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Renzi incontra Marchionne, la burocrazia bestia nera del sistema

Alla giornata economica fiorentina le istituzioni rinnovano l'impegno a non cadere nella trappola del decadimento strutturale, ma il rottamatore sbotta "Basta rinviare sempre ad ogni riunione, questo Paese può fare le cose"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 giugno 2013 15:06

Assemblea di Confindustria Firenze oggi al Teatro Comunale, ex casa del Maggio Fiorentino. Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e presidente di Chrysler si è presentato con l'ad di Mps Alessandro Profumo. La stretta di mano tra Marchionne e Renzi ha messo fine alla polemica suscitata da quelle poche ma significative parole pronunciate dal numero uno di Fiat quest'inverno "Renzi è sindaco di una città piccola e povera", frasi che Marchionne sostiene di non aver mai detto e che sarebbero state tradotte male dall'inglese. "Chiudere uno o due stabilimenti in Italia per far fronte alla eccessiva produttività, questa sarebbe una scelta razionale in questo momento, ma abbiamo detto e lo ribadisco che non chiuderemo nessuno stabilimento" così Marchionne.

Ha poi lanciato l'idea di "Una specie di patto sociale che cancelli opposizioni e distinzioni ideologiche". "Non chiederemo aiuti allo Stato" ha anche detto Marchionne riferendosi alla Cassa Integrazione usata in modo incondizionato. Nel finale la dedica: "Siate orgogliosi di un sindaco come Renzi". Pace fatta. Matteo Renzi ha parlato di 'rinviismo' ovvero di quella particolare peculiarità italiana di demandare al futuro ogni tipo di problematica del vivere quotidiano: "La politica deve accettare l'idea che e' finito il tempo del 'rinviismo.

Questo Paese può fare le cose. Il settore del legno è in grande crescita, si fa un tavolo per ogni discussione. Inutile prendersi grandi impegni ogni volta che ci riuniamo". Poi ha puntato su uno dei cavalli di battaglia del Renzi-pensiero, l'agevolazione per gli imprenditori a poter investire in Italia senza restare impantanati nelle sabbie mobili della burocrazia: "Hanno fatto l'assemblea dei saggi per far cambiare la burocrazia. Ce ne era bisogno?" ha sottolineato il primo cittadino di Firenze. "La mia sfuriata di Grosseto - ha invece spiegato subito il presidente Enrico Rossi che nei giorni scorsi incalzato dalla Rsu della Mabro ha attaccato gli imprenditori chiamdoli 'padroni' ed accusandoli di investire solo in ville ed alberghi e non in siti produttivi - dipende da troppo amore, io amo il lavoro e l'industria.

Siamo in un quadro di grandissima crisi, c'e' un aumento della disoccupazione, e ancora non siamo all'altezza di quel dinamismo, di quella svolta che sentiamo il bisogno di imprimere. Forse e' meglio non dare segnali negativi sui consumi e tenere qualcosa di piu' sui patrimoni". L'export toscano si difende bene così come il Turismo in Toscana ed il governatore ha sottolineato questi aspetti. Rossi ha infine preso come esempio di rilancio l'approvazione del tracciato dell'autostrada tirrenica. Simone Bettini, presidente di Confindustria Firenze ha chiesto maggiore attenzione al credito per la nascita delle imprese e maggiori strutture rivolte a migliorare lo sviluppo delle realtà già esistenti il tutto per aumentare il prodotto interno.

Punta poi sulla "squadra" nel momento di crisi ed invita gli imprenditori ad unirsi per realizzare un vero e proprio team che si metta di traverso e risalga la montagna. Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze invoca una ''fusione tra il capoluogo e i comuni intorno''. Barducci, ha fatto un appello ai candidati per le amministrative 2014, ''l'area vasta Firenze-Prato-Pistoia può svolgere la funzione di motore per l'intera regione''. “Sono d’accordo con Renzi quando dice che non si risolvono i problemi dell’Italia solo con la fusione dei piccoli comuni, ma io ho detto qualcosa di profondamente diverso all’assemblea degli industriali fiorentini”.

“Io ho auspicato la fusione di 11 comuni per la creazione della Grande Firenze Grande. E’ roba da piccoli comuni? Non mi pare. Basti pensare che così si costituirebbe un comune unico di oltre 650 mila abitanti”. “E siccome sono d’accordo con Renzi quando afferma che è finito il tempo del 'rinviismo', del prendere un problema e spostarlo un po' più in là - aggiunge Barducci - invito il sindaco di Firenze a esprimere subito la sua posizione sul tema della semplificazione che potrebbe essere ottenuta con la fusione degli undici comuni fiorentini”. AntLen

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