Montepulciano: la vendemmia si adegua ai tempi

1.000 persone animano i vigneti in questo periodo muovendo circa un milione di euro. Un importante indotto che ricade sul territorio del Vino Nobile. Già raccolte le uve bianche e le selezioni per il Vin Santo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 settembre 2013 22:53
Montepulciano: la vendemmia si adegua ai tempi

Una modalità di lavoro che sempre di più, negli ultimi anni, ha preso piede nelle imprese. Esternalizzare non vuol dire però rinunciare alla qualità del prodotto né alle tutele per gli occupati tanto che ora anche il mondo del vino fa ricorso a questa pratica che alleggerisce l’impegno delle aziende e ne razionalizza l’attività, in particolare nei momenti di punta. A Montepulciano, patria del Vino Nobile in vendemmia in questi giorni, sono diverse le cooperative di servizi sorte nel territorio che di anno in anno organizzano squadre di vendemmiatori da offrire “pacchetto completo” alle oltre 70 cantine.

«Una manodopera qualificata è alla base della vendemmia a Montepulciano – spiega il presidente del Consorzio, Andrea Natalini – e queste cooperative, che nascono nel nostro territorio da persone esperte di lavoro in vigna e in cantina, sono una ottima soluzione, soprattutto per le aziende a conduzione familiare che possono contare sulla sicurezza di un servizio garantito». La qualità del servizio è alla base di questo fenomeno. A Montepulciano, dove la vendemmia è un’operazione molto delicata, conta molto la formazione.

Sono tre le cooperative di servizio sorte nel territorio. In tutto occupano circa 150 impiegati avventizi. Non solo la vendemmia è il compito di queste realtà, ma in certi casi la totale gestione del vigneto, dalla potatura, agli sfoltimenti, fino appunto al lavoro in campo e in alcuni casi anche nella prima fase di trasformazione delle uve. Un caso particolare è quello della Onlus “Madre Terra”, una cooperativa sociale che impiega persone con problematiche di tipo relazionale offrendo opportunità di lavoro anche in periodi di particolare crisi. Tra le aziende e le cooperative di servizio saranno in tutto oltre mille gli impiegati “stagionali” che si andranno ad aggiungere alle circa 300 persone già occupate nelle 70 aziende di Vino Nobile associate al Consorzio e che in questi giorni a Montepulciano sono impegnate nella vendemmia.

Un indotto importante, quello creato dal vino nel borgo senese, che per circa un mese offre importanti possibilità di lavoro e muove l’economia di Montepulciano e dintorni in una fase non certo facile per il mondo del lavoro. Dai dati del Consorzio del Vino Nobile emerge che il periodo della vendemmia produrrà reddito per circa un milione di euro per gli avventizi che percepiranno circa mille euro ciascuno per un periodo di lavoro di 20 giorni. Un dato che va ad aggiungersi a quello generale rappresentato dal vino per Montepulciano il cui indotto, secondo una recente stima, rappresenterebbe il 70% dell’economia territoriale.

Quanto alla forza lavoro, oltre agli stagionali sopra citati, sono circa 1200 gli addetti del settore (di cui il 60% tra i 20 e 40 anni). Il valore patrimoniale dei vigneti (1500 ettari quelli iscritti agli albi di Docg e Doc) è stimato intorno ai 200 milioni di euro mentre il valore della produzione (circa 70 mila ettolitri tra Nobile e Rosso per anno) si aggira sui 60 milioni di euro all’anno. Delle 70 aziende associate al Consorzio il 56% fattura tra 500mila e 1milione di euro. Nel frattempo in vigna si sono già raccolte le uve bianche e in parte alcuni vitigni internazionali, mentre i produttori dovranno pazientare per quanto riguarda la vendemmia del Sangiovese (Prugnolo Gentile a Montepulciano).

«E’ un’annata posticipata, rispetto alle ultime vendemmie alle quali eravamo abituati – sottolinea Andrea Natalini, presidente del Consorzio - ma non troppo per quelle che sono le attitudini di un vitigno mediamente tardivo come il Sangiovese, difficile ma, se coltivato con coraggio, dotato di un carattere unico». Intanto, dall’analisi dell’andamento climatico, gli agronomi traggono previsioni sulla qualità dell’annata. “La primavera 2013 – dicono dal Consorzio dei produttori - è stata caratterizzata dall’alternanza di condizioni meteo e dall’abbondanza di piogge che hanno rallentato tutte le fasi dello sviluppo delle piante.

Ad agosto il nostro vitigno ha ripreso il ritmo abituale e il periodo successivo, con clima molto mite e senza piogge di rilievo, con escursione termica molto spiccata tra il giorno e la notte, sta garantendo un accumulo di sostanze "nobili" nelle bacche degno di grandi annate. In definitiva – prevedono i tecnici – la produzione sarà sicuramente superiore all'annata 2012 ma con quantitativi che non si discosteranno in modo sostanziale dalla media degli ultimi 10 anni”.

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