Il giallo di Roberta Ragusa segna un'altra svolta incredibile nelle indagini. A Gello di San Giuliano, nella zona del pisano quella notte del 13 gennaio 2012 è accaduto qualcosa. La stessa notte in cui all'Isola del Giglio naufragava la Costa Concordia e gli occhi del mondo erano puntati tra quegli scogli, una donna abbandonava la propria abitazione senza più farvi ritorno. Allontanamento volontario come sostengono da tempo i difensori degli accusati, dal marito al suocero, fino all'ex collaboratrice divenuta poi compagna del marito, oppure un omicidio tremendo, consumato all'interno di una lite per un tradimento scoperto e completato con l'occultamento, abilissimo, del cadavere? Spunta un nuovo testimone (stasera intervista su La7 Linea Gialla, ndr), un cuoco italiano che lavora a Cannes e che nel maggio del 2012 è certo di aver parlato con Roberta scambiando alcune parole tra connazionali su suolo francese.
"Sei la Ragusa?" la domanda diretta che sarebbe stata posta dopo che il cuoco più volte aveva avuto modo di incrociare gli occhi della donna dai volantini apparsi in tv. Silenzio ed un sorriso accennato sarebbero state la risposta, l'unica, prima di andarsene via. La pista dell'allontanamento volontario, della fuga con un uomo brizzolato presunto proprietario del famoso suv scuro irrompe con prepotenza e rimette tutto in discussione. Una madre con due bambini piccoli può aver abbandonato tutto e tutti dopo aver scoperto un tradimento consumato tra le mura domestiche? Può non aver mai voluto contattare anche per interposta persona i propri figli? Su questi interrogativi si è divisi l'opinione pubblica che ancora si interessa alla vicenda e ne segue gli sviluppi a suon di esclusive e colpi di scena. Non è stata, come in molti casi avviene, solo una sfida per gli inquirenti messi alla prova da indizi precari e da errori di valutazione: in questa storia che si consuma in piena notte, in aperta campagna, al buio di strade secondarie, ci sono fin troppi testimoni oculari. Testimoni che per la loro disponibilità hanno rischiato e rischiano ancora di passare agli occhi dell'opinione pubblica come narratori di storie contraffatte.
Perché? In prima ragione per le tempistiche. Il non aver parlato subito ha contribuito a far crescere lo scetticismo. Ma è proprio così? Anche sui tempi qualcosa non torna: nel caso del cuoco si tratterebbe dell'ultimo, ma non ultimo. Se non bastasse il giallo infatti, si insinua anche il tarlo della scoordinata gestione delle indagini. Il cuoco avrebbe contattato già l'estate scorsa gli inquirenti, che solo recentemente hanno preso in considerazione la segnalazione. Il vicino di casa che racconta di aver assistito ad un appostamento notturno del padre di famiglia che si sarebbe incontrato poi con una donna non meglio identificata: uno sportello d'auto che sbatte violentemente e poi l'oblio. Lo stesso testimone che racconta di aver ricevuto il mattino dopo la visita del marito di Roberta che sarebbe andato a chiedere informazioni mirate. Poi ci sono delle commesse di una attività che resta aperta fino a tarda ora, che avrebbero visto Roberta in piena notte salire su un suv scuro.
Successivamente il vigile del fuoco che avrebbe visto Roberta attraversare la strada con una veste leggere, presumibilmente da notte, e salire a bordo di un pick up o suv grigio scuro. Su queste testimonianze per mesi ha lavorato la Procura di Pisa tornando più volte nella complicata proprietà dei Logli. Complicata perché il quadrilatero che comprende la casa di famiglia, l'abitazione dei suoceri, i capannoni e l'azienda sono tra loro distanti ma collegate. Gli agenti hanno fatto uso di apparecchiature sofisticate per esaminare i mezzi a disposizione degli indagati, setacciare i terreni circostanti ed indagare la morfologia del territorio, senza però trovare elementi di particolare rilievo. AntLen