Firenze, 15 marzo 2013– Il presidente del Consiglio Regionale della Toscana Alberto Monaci ha presentato oggi in Regione insieme allo storico Pier Luigi Ballini i primi due libri dedicati alla storia della Toscana e al ruolo dei toscani nel Risorgimento, nell’Italia liberale e negli anni della Repubblica. Le due opere, L’assemblea toscana del 1859-1860 (di Pier Luigi Ballini, pp. 280, euro 23) e La politica estera dei Toscani (a cura dello stesso Ballini, pp. 128, euro 12), entrambe curate da Ballini per le edizioni Polistampa, fanno parte di un più ampio progetto che comprende anche le biografie dei toscani presidenti del Consiglio – da Ricasoli a Sonnino, da Zoli a Fanfani, da Spadolini a Dini – e della Repubblica – Gronchi e Ciampi – , di imminente uscita.
I volumi saranno presentati anche al pubblico nelle prossime settimane a Firenze, in altre città toscane e a Roma. “La memoria e la storia possono essere uno strumento vivo per governare le difficoltà del presente. Forse dalla lettura degli atti del Parlamento toscano 1859-1860 possiamo avere un insegnamento di come il compromesso, la mediazione, siano l’essenza della democrazia”. Lo ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Alberto Monaci, nella conferenza stampa di presentazione di due libri del professor Pier Luigi Ballini, ‘L’assemblea toscana del 1859-1860’ e ‘La politica estera dei toscani’.
Le due opere si inseriscono in un progetto editoriale nato con la Festa della Toscana 2010, dedicata al 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che ha già visto la pubblicazione di un volume sui padri costituenti. “Al supremo interesse nazionale, che solo due anni fa, con forza, si impose nel costume e nel dibattito si contrappone oggi un ‘autismo’ delle visioni di parte – ha aggiunto il presidente Monaci – Vi è un vulnus alla stessa essenza dello stato democratico: il rifiuto della mediazione, della convergenza verso un compromesso, che anteponga l’interesse generale al particolare.
Chi rifugge la mediazione è fuori dell’alveo della democrazia”. L’Assemblea toscana, al centro del primo volume, costituisce una vicenda poco conosciuta del processo di unificazione nazionale. Voluta dalla Consulta del governo della Toscana e da Ricasoli circa tre mesi e mezzo dopo la rivoluzione del 27 aprile 1859 contribuì, dopo l’armistizio di Villafranca, a orientare la maggioranza dei toscani verso posizioni unitarie. Nel secondo volume vengono, invece, documentate le linee di politica estera di eminenti personalità toscane, ministri degli esteri nei Governi del Regno e della Repubblica, attraverso i saggi di Ferdinando Salleo su Francesco Guicciardini, di Luciano Monzali su Sidney Sonnino, di Ennio Di Nolfo su Galeazzo Ciano, di Bruna Bagnato su Carlo Sforza e di Leopoldo Nuti su Amintore Fanfani. “La ricerca sottolinea il ruolo che i toscani hanno avuto nel Risorgimento, nell’Italia liberale, nella Repubblica.
Una classe dirigente di grandissimo livello, come si vede già dalle scelte del Risorgimento – ha affermato il professor Pier Luigi Ballini – Nel novecento i ministri degli esteri toscani hanno segnato i governi di cui hanno fatto parte. Non si può fare storia politica dell’Italia se non si fa storia della Toscana e dei toscani”.