Un primo intervento, ma ancora insufficiente e, soprattutto, da accompagnare subito con la soluzione definitiva del problema degli ammortizzatori sociali in deroga. E’ questo in estrema sintesi il contenuto del parere – illustrato dal presidente della Toscana Enrico Rossi e dall’assessore Gianfranco Simoncini, coordinatore degli assessori regionali al lavoro – che le Regioni italiane hanno unitariamente definito oggi sul decreto-legge del Governo su occupazione giovanile e coesione sociale del 28 giugno scorso. “Abbiamo registrato il fatto – ha detto tra l’altro Rossi – che il Governo dopo lungo tempo è intervenuto con un provvedimento specifico sul tema cruciale giovani e lavoro e richiamiamo il fatto che le regioni investono molto in questa direzione, la Toscana in particolare con Giovanisì.
Visto che il decreto interviene anche su parti importanti della legge Fornero, denunciamo che la situazione per gli ammortizzatori in deroga,a livello nazionale, è ormai insostenibile, con decine di migliaia di lavoratori che non percepiscono indennità. Per questo l’esecutivo deve garantire una risposta forte e rapida per la copertura di tutto il 2013 e per un nuovo assetto del sistema degli ammortizzatori. Più in generale chiediamo interventi per promuovere occupazione e nuovo sviluppo”. “Le Regioni – ha sottolineato da parte sua Simoncini – hanno presentato un emendamento per arrivare ad una soluzione definitiva della questione della Cig in deroga, a partire dalla copertura finanziaria per tutto il 2013 e dalla necessità di di superare l’attuale sistema di disparità di tutele per garantire un’uguale copertura a tutti i lavoratori.
Abbiamo anche indicato un altro aspetto: non c’è stata concertazione con le Regioni nel predisporre il provvedimento. Un problema non solo di rispetto istituzionale, ma che ha inciso sull’efficacia stessa del provvedimento, laddove esso non ha tenuto conto di iniziative positive già messe in campo dalle Regioni. Le successive fasi del confronto Stato-Regioni dovranno segnare su questo una svolta netta”. Le Regioni hanno inoltre richiesto l’accoglimento di una serie di emendamenti presentati all’articolo 5 perchè, spiega Simoncini “la struttura di servizio ipotizzata nell’articolo impatta su competenze regionali, rispetto alle quali lo Stato può fare da supporto ma non sostituirsi”.
Senza questi emendamenti, sul quale il governo si è impegnato a riflettere, il parere delle Regioni sul decreto sarebbe negativo. Tra le ulteriori criticità indicate dalla Regioni, l’opportunità di prevedere interventi anche a favore dei giovani che hanno ottenuto una qualifica professionale e questo soprattutto per non vanificare gli investimenti effettuati dalle Regioni negli anni contro la dispersione scolastica e a favore del rafforzamento delle competenze; la necessità di consentire tirocini formativi in orario extracurriculare non solo per gli studenti della quarta classe delle scuole superiori, ma anche per quelli di terza e quinta classe, in coerenza con esperienze già in corso attraverso l’alternanza scuola-lavoro. Il parere delle Regioni rileva inoltre che per quanto riguarda gli incentivi per nuove assunzioni di giovani a tempo indeterminato di giovani, il decreto non prevede alcuna forma di raccordo con altri strumenti analoghi già esistenti a livello statale e regionale, in particolare per quelli previsti dal contratto di apprendistato.
Non previsto, inoltre, il rifinanziamento della legge 236 del ’93 per gli sgravi fiscali alle aziende che assumono lavoratori licenziati da aziende con meno di 15 addetti. Un altro punto su cui puntano l’attenzione le Regioni è quello del rimborso spese per i tirocini curriculari, a beneficio degli studenti che hanno concluso gli esami del corso di laurea. Tale beneficio risulta per il 50% a carico delle Università e per il restante corrisposto dall’ente pubblico o soggetto privato ospitante.
L’obbligo del cofinanziamento da parte del soggetto ospitante comporterebbe disparità di trattamento rispetto a quanto previsto in materia di indennità per i tirocini extracurriculari dall’accordo Stato-Regioni del 24 gennaio 2013.