Firenze – “Il processo di innovazione avviato a fine 2012 risponde ad una esigenza strategica che mira a ripensare un efficiente sistema sanitario nel momento in cui deve misurarsi con le innovazioni organizzative, le nuove conoscenze tecniche e scientifiche e le risorse disponibili”. Così ha esordito l’assessore Luigi Marroni, nel fare il punto – in commissione Sanità e politiche sociali – sullo stato di attuazione delle azioni di riordino dei servizi del sistema sanitario regionale.
Una panoramica complessiva e dettagliata – cadenzata da obiettivi e delibere – per affermare che “la sfida che affrontiamo può essere perseguita anche in virtù del buon esito della valutazione per l’anno 2012 dei bilanci delle nostre aziende sanitarie – ha sottolineato – e per il generale miglioramento registrato nelle performance dell’assistenza”. Risultato: dalla delibera del dicembre scorso, che dava il “la” alla riforma, possiamo tracciare un “bilancio positivo”, con avvio e realizzazione di molte azioni previste e che vanno a coprire in maniera diffusa tutte le aree coinvolte: dall’assistenza territoriale alla nuova organizzazione della medicina generale, dal ridisegno della rete ospedaliera all’area dell’emergenza-urgenza e al 118, fino alla predisposizione di un piano strategico di sviluppo per i processi dell’informazione e della comunicazione, ma anche per la gestione del personale. I consiglieri intervenuti, oltre a ringraziare l’assessore per la comunicazione dettagliata e per il modus operandi, hanno accennato ad alcuni punti in particolare. Lucia Matergi (Pd) ha fatto riferimento al “cambiamento di rotta che ha caratterizzato la Medicina generale e la gestione delle risorse umane, anello indispensabile per dare gambe ad una buona riorganizzazione del sistema”.
Gianluca Lazzeri (Più Toscana), dopo aver chiesto chiarimenti in tema di impatto sull’utenza e sullo stato dell’arte del 118, si è soffermato sulle assunzioni, “punto nevralgico” della sanità toscana. Marco Carraresi (Udc) ha invece puntato il dito sulla riorganizzazione dei livelli istituzionali e sulla questione della tessera sanitaria, “una sorta di Ferrari usata per andare a fare la spesa”. Secondo il vicepresidente Stefano Mugnai (Pdl) “affermare che la sanità toscana nel 2012 è migliorata stride un po’ con la percezione e il sentimento della gente”, magari più volte alle prese con liste di attesa di una certa lunghezza. Maria Luisa Chincarini (Cd), esprimendo “parere positivo sul percorso di riorganizzazione, anche se tutto può essere perfettibile”, ha chiesto di intervenire anche sull’apparato burocratico. Secondo Simone Naldoni (Pd) “le azioni messe in campo stanno dando risultati e il proseguo della riforma può essere affrontato con una spinta positiva”, lavorando nella diffusione di cultura sanitaria e organizzando il territorio in maniera autorevole. “Vorrei invitare l’assessore a fare presto e bene – ha concluso il presidente Marco Remaschi (Pd) – per troppo tempo siamo stati fermi, abbiamo perso campo e non siamo stati in grado di cavalcare i processi di rinnovamento; ci rivedremo per approfondire le prossime delibere e continuare quindi la nostra collaborazione, nell’interesse dei cittadini toscani”. Al centro dei lavori della commissione Sanità e politiche sociali, presieduta da Marco Remaschi (Pd), anche le determinazioni sulla proposta di nomina dei direttori generali delle Aziende Usl di Prato, Empoli e Livorno e dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi, dove si insedieranno, rispettivamente, Edoardo Majno, Monica Piovi, Eugenio Porfido e Monica Calamai. Ad esprimere forti perplessità il vicepresidente Stefano Mugnai (Pdl): “Ancora una volta siamo allo stesso giro di valzer e agli stessi nomi”.
L’invito ad una riflessione, dopo aver annunciato il voto favorevole, è arrivato anche dal presidente Remaschi: “I risultati in sanità richiedono tempo e non sempre gli scambi ai vertici possono essere positivi”. Maria Lusia Chincarini (Cd) ha dichiarato: “Per avere manager all’altezza occorre guardare ai curricula e non all’appartenenza politica”. “Voterò per disciplina di maggioranza”, ha annunciato Pieraldo Ciucchi (Gruppo misto). Posizione speculare a quella di Marco Carraresi (Udc) che ha deciso di non partecipare al voto “per disciplina di opposizione”.
Non ha partecipato neppure Gian Luca Lazzeri (Più Toscana). I due consiglieri di minoranza hanno espresso l’auspicio che “un esterno possa smuovere un po’ le acque a Careggi”. Hanno quindi partecipato al voto sei consiglieri: cinque si sono espressi a favore (Remaschi, Matergi, Naldoni, Chincarini e Ciucchi), un solo voto contrario (Mugnai Occorre guardare al processo di evoluzione delle Società della salute secondo un approccio più ampio, che non si focalizzi solo sull'aspetto dell'integrazione socio-sanitaria, ma affronti soprattutto i temi della governance in sanità e degli strumenti che i comuni hanno a disposizione per un'efficace gestione associata dei servizi sociali.
E' questa in sintesi la posizione espressa dall'Anci Toscana nel documento "Per la salute dei toscani", che contiene una serie di proposte e osservazioni al documento "Ipotesi di revisione del modello organizzativo per l'integrazione dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali" presentato dalla Regione Toscana alla Conferenza delle Società della salute. Attraverso questo documento, frutto di un ampio percorso di consultazione interna e di ascolto, Anci esprime il punto di vista dei Comuni nella discussione sull'evoluzione delle Società della Salute, partendo dal presupposto che queste si siano rivelate l'esperienza più avanzata a livello nazionale di integrazione socio- sanitaria.
L'Associazione dei Comuni prende atto, allo stesso tempo, della confusa normativa nazionale che rende difficile proseguire con la formula del Consorzio e del pronunciamento (ormai quasi un anno fa) del Consiglio regionale che aveva espresso l'esigenza di andare oltre l'esperienza delle Sds. "I Comuni vogliono continuare a giocare un ruolo da protagonisti nelle scelte che riguardano la salute dei cittadini - afferma Giorgio Del Ghingaro, sindaco di Capannori e responsabile Welfare e Sanità di Anci Toscana -.
Le Sds rappresentano uno strumento, ora dobbiamo continuare sulla strada dell'integrazione socio-sanitaria e sul consolidamento dei servizi sanitari nei nostri territori". Per Anci Toscana, occorre da un lato un rafforzamento della proposta regionale rispetto al tema dell'integrazione socio-sanitaria ma è ugualmente necessario intervenire su altri due aspetti. In primo luogo, sulla partecipazione dei comuni e dei loro rappresentanti eletti alla governance della sanità con riferimento alla riorganizzazione delle reti ospedaliere e la costruzione della sanità territoriale in quegli stessi ambiti prima governati congiuntamente con le Asl attraverso le Società della salute.
In seconda battuta, sugli strumenti che i comuni hanno a disposizione in questa fase per organizzare e gestire in maniera associata i servizi sociali, dato che le Sds erano in grado di rispondere anche a questa esigenza attraverso un adeguato livello organizzativo.