La crisi economica che si è configurata nel corso degli ultimi anni sta coinvolgendo l’industria automobilistica e in particolar modo il mercato italiano, che ha concluso il 2012 in regressione di più del 20% rispetto all’anno precedente. Si tratta di un ritorno ai livelli del mercato automobilistico degli anni ’70, livelli che, si prevede, saranno confermati anche nel 2013. Nell’ambito di tale contesto e in un’ottica di razionalizzazione della propria organizzazione, Renault ha deciso la chiusura della Filiale Renault Retail Group di Firenze.
Nei giorni scorsi hanno avuto luogo gli incontri con i dipendenti, al fine di informarli della decisione maturata e di avviare le azioni previste dalla normativa vigente. "Renault si adopererà per garantire le normali attività commerciali e di assistenza per i clienti Renault e Dacia (come la consegna dei veicoli ordinati e la manutenzione dei veicoli in possesso) fino alla chiusura effettiva della Filiale di Firenze". "Una vera e propria scelta devastante sul piano sociale - secondo i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - Si tratta di una scelta grave e inaccettabile, presa con troppa leggerezza e senza aprire una fase interlocutoria, autorevole e socialmente responsabile".
Parte la mobilitazione dei lavoratori e della Rsu per difendere "lavoro, diritti e dignità". Appello al Comune e Provincia di Firenze, Regione Toscana per attivare idonee iniziative istituzionali rivolte alla proprietà per mantenere la filiale a Firenze e rivedere i 50 licenziamenti. Rifondazione comunista, nell’esprimere solidarietà ai lavoratori, chiede alle istituzioni adeguate iniziative per tutelare e sostenere i lavoratori. Presentata una domanda d'attualità. Di seguito il testo. "Giovedì 28 febbraio la direzione aziendale di Renault a Firenze ha comunicato alla RSU la volontà di chiudere la filiale fiorentina nella quale lavorano 50 persone.
Una vera e propria scelta devastante sul piano sociale “…50 famiglie entrano così nell’incubo della precarietà…” in un momento di forte recessione economica e di pesante crisi occupazionale. Per la RSU “… il settore dell’auto e di riflesso tutto ciò che gira intorno in questi anni di crisi vive una delle stagioni più brutte dove purtroppo i lavoratori sono i primi e alla fine gli unici a pagare scelte unilaterali aziendali e prova ne sono le tante concessionarie chiuse ed i tanti lavoratori licenziati…”. Si tratta di una scelta grave e inaccettabile, presa con troppa leggerezza e senza aprire una fase interlocutoria, autorevole e socialmente responsabile, non convince il ragionamento dei dirigenti della Reanault i quali sostengono che “…Firenze non è più ritenuta strategica per la casa, un settore in perdita…”.
Immediata è stata la reazione della RSU e dei lavoratori che hanno dichiarato la propria indisponibilità ad accettare questo nuovo massacro sociale. Troppo pesante è il prezzo da pagare, a partire dalla dismissione per i 50 lavoratori fiorentini scatterà la mobilità, “…che per ognuno durerà a seconda della posizione. Si tratta di dipendenti giovani, molti under 30, ma anche di gente con famiglia….”. Al fine di contrastare la chiusura e i conseguenti licenziamenti i lavoratori e la RSU di Renault Firenze hanno proclamato 2 ore di sciopero per lunedì 4 marzo, con un presidio di fronte allo stabilimento.
Contestualmente alle iniziative di lotta e di mobilitazione è partito anche un appello al Comune e Provincia di Firenze, Regione Toscana per attivare idonee iniziative istituzionali rivolte alla proprietà per mantenere la filiale a Firenze e rivedere i 50 licenziamenti. Gli scriventi Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà ai lavoratori della Renault filiale di Firenze in lotta per contrastare la dismissione e i conseguenti licenziamenti, nel dichiarare il proprio sostegno politico e istituzionale alla vertenza chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla vicenda e cosa intende fare l’Amministrazione provinciale- unitamente al Comune di Firenze e alla Regione Toscana – per impedire lo smantellamento della sede fiorentina della Renault e i licenziamenti annunciati. Altresì chiediamo di sapere quali iniziative di sostegno e tutela dei lavoratori sul piano occupazionale, salariale e dei redditi la Giunta intende attivare al fine di contrastare precarietà, perdita del lavoro e dei diritti". L’azienda software Bongiorno/Dada.net di Firenze annuncia il licenziamento di tre lavoratrici "impedendo alla Rappresentanza sindacale unitaria di assistere al colloquio - sostengono i consiglieri provinciali di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi - A fronte di politiche autoritarie e antisociali messe in essere dalla proprietà 120 lavoratori hanno proclamato lo sciopero chiedendo l’immediata riassunzione".
A fronte di un comportamento "lesivo dei diritti, dignità e lavoro, la protesta non si ferma per lunedì mattina 4 marzo è stata convocata un'assemblea di tutti i lavoratori dove saranno decise le prossime forme di mobilitazione". Rifondazione comunista, nell’esprimere solidarietà alle tre lavoratrici di Bongiorno/Dada.net, e il pieno sostegno alla mobilitazione e alla vertenza, chiede alla Provincia di Firenze unitamente alle altre Istituzioni – Comune di Firenze, Regione Toscana - di "intervenire senza alcun indugio verso proprietà pretendendo l’immediata riassunzione delle tre lavoratrici e un profilo di maggiore responsabilità sociale improntato sul rispetto dei diritti e del lavoro".
Presentata una domanda d'attualità in Provincia di art. 39 del Regolamento del Consiglio Provinciale. "Sciopero spontaneo alla software Bongiorno/Dada.net di Firenze, con sede in largo Annigoni. 120 lavoratori hanno proclamato sciopero e sono scesi in strada nella mattinata di venerdì 1 marzo, in solidarietà alle tre lavoratrici a cui è stato comunicato che saranno licenziate per soppressione del loro ufficio. Si è trattato di una iniziativa di contrasto ai licenziamenti annunciati, ritenuti ingiusti e incomprensibili dato che siamo di fronte ad una azienda “…in cui gli indicatori economici sono positivi, al contrario di quanto sta succedendo nella maggior parte delle aziende in questo difficile momento di crisi…”. Oltre alle politiche autoritarie e antisociali messe in essere dalla proprietà colpisce anche il modo come i licenziamenti sono stati annunciati ovvero è stato messo in essere il divieto di assistere al colloquio per la RSU. A fronte di un comportamento lesivo dei diritti, dignità e lavoro la protesta non si fermerà per “…lunedì mattina è stata convocata un'assemblea di tutti i lavoratori dove saranno decise le prossime forme di mobilitazione…”. I Consiglieri Provinciali di Rifondazione Comunista nell’esprimere solidarietà alle tre lavoratrici di Bongiorno/Dada.net di Firenze raggiunte da un procedimento di licenziamento, a fronte dello sciopero spontaneo organizzato da tutti i lavoratori per contrastare le politiche autoritarie e antisociali attivate dall’azienda, nel dichiarare il proprio sostegno politico e istituzionale alla mobilitazione in atto a difesa del lavoro, della dignità e dei diritti, nel richiedere che anche la Provincia di Firenze unitamente alle altre Istituzioni chiedano senza alcun indugio alla proprietà, l’immediata riassunzione delle tre lavoratrici chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all’Assessore competente di riferire sulla vicenda dello stabilimento Bongiorno/Dada.net in riferimento alla volontà annunciata dalla proprietà di licenziare le tre lavoratrici. Altresì chiediamo di sapere se l’Amministrazione Provinciale per quanto di sua competenza è stata investita della vertenza da parte delle organizzazioni sindacali riferendo altresì cosa intende fare la Giunta per contrastare gli ingiustificati licenziamenti, per richiedere alla proprietà l’assunzione di un profilo di maggiore responsabilità sociale e la revoca dei medesimi. Infine chiediamo di sapere se la Provincia di Firenze intende sostenere la lotta dei lavoratori di Bongiorno/Dada.net impegnati a difendere diritti, dignità e lavoro".