Casa Iris: ''Abuso edilizio firmato Marroni per 2,9 milioni di euro''

E' stato acquistato dall'ASL e a pochi metri c'era l'ex Bice Cammeo già di proprietà dell'Azienda sanitaria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2013 15:33
Casa Iris: ''Abuso edilizio firmato Marroni per 2,9 milioni di euro''

“L’immobile Il Villino di Via Garbasso, ora denominato ‘Casa Iris’ viene attualmente utilizzato dalla ASL 10 come struttura sanitaria con 11 posti letto quando la destinazione d'uso urbanistica è residenza mono familiare. E' stato acquistato dall'ASL e a pochi metri c'era l'ex Bice Cammeo già di proprietà dell'Azienda sanitaria" lo denuncia il Consigliere regionale Giovanni Donzelli firmatario, insieme agli altri colleghi del Gruppo Fratelli d’Italia, Paolo Marcheschi e Marina Staccioli, di una interrogazione urgente rivolta alla Giunta regionale in cui si chiede di conoscere “perché l’ASL di Firenze abbia realizzato una struttura sanitaria in violazione dello strumento urbanistico vigente, in che data l’ASL abbia eventualmente chiesto il cambio di destinazione d’uso e se esistano altre strutture sanitarie ‘abusive’ realizzate dalla stessa ASL 10”. “Nel 2008 l’ASL 10, con delibera 910/2008, a firma dell’allora Direttore generale dell’Azienda Luigi Marroni, oggi Assessore regionale alla Sanità,” spiega Donzelli “fu deliberato l’acquisto dell’immobile ubicato in Via Garbasso, al costo di 2.900.000 di euro, per l’esercizio della libera professione intramuraria aziendale, seguendo una strategia di acquisizioni di immobili adottata in quel periodo”. “Casa Iris, come venne ribattezzato l’immobile, fu adibito a residenza terapeutica per pazienti psichiatrici con 11 posti letto, operatori socio sanitari ed educatori professionali in servizio 24 ore su 24 più infermieri, psicologi e medici psichiatrici.

In sostanza, una vera e propria struttura sanitaria alle dipendenze del Centro di Salute Mentale. Nè gli ambulatori, per cui era stato acquistato, nè la residenza monofamiliare prevista dalla destinazione urbanistica” . “La destinazione d’uso di questo ‘edificio unifamiliare’, per la direzione Urbanistica del Comune di Firenze e per lo stesso strumento urbanistico vigente (P.R.G. Art. 33 delle N.T.A.), è la “residenza” (Zona B, sottozona B.L.). La conferma di tutto questo si è avuta di recente, nel corso della seduta del Consiglio Comunale di Firenze del 30 settembre 2013, direttamente dall’Assessore Elisabetta Meucci in risposta ad una interrogazione presentata dal Consigliere Comunale di FDI Francesco Torselli”. “Ma quello che proprio non si capisce” rincara in conclusione Donzelli “è perché l’ASL 10 abbia voluto comprare un immobile, con evidente dispendio di soldi pubblici, quando a meno di duecento metri possedeva già un edificio di proprietà cioè l’ex Bice Cammeo, vuoto ed inutilizzato, anch’esso affacciato sul Parco di Villa il Ventaglio e con caratteristiche strutturali certamente più adatte ad accogliere una residenza terapeutica.

Come valutare questo comportamento dell’allora D.G. dell’ASL10 di Firenze e oggi assessore alla Salute”? Come non bastasse arriva una nota del consigliere Gian Luca Lazzeri (Più Toscana e membro IV commissione “Sanità”) che evidenzia presunte incongruenze relative al rapporto che metterebbe la Tosca al top nei sistemi sanitari: «Le mezze verità dell’assessore Marroni rappresentano il suo autogol nel presentare i dati Agenas sulla situazione degli ospedali toscani. Marroni ha voluto utilizzare questi dati con una strumentalità assoluta per cercare di tamponare quello che è sotto gli occhi di tutti, ossia il progressivo degrado del sistema sanitario toscano che dal 2010, dopo l’affaire di Massa, ha avuto un’evidente accelerazione: 1 – Non ha presentato il rapporto ufficiale che è stato presentato stamattina dall’Agenas, bensì una rielaborazione tutta nostrana su indicatori dei quali è del tutto sconosciuta la metodica e l’attendibilità scientifiche. 2 – Le risultanze presentate da Marroni non rappresentano una fotografia della situazione attuale della sanità toscana, visto che si sta parlando di tutte le schede di dimissioni ospedaliere rilasciate dal sistema ospedaliero toscano dal 2005 al 2012.

In sostanza, è come quell’imprenditore che ha ancora dei soldi in banca solo perché ha ben guadagnato negli anni passati. Pertanto, questi dati attestano che la Toscana era ad ottimi livelli e grazie alle eredità del passato riesce a rimanere a galla. Noi, invece, ben sappiamo (e lo sanno bene i cittadini) che i dati in nostro possesso per gli anni 2011 e 2012 raccontano una ben diversa verità. Dal 2011 al 2012 sono state 183 le richieste danni per decesso, mentre il totale delle cifre richieste alla Regione Toscana da pazienti danneggiati ed eredi è di circa 50.000.000 euro. 3 – La delibera 1235 del 2012 sul punto della riorganizzazione della rete ospedaliera toscana ha come obiettivo il recupero di efficienza dei piccoli ospedali.

Guarda caso, invece, è proprio un piccolo ospedale, il Serristori di Figline Valdarno, il migliore d’Italia per quanto riguarda la mortalità. Mentre, purtroppo, altri rinomati non piccoli ospedali toscani, ed evito di fare i nomi, sono i peggiori in Italia per mortalità legate a particolari patologie. Marroni non usi questi dati per difendere la sua politica sanitaria. Sia consequenziale e prenda atto che con la delibera 1235 ha imboccato una strada che finisce in uno strapiombo. 4 – Non possiamo non rilevare la scorrettezza istituzionale del comportamento della Regione Toscana nei confronti dell’Agenas, delle altre Regioni e dei giornalisti estranei alla conferenza stampa anticipando situazioni e dati che di prassi negli ultimi anni erano stati presentati dall'Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali a livello nazionale.

Cosa bruciava nelle mani di Marroni? Stamattina, di rincorsa, l’Agenas ha dovuto convocare una conferenza stampa per spiegare e rappresentare le notizie diffuse dalla Regione Toscana. Ci dicono, fra non poche polemiche con i giornalisti presenti. Forse delle piccole scuse sarebbero d’uopo anche per confermare la correttezza di comportamenti che ha sempre contraddistinto la nostra Regione». "I dati Age.na.s, l'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, si riferiscono esclusivamente all'anno 2012.

Il vero autogoal nel commentare questi dati, ritenendoli espressione di un lasso temporale ben maggiore, è del consigliere regionale Lazzeri. Ed è un autogoal quasi imbarazzante". Così l'assessore regionale al diritto alla salute Luigi Marroni risponde alle critiche del consigliere regionale di Piu' Toscana, secondo il quale i dati riguarderebbero tutte le schede di dimissioni rilasciate dal sistema ospedaliero toscano dal 2005 al 2012; il risultato della Toscana, sarebbe dunque, secondo Lazzeri, da attribuirsi più che al presente all'eredità del passato. "Il consigliere regionale – prosegue l'assessore - non ha che da consultare il sito Age.na.s dove troverà i dati suddivisi anno per anno; si renderà così conto che il consuntivo del 2012, presentato ieri, si riferisce esclusivamente a quanto avvenuto nel 2012.

E in ogni caso, mi sfugge sinceramente il senso delle sue critiche: anche se lo fa leggendo male i dati, il consigliere conferma infatti il primato della Toscana a livello nazionale su ben sette anni. E questo rende ancor più incomprensibile la sua critica". La commissione Sanità, presieduta da Marco Remaschi (Pd), ha dato il via libera a maggioranza a due proposte di legge, di variazione del bilancio di previsione 2013 e di disposizioni di carattere finanziario che modificano testi di legge vigenti.

La commissione Sanità esprime in questo caso parere secondario ma, come ha spiegato l’assessore regionale al Bilancio Vittorio Bugli illustrando il provvedimento ai commissari, molte delle variazioni riguardano il comparto sanitario e sociale. In particolare con i provvedimenti si rende possibile il pagamento da parte delle Asl toscane alle imprese fornitrici per quasi 185 milioni di euro entro il 2013. Dopo il decreto per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, la Regione Toscana era infatti riuscita a formalizzare il pagamento entro agosto scorso di 95 milioni di euro come ente regionale e di 130 milioni per la parte sanitaria.

Mentre il governo aveva parlato di una seconda tranche di pagamenti entro il 2014, è stata invece anticipata la notizia della quota spettante alla Toscana, appunto 185 milioni, che quindi possono essere messi in pagamento. Altre variazioni, ha spiegato l’assessore, riguardano lo stanziamento di 10 milioni (di cui 7 milioni per il 2014 e 3 per il 2015) per la riqualificazione e valorizzazione delle aree interessate alla dismissione dei vecchi ospedali di Lucca, Prato, Pistoia e Massa Carrara, di 200 mila euro per le politiche di inclusione sociale e di circa 500 mila euro al comune di Pistoia per risolvere le criticità riscontrate nel locale campo nomadi. Gli atti sono stati approvati a maggioranza, con i voti favorevoli di Pd e Cd, i voti contrari di Pdl e Più Toscana e l’astensione di Udc

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