Le convenzioni tra la Asl 10 e le cliniche private fiorentine scadono il 30 giugno prossimo: «Cosa si aspetta a inviare la lettera di rinnovo?» A incalzare sull’argomento è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai. E’ a lui che alcuni titolari di cliniche private hanno segnalato di non aver ricevuto alcunché in vista della scadenza di fine giugno. La questione sta così: «All’inizio di dicembre dell’anno scorso – racconta Mugnai – la Asl 10 inviò ai privati accreditati una nota del direttore generale Paolo Morello sull’attività di specialistica ambulatoriale.
Lì si manifestava l’intenzione dell’Azienda di “proporre un riaffida mento dell’attività di specialistica ambulatoriale fino al 30/06/2013 con eventuale rinnovo al 31/12/2013» per un «tetto economico pari al 75% di quello 2012”. Ebbene – spiega Mugnai – alcuni privati ci segnalano che ad oggi, 6 giugno, ancora su quel rinnovo non è arrivato nulla di ufficiale, e sarebbe interessante tra l’altro sapere se si tratti di casi isolati o comunque quale sia la situazione generale». Ora, già la durata semestrale del rapporto di convenzione inibisce, è ovvio, la possibilità per il privato di qualunque programmazione di lunga gittata.
Ciò era però stato giustificato dalla Asl 10 con la messa a punto, a dicembre scorso ancora in itinere, dell’«Accordo Quadro teso alla realizzazione di una rete integrata tra strutture pubbliche e private» e con la «riorganizzazione e ottimizzazione dell’offerta dell’attività specialistica allora in atto». Il fatto non giustifica comunque la scarsa tempestività di oggi, e questo nuovo stare come tra color che son sospesi non fa che creare ulteriori difficoltà: «Non solo», aggiunge Mugnai.
«Nella Asl 10 le liste d’attesa per alcune prestazioni soprattutto sono già esorbitanti così. Una paralisi del privato, anche temporanea, non farebbe che aggravare la situazione, con danni che si ripercuoterebbero sempre sui più deboli, ovvero i cittadini bisognosi di cure e assistenza». EMERGENZE : Progettare un sistema dell’emergenza-urgenza che inizi con la chiamata al 118 e si concluda con la scelta del tipo e delle modalità di intervento, creare senza altri indugi le tre centrali d’area vasta del 118 e stabilizzare, come promesso a più riprese dalla giunta, i medici che operano nell’emergenza: sono queste, secondo Stefano Mugnai, le priorità emerse stamani durante l’audizione in Commissione IV dell’intersindacale dei medici dell’emergenza-urgenza composta da Cimo, Anaao-Assomed, Fimg, Snami e Smi. «In verità – ricorda Mugnai – si tratta di istanze già ascoltate durante le audizioni effettuate in vista della stesura del Piano socio-sanitario regionale integrato, lavoro reso del tutto inutile dalla giunta che ha archiviato la questione con le spicce.
Per questo alcune di queste cose sono già presenti negli atti regionali, altre ancora sono state oggetto di promesse mai realizzate prima da parte dell’ex assessore Daniela Scaramuccia e poi, di recente, dell’attuale assessore Luigi Marroni». «Ad esempio – spiega il Vicepresidente della Commissione sanità – sarebbe il caso di iniziare a passare dalle enunciazioni alla realizzazione di un sistema unico dell’emergenza-urgenza che parta dall’arrivo della chiamata al 118, passi dalla decisione su chi e cosa inviare in termini professionalità e di mezzi e che consideri in maniera integrata il territorio e l’ospedale.
Concetti noti e anche formalizzati in atti ma che non risultano applicati in molte realtà regionali». Resta poi ancora aperto il fronte della stabilizzazione dei medici del settore, più volte assicurata dagli assessori regionali alla sanità che si sono succeduti dall’inizio della legislatura: «Sarebbe opportuno – incalza Mugnai – procedere entro la fine di quest’anno a compiere il passaggio alla dipendenza del sistema sanitario regionale del centinaio di medici in convenzione a tempo indeterminato a 38 ore settimanali con un’anzianità di incarico senza soluzione di continuità di almeno 5 anni, così come sarebbe opportuno rendere a tempo indeterminato le convenzioni di altrettanti medici oggi a tempo determinato che quotidianamente operano gomito a gomito sia con i colleghi dipendenti del sistema sanitario regionale sia con quelli con convenzioni a tempo indeterminato».
Si tratta di professionisti, illustra ancora l’esponente del Pdl, che si trovano in questa situazione da vari anni e a cui le Asl hanno finora sempre rinnovato le convenzioni, fatto che dimostra quanto il loro apporto sia indispensabile al sistema. Ma l’audizione, secondo Mugnai, è stata utile anche per quanto riguarda la scelta, su cui la giunta regionale nicchia, tra l’istituzione di tre centrali del 118 di area vasta o di una centrale unica regionale: «Gli operatori – riferisce il consigliere – alla nostra precisa domanda sulla questione hanno risposto che questo modello di emergenza-urgenza può e deve funzionare su un sistema a tre centrali del 118 d’area vasta, esprimendo forti perplessità sulla funzionalità di un sistema a centrale unica che dovrebbe assistere un bacino d’utenza di circa 4 milioni di persone senza avere uno standard organizzativo che garantisca percorsi assistenziali sicuri, appropriati ed omogenei su tutto il territorio regionale».