FIRENZE – Dopo le 5 manifestazioni di interesse all’acquisto del gruppo Seves, entro il mese di marzo sono attese le offerte vincolanti che dovrebbero consentire l’avvio di una fase negoziale più stringente tra la stessa Seves e i possibili acquirenti. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che si è tenuto oggi in Regione ed al quale hanno partecipato l’assessore al lavoro e alle attività produttive, Gianfranco Simoncini, rappresentanti di Comune e Provincia di Firenze, delle organizzazioni sindacali e dell’azienda. I rappresentanti delle istituzioni, prendendo atto delle informazioni fornite dai dirigenti Seves, hanno ribadito la necessità che il confronto sulla cessione tenga conto dello sviluppo dello stabilimento fiorentino, con l’obiettivo di salvaguardarne le produzioni di alta qualità.
“Ci attendiamo – ha sottolineato in particolare l’assessore Simoncini – che chi manifesterà concretamente l’intenzione di rilevare il gruppo e le sue attività, lo faccia sulla base di un serio piano finanziario e di un robusto piano industriale. Lo stabilimento di Firenze per la qualità delle sue produzioni, che si pongono nell’alto di gamma, potendo rappresentare il made in Italy, deve essere un elemento fondamentale del piano”. I rappresentanti della Seves hanno inoltre informato che l’azienda chiederà il prolungamento per tre mesi della cassa integrazione ordinaria. Una nuova riunione del tavolo sulla situazione dell’azienda è già stata prevista per la fine del mese di marzo. I Lavoratori e le lavoratrici della Kme Firenze, riuniti ieri, 26 febbraio in assemblea, hanno analizzato lo stato della vertenza che vede coinvolti i siti produttivi italiani.
L’Assemblea e l’RSU non giudicano credibile un piano industriale che non preveda il pieno mantenimento produttivo dell'azienda in Italia attraverso la conservazione e saturazione del Forno Asarco di Fornaci di Barga, la permanenza delle officine delle Lime e una soluzione, produttiva e occupazionale, che garantisca la piena sopravvivenza dello stabilimento di Serravalle Scrivia. Secondo i sindacati puntare in maniera decisa sui siti e sugli impianti italiani permetterebbe di ripensare ai 275 esuberi annunciati dall’azienda come a delle risorse e non a dei meri costi.
Al contrario il piano di ristrutturazione presentato dalla KME peserebe in maniera pesante sul futuro produttivo e occupazionale di tutti i siti italiani, compromettendone così la loro attuale vocazione produttiva e la loro stessa sopravvivenza. Per questo l’Rsu dichiara 8 ore di sciopero giovedì 28 febbraio, con presidio, a partire dalle ore 08.00, davanti alla sede di Via de’ Barucci, 2 – Firenze.