Firenze – Una serie di novità corpose, dettate anche dall’incalzarsi dei cambiamenti normativi ed economici degli ultimi anni, che ora vengono proposte ad integrazione del progetto di piano socio-sanitario già presentato nel dicembre 2011, e il cui iter si era interrotto. E’ così che gli assessori regionali alla Sanità Luigi Marroni e al Welfare Salvatore Allocca hanno presentato, durante una comunicazione in commissione Sanità presieduta da Marco Remaschi (Pd), la nuova bozza di piano che comprende un maxi emendamento. Questi gli obiettivi principali per quanto riguarda il settore sociale, come ha spiegato l’assessore Salvatore Allocca: innanzitutto le politiche sulla violenza di genere, venuta tragicamente alla ribalta in questi ultimi mesi.
“Puntiamo a interventi sull’educazione primaria, la prevenzione, la diagnosi precoce, la presa in carico delle donne oggetto di violenza anche attraverso la realizzazione di nuove case rifugio, il trattamento degli uomini maltrattanti” ha spiegato Allocca. Secondo tema, la costituzione su tutto il territorio dei cosiddetti Lep, i livelli essenziali di prestazione sociale. Ancora, per i Rom è stata istituita una cabina di regia nazionale, di cui la Toscana è capofila, con l’obiettivo di recepire e impiegare i fondi europei per uscire dalla fase di emergenza della gestione dei campi nomadi e arrivare a interventi strutturali per casa, lavoro, salute, istruzione.
Novità di modesto importo per il settore casa, dove è stato sbloccato il fondo nazionale per il sostegno agli affitti (alla Toscana toccherà 1 milione e 600 mila euro). Passando alla sanità, l’assessore Luigi Marroni ha ricordato che gli ultimi mesi hanno imposto enormi mutamenti, costringendo ad adottare provvedimenti di urgenza. “La nuova bozza di piano – ha spiegato l’assessore – incorpora buona parte del piano già presentato, ma anche tutte le novità derivanti dalle nuove deliberazioni, che verranno portate sotto forma di maxi-emendamento”.
Ci saranno poi, ha proseguito, una serie di atti da approvare parallelamente in modo da renderli operativi già nel 2014. Quanto ai nuovi contenuti, l’assessore ha spiegato che si punterà sulla personalizzazione delle cure, sulla riduzione della variabilità del servizio nei vari territori puntando ad avere più omogeneità, su una forte attenzione alla rete territoriale e all’introduzione di nuove reti (ictus, ortopedia ecc.), sullo sviluppo delle risorse umane. “Per i piccoli ospedali – ha precisato Marroni – il nostro approccio è quello di gestirli non come categoria, ma affidando a ciascuno una missione specifica.
Un concetto che se c’è bisogno rafforzeremo: una volta stabilita una missione per un ospedale, quella sarà”. Infine, c’è l’obiettivo di diminuire le liste di attesa chirurgiche e non chirurgiche. Numerosi gli interventi dei consiglieri. Maria Luisa Chincarini (Cd) ha chiesto una semplificazione drastica del documento: “Sono circa 500 pagine piene di discorsi in gran parte inutili – ha detto – che si potrebbero riassumere in molto meno”. Secondo Stefano Mugnai (Pdl) queste pagine “non sciolgono i nodi politicamente più delicati, non definiscono la governance della sanità toscana, non forniscono soluzioni né per la Società della salute né per la riorganizzazione dell’emergenza”.
“Mi domando che senso abbia approvare un piano così quasi a fine legislatura – ha proseguito Mugnai -; sarebbe più utile approntare un documento con cinque o sei argomenti da affrontare concretamente”. Anche Marco Carraresi (Udc) si è chiesto a che cosa serva approvare un piano sanitario in questi termini. “Propongo – ha detto - di modificare la normativa e sancire che facciamo un piano con validità biennale. Mi sembrerebbe dignitoso e serio, mentre così è una presa in giro”. Al contrario Lucia Matergi (Pd) si è detta “affezionata all’idea di piano, che rappresenta la programmazione per la nostra regione” e si è detta favorevole anche “a un percorso parallelo che ci porterà in tempi brevi ad atti concreti”.
Simone Naldoni (Pd), sottolineando che gli ultimi anni sono stati di emergenza, ha invitato “a passare alla discussione del nuovo provvedimento senza inventare cavilli per non agire”. “Dobbiamo darci tempi certi per l’approvazione – ha proseguito -. Approvare il piano è un fatto che riguarda tutto il Consiglio regionale, perché c’è scritta tanta roba che serve, e su questo mi aspetto un contributo vero delle opposizioni”. Gian Luca Lazzeri (Più Toscana) ha ricordato che “in Commissione è già stato fatto un lungo lavoro sul nuovo piano socio-sanitario” e che “se l’iter si è improvvisamente interrotto è un problema della maggioranza”.
Anche per Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto) “non è stata scritta una pagina edificante di governo”. “A fronte di un processo di programmazione avviato nel 2010 – ha ricordato - ci troviamo nel 2013 e nel frattempo sono cambiati assessore, direttori generali e direttori di dipartimento. Qualcuno si dovrà assumere la responsabilità politica di ciò; noi come consiglieri regionali abbiamo fatto il lavoro che dovevamo fare e non abbiamo certo colpa di tutto questo. Ora proveremo a licenziare il nuovo atto a breve, ma rimangono in sospeso questioni cruciali come la governance, i piccoli ospedali, l’Estav, su cui dovremo esprimerci in termini politici”. Il presidente Marco Remaschi, alla fine, ha rilevato come “ognuno debba assumersi le proprie responsabilità”, ricordando che la commissione Sanità ha lavorato molto sulla scorsa bozza di piano, compiendo visite e incontri in tutto il territorio e presentando oltre 300 emendamenti, alcuni già valutati, altri da trattare.
“Noi abbiamo fatto la nostra parte e continueremo a farlo – ha detto Remaschi -. Siamo qui ad aspettare che la Giunta faccia una proposta, sotto forma di maxi emendamento o quello che crede. Noi esamineremo gli atti e stabiliremo un percorso e delle date. Mi auguro che riusciremo a chiarirci su alcuni punti dirimenti”.