FIRENZE- Sciopero ad oltranza, mobilitazione permanente e un presidio sotto la presidenza della Regione Toscana da effettuarsi nei prossimi giorni. Sono queste le azioni che i lavoratori e le lavoratrici dell'appalto portinerie Regione Toscana insieme alle RSA – Cgil-Cisl-Usb intraprenderanno a partire da domani giovedì 21 febbraio dopo il fallimento della trattativa tra Regione Toscana, Eurosafety, la società vincitrice dell'appalto, e le rappresentanze sindacali. A questa decisione si è giunti dopo l'incontro di oggi tenutosi presso la presidenza della regione in Piazza Duomo a Firenze, durante il quale non sono state accolte le richieste minime da parte dei lavoratori, ovvero l'applicazione di un contratto di riferimento “multiservizi” e non a quello applicato dai “proprietari di fabbricati”.
Ciò considerate le mansioni ad oggi svolte, e pretese dalla committenza, dai 63 lavoratori impiegati in Regione Toscana da 24 anni. L'applicazione di tale contratto, lo ricordiamo, prevede una paga oraria netta di 4,08 euro/ora per 195 ore mensili (5,53 euro/ora lordi). Le RSA – Cgil-Cisl-Usb diffidano contestualmente la Regione Toscana a sostituire i lavoratori in sciopero con operatori di altre aziende esterne come – contrariamente a quanto prevede lo Statuto dei laovratori – la Regione Tocana è solita fare. La Giunta regionale della Toscana è disponibile ad adottare qualunque provvedimento, coerente con la normativa nazionale, pur di risolvere il problema dei 63 dipendenti del portierato che si sono visti ridurre la paga oraria in seguito alla gara d'appalto vinta dalla società Eurosafety.
Il presidente della Regione ha dato mandato agli uffici perchè valutino ogni possibilità, compresa quella di presentare un'apposita proposta di legge al Consiglio regionale, capace di risolvere il problema e comunque di studiare qualsiasi soluzione tecnica sia praticabile. Da questo punto di vista la Giunta regionale si è dichiarata aperta a qualunque proposta possa arrivare anche dal fronte sindacale. Secondo il governo regionale da quando si è presentato il problema è stato fatto tutto il possibile, ma non è si è riusciti a trovare una soluzione soddisfacente e rispondente alle esigenze dei lavoratori.
Ciò è avvenuto non per motivi finanziari e neppure per questioni di principio, ma per vincoli normativi della legislazione nazionale. Il capitolato della gara d’appalto – questa la spiegazione tecnica - essendo un atto dirigenziale, non è stato né redatto, né approvato dalla Giunta e appare del tutto legittimo ancorchè penalizzante per i lavoratori. D’altra parte se contenesse elementi di illegittimità sarebbe stato facile risolverlo, anche in via di autotutela da parte della Giunta. perUnaltracittà è a fianco dei 63 lavoratori e lavoratrici contro l'assegnazione del nuovo appalto che prevede un corrispettivo di 4 euro l'ora.
"Colpisce in questa vicenda che ad avere congegnato un appalto così sia un'amministrazione di sinistra -commenta la consigliera comunale Ornella De Zordo- con una maggioranza solida composta da Partito Democratico, Federazione della Sinistra - Verdi, Italia dei Valori, Sinistra Ecologia e Libertà. Quelle stesse formazioni politiche che in campagna elettorale promettono un'Italia giusta, il rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori.