di Salvatore Calleri Presidente della Fondazione Caponnetto È da un un anno che se ne è andato ma è sempre nei miei ricordi. Un anno passato in fretta. Un anno in cui mi è mancato molto. La sua simpatia, la sua schiettezza unita al suo sarcasmo da toscanaccio. La sua voglia di vita che ti trasmetteva. La sua pensione se l'è goduta purtroppo poco, ma non dimenticherò mai l'essersi messo a disposizione di chiunque lo cercasse per difendere la legalità e per combattere la mafia.
In particolare il suo "Codice antimafia per la regione Sicilia" detto "Codice Vigna" e le riforme antimafia preparate per San Marino. Di lui mi voglio in particolare ricordare un paio di momenti ironici e sarcastici in pieno stile "Vigna". Uno recente ed uno di qualche anno fa. Partiamo da quest'ultimo. La sinistra giovanile, allora si chiamava così, organizza un dibattito alla festa dell'unità di Legri vicino Calenzano. Zona di caccia. L'organizzatrice che si chiama Laura (oggi presiede l'associazione nazionale legalità e giustizia) non ama la caccia.
Le gag e le battute che seguirono ve le lascio immaginare. Il tutto con grande signorilità. La Laura se lo ricorda ancora. C'era comunque ancora qualcuno che non sapeva che Vigna era nato con la doppietta in mano. Più di recente, l'episodio coinvolge il sottoscritto. Da tempo facevo di continuo a Pier Luigi una domanda: come interrogavi i mafiosi? Con quali tecniche? Ebbene durante un pranzo dopo la presentazione del rapporto sulla mafia a Prato del 2012 mi sottopone a sorpresa ad un suo interrogatorio martellante fino a che non cedo crollando...
L'oggetto era la bontà del pezzo di torta del dessert su cui avevo espresso dei dubbi. Aveva trasformato la chiacchera in un interrogatorio concludendolo cosi: "caro Calleri, volevi sapere con che tecnica interrogavo i mafiosi? Ecco oggi l'hai visto". Fantastico. Ironico come pochi ed altrettanto capace. Mi piace ricordarlo così con il mezzo sigaro in bocca e con il suo sguardo sorridente e sveglio. Mi mancherai.