Nel corso di quest’anno le imprese legate al turismo della Toscana assumeranno oltre duemila lavoratori in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L'elaborazione della Federazione ItalianaPubblici Esercizi sui dati forniti dal sistema informativo Excelsior del ministero del Lavoro, ha registrato per la Toscana una diminuzione di oltre duemila lavoratori a carattere stagionale, per il 50% nel settore del ricettivo e degli altri servizi turistici (stabilimenti balneari, viaggi, ecc.) e per il 50% nella ristorazione. "Le previsioni sulla domanda turistica interna - commenta Aldo Cursano, presidente regionale - sono catastrofiche non solo dal punto di vista dei fatturati delle imprese, ma anche da quello delle ricadute occupazionali".
La flessione tocca maggiormente le imprese sulla costa e sulle zone turstiche montane, particolarmente legate al mercato interno, mentre è più ridotta nelle città d'arte, che godono dei flussi del turismo internazionale. "Uno scenario inquietante. Le imprese faticano a tenere aperti i locali, e non ce la fanno a mantenere il personale necessario, senza contare che molte hanno dovuto chiudere. Si va meno al ristorante, si fa meno colazione al bar, al mare si portano i panini da casa e si va alla spiaggia libera.
Senza politiche di sviluppo dell'economia e rilancio del turismo interno vedremo la fine di uno stile di vita toscano e la riduzione ai minimi termini di un sistema economico che il mondo ammira e invidia". Andrea Nardin, direttore di Confcommercio Toscana aggiunge: "In questa congiuntura non può che aiutare una revisione della legge sui contratti a tempo determinato, poiché una maggior flessibilità favorirebbe la propensione ad assumere in un mercato del lavoro provato ormai da anni da recessione e mancato sviluppo".