“Le vicende giudiziarie della Nodavia non possono e non devono avere ripercussioni sui lavoratori impegnati nei cantieri dell’Alta Velocità del nodo ferroviario di Firenze. Loro hanno il diritto di lavorare, e la città ha il diritto di dotarsi quanto prima di questa importante opera, un tassello di una infrastruttura importante per il Paese come la linea Alta Velocità/Alta Capacità Milano-Napoli”. Lo dice Ottavio De Luca, segretario generale della Filca-Cisl fiorentina, commentando l’arresto di Fulvio Saraceno, Presidente del consiglio di amministrazione della consortile aggiudicataria dei lavori. “Già nei mesi scorsi il cantiere del passante e della nuova stazione era stato oggetto di fermi produttivi legati agli iter autorizzativi per lo scavo.
Adesso i guai giudiziari di Saraceno rischiano davvero di complicare ulteriormente tutta la vicenda.” “Mi auguro –conclude De Luca– che ci sia un intervento tempestivo e risolutivo del sindaco di Firenze, Matteo Renzi, e del governatore della Toscana, Enrico Rossi. Ai due non sfuggirà certo l’importanza delle opere in ballo non solo dal punto di vista occupazionale ma di sviluppo per l’intero territorio”. “Si resta sbalorditi dalla supponenza del Presidente Rossi. Nelle sue prime dichiarazioni parla della gravissima vicenda legata alla TAV, con un’espressione stizzita ed infastidita, come se qualcuno volesse fargli perdere tempo.
In realtà Rossi non potrà facilmente sottrarsi all'obbligo di chiarire i molti punti oscuri di questa nuova storiaccia che si aggira attorno ai palazzi della Regione. Del resto sono le stesse dichiarazioni dell'Assessore Bramerini, per non parlare di quelle di un dirigente storico della Regione, che lo chiamano a rendere conto di scelte da loro stessi subite senza ricevere alcuna spiegazione. La «frittata politica» è già sul tavolo. Il compito che ci assumiamo è di non rassegnarci alle scappatoie dello scaricabarile" queste le dure parole del Presidente del Gruppo regionale PdL Alberto Magnolfi sulla nuova storiaccia che interessa Palazzo Sacrati-Strozzi e sulla quale, assieme ai Colleghi del Gruppo PdL ha richiesto una comunicazione urgente del Presidente Rossi al Consiglio regionale. «Gli onesti vengono perseguitati mentre i burattini tutelati» il commento di Claudio Morganti, europarlamentare indipendente dell'Eld, sulla sostituzione dell'ex dirigente dell'ufficio Valutazioni di impatto ambientale della Regione, Fabio Zita. «Quanto emerso nelle ultime ore – asserisce Morganti – è lo specchio di quanto avviene in Regione, dove si è formato un regime di potere in cui chi desidera rimanere al proprio posto deve inchinarsi ai diktat. Ho sempre sostenuto l'inutilità del sottoattraversamento e della stazione Foster, considerandolo uno spreco di soldi visto che si può ottenere la stessa utilità con una Tav in superficie.
Il problema – sottolinea l'eurodeputato – è che quest'ultima costerebbe troppo poco e non darebbe da mangiare a tutti i commensali della tavola imbandita. Esprimo la mia solidarietà a Zita che non ha fatto altro che rispettare la Legge». Infine, Morganti, parafrasando le intercettazioni dove il funzionario Via veniva definito con appellativi quali “terrorista, mascalzone, bastardo, stronzo”, «personalmente mi sento di dire che desidero appoggiare gli "stronzi" e i "bastardi" alla Zita.
Questa è un'altra vicenda “rossa” di vergogna per il Presidente Rossi, dopo quelle dei buchi di bilancio nelle Asl toscane e dei recenti fatti di malasanità». «Il 24 gennaio chiesi al Presidente Rossi, nella mia veste di Portavoce dell’Opposizione, non solo di rendere conto dello strano spostamento del dirigente regionale Zita e del ritiro delle deleghe all’Assessore Bramerini ma anche di quell’ipotetico tutto politico “filo rosso” eventualmente riconducibile al PD che si poteva benissimo intravedere nello scorrere i nomi dei protagonisti.
Ovviamente il Presidente non venne in Aula” così Stefania Fuscagni, Consigliere Regionale del PDL e Portavoce dell’Opposizione entra nel dettaglio di un altro aspetto, non secondario, delle vicenda TAV. «I quesiti erano molti ed erano questi. Il primo: Nodavia, società vincitrice dell’appalto per la realizzazione del nodo fiorentino, risulterebbe avere come capofila Coopsette una delle più importanti cooperative rosse dell’Emilia Romagna. Alla domanda se si erano determinate azioni ipoteticamente facilitatrici da parte della Regione per avvantaggiare Nodavia, non sono seguite risposte.
Non sono seguite risposte neppure circa un’altra domanda, e cioè se il Presidente Rossi fosse mai stato informato delle difficoltà finanziarie di cui si diceva “soffrisse” Coopsette e che sarebbero ricadute su Nodavia. Si chiedeva , per dovere di cronaca, se risultava vero che uno dei dirigenti di Coopsette, Maurizio Brioni, fosse marito di Elena Montecchi, già Sottosegretario in quota PD, e se il Presidente Rossi avesse avuto rapporti con queste due persone prima ma soprattutto dopo essersi attribuito le deleghe un tempo della Bramerini.
Ciò anche per capire se le voci di insolvenza di Coopsette, capofila di Nodavia e da più parte ripetute, fossero mai state poste direttamente alla cooperativa al fine di sapere se erano fondate o meno. Silenzio assoluto. Il secondo quesito: la triangolazione di nomi pesanti del PD faceva destare molti sospetti circa l’esistenza di quella che in molti definirono la “squadra”. Non solo Maria Rita Lorenzetti, già Presidente della Regione Umbria e poi Presidente di Italferr, ma pure la presenza del geologo Bellomo, componente della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente, che risulterebbe essere colui che volle azzerare i contenuti delle delibera regionale dell’aprile 2012 sostenendo la non pericolosità degli scarti.
Alla mia domanda se questo Bellomo fosse lo stesso Bellomo che risultava essere coordinatore della segreteria provinciale degli allora DS di Palermo e poi nominato responsabile regionale del dipartimento per le politiche ambientali del PD siciliano, non seguì risposta. Chievo di sapere se il Presidente Rossi era mai venuto a contatto con Bellomo tenuto conto delle medesima appartenenza al PD e soprattutto se risultava vero che fosse stato proprio Bellomo ad azzerare la relazione precedente e se di questo fatto il Presidente Rossi, una volta sottratte le deleghe all’Assessore Bramerini, si fosse mai occupato e semmai informato.
Nessuna risposta. Così come nessuna risposta mi venne data circa la figura del Prof. Pietro Calandra membro dell’Autorità sui contratti pubblici, e soprattutto circa il fatto che Calandra fosse in quella posizione in quota al PD. Insomma: Lorenzetti, Bellomo, Brioni, Montecchi, Calandra non sono solo tutti nomi legati alla storia della TAV ma sono pure tutti nomi legati al PD e poco si comprende perché il Presidente Rossi non volle dar conto alle mie domande circa il possibile “peso” del suo Partito nella determinazione di scelte interne ed esterne alla Regione Toscana ma tutte centrali nella più ampia “questione” TAV». “Si tratta di una vicenda grave che richiede la massima chiarezza da parte della Regione Toscana”: lo dice l’Udc in Consiglio Regionale, con il capogruppo Giuseppe Del Carlo e il consigliere Marco Carraresi.
“L’inchiesta Tav –sottolineano- che ha portato all’arresto della ex-presidente della Regione Umbria chiama in causa anche vicende, dirigenti e vertici regionali toscani. Non solo: è estremamente preoccupante il perdurare del blocco dei cantieri, che rischia di portare anche a un aumento spropositato di costi. Si fronte a tutto questo è urgente che il Consiglio Regionale sia investito del problema. Il Presidente Rossi venga alla prossima seduta del Consiglio sia per fugare ogni dubbio anche riguardo al suo coinvolgimento nelle indagini, sia per illustrare quali iniziative intende adottare, quanto prima, la Regione Toscana, per la ripresa dei lavori.” “Da parte nostra –concludono i due consiglieri del gruppo UDC- abbiamo a più riprese sollecitato una attenzione particolare per le vicende dell’alta velocità in Toscana, richiedendo con continuità comunicazioni in Consiglio sull’argomento: e già da tempo abbiamo manifestato i nostri dubbi e la nostra preoccupazione, di fronte alla sospensione dei lavori, e anche in merito alla destinazione delle terre di scavo e ai motivi della mancata ripresa delle attività da parte delle aziende coinvolte.
Attendiamo dunque che la Giunta regionale venga alla prossima seduta del Consiglio con una comunicazione che aggiorni la situazione dei lavori Tav in Toscana e delle problematiche emerse”.