di Montecristo Sarà uno dei maggiori eventi sportivi del mondo, ma origliando le chiacchiere per le strade di Firenze, in questi giorni sembra invece che in città stiano per scendere i Marziani a due ruote, oppure che saremo oggetto di un bombardamento di biciclette al posto di una capitale mediorientale. Le leggende si rincorrono per i quartieri: “le strade saranno chiuse e invalicabili persino ai pedoni”, “arriveranno decine di migliaia di giornalisti”, “ci saranno più turisti che fiorentini”. Certo non aiuta nemmeno qualche eccesso nell'approccio delle istituzioni cittadine.
Quando si chiudono le scuole per due giorni, alla vigilia dei campionati, anche quelle distanti dalle aree coinvolte, anche quelle più piccole e di quartiere, si passa il messaggio che la settimana successiva avrà luogo qualcosa di eccezionale e, per certi versi, potenzialmente pericoloso. Tanto che al termine di una conferenza stampa a Palazzo Vecchio, ai giornalisti un poco frastornati, si è dovuto ribadire che la Protezione Civile è coinvolta nell'organizzazione per la qualità del suo apparato e delle tecnologie a disposizione e non perché siamo di fronte a una calamità naturale. Il risultato è una sorta di spirale di fantasie negative, un avvitamento psicotico che perde di vista la realtà.
In tanti stanno pensando persino di scappare dalla città. E chi può prendersi qualche giorno di ferie, specie con le scuole chiuse, medita di organizzare una mini-vacanza fuori programma. Qualunque cosa succeda, un modo per evitare ogni rischio. Qualunque cosa succeda. Ma quel che sta per avvenire a Firenze, la prossima settimana, è una grande festa di sport, un evento che diverte, la sfida dei migliori atleti di alcune discipline, che gareggiano una volta l'anno per essere incoronati nel palmares.
Allora perché i fiorentini dovrebbero scappare da Firenze proprio in occasione di una festa? Perché dovrebbero assentarsi dalla propria città quando è alla ribalta internazionale? E' questa ribalta mediatica che preoccupa qualcuno? Certo gli amministratori saranno sotto osservazione, qualcuno addirittura atteso al varco da tutta la stampa come uno scolaretto all'esame di terza media. E se qualcuno avesse ambizioni politiche nazionali, potrebbe avere l'interesse a sgombrare le strade dalla popolazione, concentrandosi sugli impegni della sola manifestazione sportiva.
Ma mettere in fuga i propri concittadini non è una soluzione per garantirsi uno scenario organizzativo più facile. Non sarebbe leale, dopo, auto-celebrarsi per il fluido svolgimento dei campionati mondiali, avendo trasformato Firenze in un deserto urbano. Meglio vivere la settimana della bicicletta così come verrà, giorno per giorno, che piova, o tiri vento, a piedi, o in un ingorgo, ma sperando sempre che i fiorentini, tutti insieme, sappiano dare il meglio di sé, e riescano anche e sopratutto a divertirsi.