I vertici istituzionali servono, permettono agli addetti ai lavori di scambiarsi informazioni importanti e confrontarsi quotidianamente con le difficoltà logistiche che il controllo di una città capoluogo di regione inevitabilmente presenta. Oggi si è tenuta la riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza a Palazzo Medici Riccardi, presieduto dal prefetto Luigi Varratta: hanno partecipato i vertici provinciali delle forze dell'ordine, l'assessore comunale Stefania Saccardi, l'assessore provinciale Antonella Coniglio e il responsabile nazionale della sicurezza dell'Associazione Bancaria Italiana, Marco Iaconis.
La notizia: Sono aumentate le rapine in banca nei primi sei mesi del 2013, situazione analoga in provincia. Non è tutto. Le rapine sono state compiute, dati alla mano, con una certa spavalderia, spesso a volto scoperto e senza l'uso di armi, puntando sulla forte suggestione operata attraverso le minacce. Fino a qualche anno fa non si sarebbe mai parlato di "problema sicurezza" e anche oggi Firenze fa fatica a riconoscersi nel ruolo di città particolarmente sensibile. Certo, potremmo pensare che sia colpa dei giornalisti e che la cronaca abbia il brutto vizio di seguire l'onda: così quel che solitamente finisce nelle brevi, compare in prima pagina.
Negli ultimi mesi però, tra scippi, rapine, spari di armi da fuoco e fughe per la città, fino ai furti consumati in strada ed in appartamento, sempre più associazioni, sia di categoria che civiche, hanno chiesto di poter avere voce in capitolo attraverso incontri ed audizioni usate come verie e proprie valvole di sfogo per esternare problematiche territoriali. A condire la cronaca anche i reati compiuti contro il patrimonio pubblico, dalle statue danneggiate ai ponti imbrattati fino ai cupoloni firmati. Qualcosa è cambiato.
Non si può parlare di vere è proprie 'ronde', ma da sempre più fronti arrivano sul tavolo del Prefetto Luigi Varratta, ipotesi e proposte che vedono impegnati i cittadini in prima persona nella sorveglianza della città, quasi a voler dare una svegliata generale ad una situazione di profondo torpore ravvisata come indifferenza. E l'indifferenza fa paura. Si va dalle sentinelle al personale del servizio civile, passando per gli angeli, i militari ed i pensionati. Abbiamo chiesto al Prefetto di Firenze, Luigi Varratta, quali siano le prospettive sul tema: "Sin dal mio arrivo a Firenze ho notato che c'è un buon controllo sociale e dove c'è un buon controllo sociale è più difficile che la criminalità riesca ad infiltrarsi: in questi giorni la mia scrivania è piena di proposte per combattere il degrado ed affermare la legalità.
Sono disposto ad esaminarle tutte con i soggetti interessati a partire dal Comune fino alle forze dell'ordine. Vediamo se i contenuti sono buoni non mi tiro indietro, l'importante è rendere compatibili e conciliabili le varie proposte. Dico sempre che la lotta per affermare la legalità la dobbiamo fare tutti insieme, un impegno di tutti non delegabile solo alla magistratura, dal cittadino alle istituzioni locali, alle realtà sociali, e spetta anche a noi". Il Procuratore di Firenze Giuseppe Quattrocchi concorda e ce lo spiega in modo più tecnico, facendo un preciso e netto distinguo: "Non sono favorevole alla partecipazione diretta dei cittadini se questo significa fare le ronde.
Il cittadino deve sentirsi cives deve avere la capacità di sapere che il suo contributo è un momento essenziale dell'accertamento dei fatti e se questi fatti sono reato anche del perseguimento dei fatti di reato". Ma è il degrado sociale che comporta la criminalità? Un degrado che partendo dal muro imbrattato arriva al compimento di atti criminosi in virtù di un matematico susseguirsi di intenti? Gli atti vandalici contrastano con la natura di città museo, così come furti, scippi e rapine non si addicono ad una località turistica unica al mondo.
Firenze che intende vivere di turismo e che ha capito oramai di poter fare affidamento solo sullo straniero per mantenersi competitiva agli occhi del mondo non può permettersi neppure scivoloni sul tema dell'integrazione e quindi gli inquirenti sono costretti a muoversi su un terreno particolarmente delicato con sempre meno uomini e mezzi e, se non fosse un sacrilegio all'onore della Patria e della divisa anche solo pensare una ipotesi simile, con meno convinzione. Allora scatta la domanda ingenua, ma le istituzioni, i poteri forti e la politica dove sono? Il nemico da combattere non è ravvisabile in un soggetto lombrosiano che può essere scovato girando per le strade oscure con una torcia in mano.
Mai pensato all'ipotesi che l'Italia stia attraversando una crisi imbarazzante a livello economico, ma ciò che più conta a livello sociale? Nemico, oggi, è chiunque manchi di rispetto al senso civico comune. Sui media nazionali Firenze è apparsa come la città dell'antiMovida: le ordinanze contro l'abuso di sostanze alcoliche, il coprifuoco imposto ai locali per mitigare il fenomeno delle bevute a poco prezzo. Le vetrine del centro storico tappezzate di "Bevi 4 paghi 2" non sono risultate una gran bella pubblicità a dire il vero.
Paradossalmente però, pensandoci bene, non sembra essere questo il male maggiore e non è certo la sentinella che può levare un bicchiere dalle mani di un avventore. Allora qual è la vera necessità, cosa grida veramente Firenze? AntLen