di Nicola Novelli Direttore responsabile di Nove da Firenze FIRENZE- E' un'estate terribile per la sanità toscana, costellata di errori sanitari che hanno provocato decessi e strascichi polemici, puntualmente sottolineati dagli organi di informazione. Forse qualcuno in Giunta regionale avrà accusato anche la sfortuna per questa sequenza incredibile per un sistema sanitario toscano, sinora portato a esempio in ambito nazionale. Del resto, considerando l'ultimo episodio, quello del decesso della settimana scorsa in Versilia, a causa del mancato arrivo di una ambulanza con defibrillatore a bordo, i tempi di intervento dichiarati saranno sembrati a molti telespettatori italiani tempi del tutto dignitosi, rispetto ai deprecabili standard delle regioni del Centro sud, dove qualche volta le ambulanze non arrivano proprio e la gente è abituata a portare i familiari al pronto soccorso “in proprio”. Ma la percezione delle cose è soggettiva e il giudizio relativo al complesso dei fatti contemporanei.
In altre parole, perché un'estate fa il pubblico toscano accettò il decesso del bambino sul monte Calvana a causa del ritardo nei soccorsi come un evento fortuito, mentre quest'anno grida allo scandalo per l'invio non coordinato e insufficiente di tre ambulanze su un solo paziente? La differenza è la buona fede concessa nel primo caso e non più oggi. Nel mezzo c'è la stagione degli scandali finanziari delle Asl toscane, con indagini giudiziarie che hanno portato alla luce sperpero di denaro, uso privato delle risorse pubbliche e una occasionale irresponsabilità di chi dovrebbe garantire la messa a disposizione collettiva del sistema sanitario regionale. Così, quando accadono incidenti clinici ed eventi fortuiti all'origine di decessi, l'opinione pubblica diventa intollerante e non concede più il beneficio della buona fede ai protagonisti degli errori sanitari.
Questa sequenza di eventi politici-giudiziari-sanitari nel giro di pochi mesi è un modello esemplare di come una gestione inadeguata della cosa pubblica smagli il tessuto fiduciario tra sistema collettivo e opinione pubblica, con ricadute letali per tutti coloro che danno il meglio, ogni giorno, per sostenere la pubblica amministrazione. Ieri l’assessore regionale alla sanità, Luigi Marroni, ha annunciato in conferenza stampa che chiederà a tutti gli operatori sanitari toscani impegno e rigore e che intensificherà l'attività per motivare di più le persone, sviluppare la formazione, incentivare la professionalità.
Noi pensiamo che avrebbe fatto bene a spendere la stessa passione e la stessa volontà di cambiamento quando, mesi fa hanno cominciato a fioccare le notizie di dissesto finanziario delle Asl. Invece di pensare a difendere la correttezza delle procedure di vigilanza regionale, la Giunta regionale avrebbe dovuto immaginare che, davanti a cotanti episodi di incompetenza e malafede nella gestione amministrativa delle Asl, successivamente l'opinione pubblica avrebbe finito per mettere in dubbio persino la buona fede degli operatori sanitari. Ormai la frittata è fatta.
Serviranno molti anni per recuperare il rapporto fiduciario che legava la la gente di Toscana ai suoi sanitari e alla secolare tradizione del volontariato sanitario.