FIRENZE – “Un tavolo permanente tra la Regione e gli operatori della scuola paritaria”. E’ la proposta che il presidente della Regione Enrico Rossi ha portato al convegno “Scuole Fism ( Federazione italiana scuole materne) e prove di parità”, che si è svolto oggi al Convitto della Calza di Firenze. La Fism Toscana rappresenta e coordina le scuole dell’infanzia paritarie sul territorio regionale. Si tratta di 350 scuole gestite in larga parte dal mondo cattolico, con 800 sezioni che accolgono circa 20.000 bambini, il 20% dei bambini toscani che frequentano la scuola dell’infanzia.
“Queste scuole rappresentano una realtà importante per la Toscana – ha sottolineato Rossi – e la Regione già da tempo sta lavorando su un modello di integrazione e cooperazione che ritengo debba essere approfondito, mettendo sempre al centro le famiglie e i bambini”. “Purtroppo – ha continuato il presidente Rossi – credo che il tema del momento e anche dei prossimi anni sia la povertà e le difficoltà economiche in cui si dibattono le famiglie. La crisi colpisce i redditi familiari e il nostro compito è di dare insieme delle risposte alle famiglie, così come ai bambini e ai ragazzi in termini di qualità della formazione.
La Regione Toscana ha aumentato i finanziamenti per la scuola e di questo siamo orgogliosi. Lo abbiamo fatto per la scuole pubbliche e per quelle private cattoliche. Se c’è da fare qualcosa di più a partire dalle famiglie che si trovano in difficoltà economica, il tavolo permanente dovrà individuare gli interventi e lavorare in maniera collaborativa”. Il presidente Rossi ha concluso insistendo sul tema della povertà. “Ci sono scuole che rischiano la chiusura perché le famiglie non hanno i soldi per pagare le rette.
Questo riguarda non solo la scuola cattolica, ma anche per esempio gli asili nido costruiti dal privato sociale. I bambini aumentano grazie all’immigrazione e la Regione deve garantire che questi servizi siano accessibili anche a chi ha meno reddito”. E proprio a proposito di immigrazione, il presidente Rossi ha sottolineato come questa rappresenti ormai in Toscana il 10% dell’intera popolazione e come a Prato il 50% dei bambini che nasce è figlio di immigrati. “Il futuro della coesione sociale della Toscana – ha detto – passerà anche dalla nostra capacità di dialogo con le famiglie di questi bambini”.