’ esattamente questo che vogliamo” chiarisce il difensore toscano. Quella che Franchini disegna, a tu per tu con il pubblico, è una sinergia virtuosa, nella quale l’associazionismo diventa centro di ascolto e di indirizzo dal territorio verso gli uffici del Difensore stesso. Lo scopo è “tentare insieme di rendere meno difficile l’esistenza soprattutto di coloro che più ne hanno bisogno e che meno conoscono gli strumenti a loro tutela”.
I conflitti, i contenziosi “non sono malattie da curare e da estirpare dal tessuto sociale, è la loro gestione che può divenire patologica o comunque inefficace”.