"Presidente Rossi, cosa aspetta a reintegrare l'architetto Zita a capo del Settore VIA, dato che con ogni evidenza era un dirigente competente che voleva solo compiere il proprio dovere di servitore pubblico?" E' la domanda della consigliera Ornella De Zordo. E perché lo ha sostituito con una dirigente completamente digiuna in materia di VIA come la dott.ssa Garvin? Perché inoltre ha avocato a sé le deleghe sulla Via? Perché il suo direttore generale, dott. Barretta, imponeva i voleri del "Sistema Lorenzetti" alla struttura regionale? Perché infine i controlli sul mega appalto, sotto la sua gestione, non hanno funzionato? Domande ancora inevase, come se l'inchiesta della Procura di Firenze sul malaffare intorno al tunnel tav fosse un aspetto irrilevante per il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. La Regione Toscana interviene con una nota: "Non esiste alcun legame tra la destinazione ad altro incarico del dirigente regionale Fabio Zita e le delibere di valutazione di impatto ambientale presentate dalla giunta regionale in merito alla destinazione a Cavriglia delle terre di scavo provenienti dal sottoattraversamento di Firenze. Si è trattato di una decisione autonoma del direttore generale della presidenza inerente a motivati argomenti organizzativi e di un regolare avvicendamento dei dirigenti regionali. Infine, il parere positivo espresso dalla Regione Toscana sulla valutazione di impatto ambientale riguardante la destinazione delle terre di scavo provenienti dal sottopasso di Firenze si fonda soprattutto sui contenuti del decreto ministeriale n.161 del 2012, che prevedono un differente criterio di classificazione delle terre di scavo, non più definite come "rifiuti", bensì come "sottoprodotto" riutilizzabile a seguito di autorizzazione ministeriale." Ieri comunque ci sono stati 6 arresti eccellenti, l'indagine non è chiusa, non tutto è chiarito, e ne valuteremo alla fine i risultati e le evidenze, anche se quelle politiche-collusive sono sotto gli occhi di tutti.
Le intercettazioni pubblicate da agenzie e organi di stampa hanno il peso, la sostanza, e lo sgradevole odore di quelle in cui all’indomani del terremoto dell’Aquila si rideva, in vista delle spregiudicate speculazioni e dei lauti guadagni conseguenti. Ditte che falsificano i dati tecnici dei materiali su aspetti essenziali della sicurezza, enormi macchinari che non possono funzionare per componenti taroccate, ma anche enti pubblici che non solo non controllano, ma fanno comunella con gli speculatori, ne proteggono gli interessi, fino alla sostituzione del dirigente regionale “colpevole” di fare il suo lavoro, cioè seguire con il consueto rigore la delicata procedura di Valutazione di Impatto Ambientale di questo come di altri progetti.
Lorenzetti, presidente di Italferr, Bellomo, componente della Commissione VIA ministeriale, entrambi personaggi di peso del PD, che parlando fra loro gratificano dei peggiori epiteti l’arch. Zita (peraltro più volte minacciato anonimamente) perché non si piega agli interessi da loro difesi è uno dei peggiori spettacoli che questa vicenda ci restituisce. Ma oggi una domanda in particolare richiede urgentemente risposta: perché il presidente Rossi, esattamente nel momento cruciale della procedura VIA dell’Alta Velocità, e con quello che girava negli ambienti legati sia al suo partito che agli affari di Coopsette e SELI, ha prima avocato a sé la competenza in materia di VIA e subito dopo sostituito l’arch.
Zita con altro dirigente, con ogni evidenza completamente digiuna di ogni competenza in materia? Il “normale avvicendamento” a suo tempo invocato da Rossi evidentemente oggi mostra tutta la sua insufficienza come motivazione. Il quadro che emerge da questa vicenda, come da altre relative a “grandi opere”, è devastante, ma chiaro come il sole: queste opere, e l’Alta Velocità in particolare, non rispondono affatto a esigenze di ammodernamento infrastrutturale del paese, ma solo agli interessi per niente trasparenti di grandi gruppi imprenditoriali e finanziari, che si accaparrano enormi quantità di risorse pubbliche.
La devastazione del Mugello è lì a dimostrarlo: non venti minuti risparmiati per andare a Milano non possono giustificare l’ecocidio perpetrato. Purtroppo gli interessi di CAVET, Impregilo e compagnia si. Lo stesso scenario si sta presentando a Firenze, e nessun amministratore pubblico si pone dei dubbi, straparlando a sproposito di esigenze dei pendolari – che sono e saranno penalizzati dall’opera – o di assolute garanzie ambientali, che alla luce delle intercettazioni pubblicate sappiamo quanto valgono: quanto una moneta falsa.
Quasi superfluo, ma necessario, dire che non un metro di terra deve essere mosso in quei cantieri, è l’ora che la politica malata piegata ad affari poco puliti si faccia da parte, e lasci il campo ai veri interessi dei cittadini e dei territori". «Il Presidente Rossi deve relazionare urgentemente in Consiglio Regionale sull’intera vicenda del nodo Tav di Firenze». A dichiararlo è il capogruppo di Più Toscana, Antonio Gambetta Vianna, intervenendo sulla notizia degli arresti nell’ambito della vicenda Tav e dell’allontanamento dell’architetto Fabio Zita dell’ufficio Via della Regione Toscana.
Il consigliere regionale chiederà nel corso della prossima conferenza dei capigruppo in Palazzo Panciatichi che «al primo punto dell’ordine del giorno ci sia proprio la relazione del Governatore». Gambetta Vianna ricorda come il gruppo consiliare Più Toscana abbia sempre sostenuto «il no al sottoattraversamento di Firenze e alla costruzione della Stazione Foster, ma la maggioranza in Regione (e non solo) ha sempre imposto un’accelerazione alla Tav senza se e senza ma. Questi ulteriori fatti impongono ciò che andiamo chiedendo da tempo, insieme a altri colleghi sedenti nei banchi della maggioranza, ossia il definitivo stop ai lavori del nodo fiorentino.
Credo anche che il presidente Rossi debba svolgere un’ampia e dettagliata relazione sull’intera vicenda che, almeno a detta di alcuni quotidiani nazionali, ha degli aspetti che devono essere sicuramente chiariti». Sulla vicenda interviene anche il consigliere regionale fiorentino di Più Toscana, Gian Luca Lazzeri, per il quale «la questione Tav ha evidenziato sin dall’inizio gravi problemi. Noi, oltre agli sviluppi che ci sono stati in queste ultime ore, ribadiamo il nostro fermo “no” perché quest’opera pubblica faraonica comporterà sempre maggiori danni e problemi ai cittadini fiorentini.
Il tutto per un’opera che poteva e doveva essere costruita diversamente attraverso una stazione e un attraversamento della città di Firenze in superficie, limitando decisamente l’impatto ambientale e i costi». Italia Nostra Firenze e il Comitato NO TUNNEL TAV di Firenze hanno scritto una lettera aperta all'architetto Fabio Zita, dirigente della Regione Toscana, dopo che, dalle intercettazioni telefoniche relative all'indagine della Magistratura sul Passante TAV, è emersa la sua cristallina figura estranea al “sistema appiccicoso” di gestione dei lavori pubblici. Siamo un gruppo di cittadine/i dell'associazione Italia Nostra e del Comitato NO TUNNEL TAV che a Firenze si oppongono dal 2006 alla realizzazione del Passante TAV che giudichiamo inutile, pericoloso e molto costoso. Dagli sviluppi delle indagini e dalle relative intercettazioni telefoniche che le agenzie di stampa hanno diramato abbiamo visto che, oltre ai 6 arresti eccellenti, esce anche il suo nome. Parrebbe che Lei sia stato di grande ostacolo al gruppo di potere che stava aggiustando, “con lavoro di squadra”, tutte le gravissime lacune che affliggono questo progetto.
In particolare la Sua decisione di considerare le terre di scavo, prodotte dalla fresa durante la realizzazione dei tunnel, come rifiuti speciali da non riutilizzare per risanamento ambientale, ha impedito l'inizio dello scavo. Dalle intercettazioni stesse risulterebbe che lei è stato considerato come una persona che non sapeva fare il “lavoro di squadra”, cosa in cui invece eccellevano persone come Bellomo o Lorenzetti, capaci di creare una ragnatela di amicizie e di favori e rendere possibile la costruzione del Passante TAV.
Risulterebbe anche che lei sia stato considerato uno “stronzo”, un “terrorista”, un “bastardo” per il suo lavoro in cui ha semplicemente fatto il suo dovere, quello cioè di applicare leggi e regolamenti nelle procedure che riguardano il Passante TAV. In seguito Lei sarebbe anche stato rimosso dal Suo incarico di responsabile delle procedure di VIA nella Regione e le deleghe le avrebbe avocate a sé il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Per questi motivi Le vogliamo esprimere tutta la nostra personale e collettiva solidarietà, La vogliamo ringraziare per il Suo lavoro e l'onestà con cui lo ha fatto.
Gli epiteti offensivi che Le sono stati rivolti può considerarli come blasoni da ostentare con orgoglio nella Sua vita come riconoscimento alla sua competenza e soprattutto alla sua onestà intellettuale e professionale. Abbiamo seguito il suo lavoro, in particolare siamo rimasti scandalizzati dalla Sua rimozione per destinarla ad incarico meno incisivo in un altro assessorato. Se quello che emerge dalle indagini della Magistratura è la realtà di questo nostro paese non possiamo esimerci da fare alcune considerazioni: Probabilmente Lei ha fatto semplicemente il Suo lavoro secondo la Sua coscienza e i regolamenti in vigore, ma è sconvolgente vedere la solitudine in cui si è trovato.
Mentre politici, dirigenti, imprenditori facevano “lavoro di squadra” per aggiustare le cose peggiori, mentre si scambiavano favori e incarichi ben retribuiti, Lei è rimasto come un eroe solitario, isolato da tutti e probabilmente anche soggetto a mobbing. Nemmeno noi Le abbiamo espresso la nostra solidarietà e vicinanza morale nel timore di poter nuocere a Lei o al Suo lavoro. La Sua solitudine è un sintomo grave della situazione penosa in cui versano le nostre istituzioni. Questo regime appiccicoso di politici, finti manager, dirigenti sempre inchinati davanti al potente di turno disegnano una Italia in cui la democrazia è solo un involucro vuoto di senso. Temiamo che figure come la Sua siano ad esaurimento e che i nuovi dirigenti e politici che arriveranno nelle istituzioni saranno selezionati non secondo competenze, ma in base alla fedeltà che sapranno dimostrare al “lavoro di squadra”.
Un futuro nerissimo si dipinge per il nostro paese, per la nostra Toscana, per la nostra Firenze. Speriamo Le possa essere di conforto sapere che noi che scriviamo siamo tanti e che molti di più non Le hanno scritto solo perché non sanno cosa si muove nelle viscere del sistema politico. Sappia di non essere solo: il professor Salvatore Settis ha valutato in circa 30.000 i gruppi di cittadini come il nostro che in Italia si organizzano e si oppongono agli scempi fatti al loro territorio. Sappia che, anche se non La conosciamo di persona, il Suo lavoro è di conforto anche per noi, una salda speranza per il futuro delle prossime generazioni.