Firenze, 18 febbraio - Il meccanismo di applicazione della Tares, il nuovo tributo locale che ha sostituito Tia e Tarsu per la copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani e di altri servizi locali, come polizia, illuminazione e strade, rischia di mettere in grave crisi l’equilibrio finanziario dei gestori. La legge entrata in vigore il 1° febbraio, infatti, posticipa per i Comuni la prima rata del tributo da marzo a luglio con la conseguenza che essi non avranno la liquidità necessaria per pagare i contratti di servizio alle aziende, provocando una tensione finanziaria sui loro bilanci che gli esperti calcolano intorno a 400 – 420 milioni di euro nel 2013. “Per evitare situazioni di crisi e di blocco del sistema bisogna tornare alla scadenza di marzo - ha detto oggi Alfredo De Girolamo, presidente di Confservizi Cispel Toscana, nel corso di una conferenza stama tenuta alla vigilia di un incontro che avrà luogo domani in Regione Toscana con la partecipazione di tutti i soggetti interessati - considerando che ci sono le elezioni e la scadenza è imminente, proponiamo una soluzione, quella di mantenere per il 2013 il regime Tarsu e Tia del 2012, facendo partire solo la parte che riguarda i servizi indivisibili e preparandosi per il nuovo regime.
In ogni caso è urgente un accordo fra Comuni, Aziende e sistema bancario teso a garantire un sistema di anticipazione sulle fatture o sui contratti per quella cifra a prezzi ragionevoli”. “Tale accordo - ha proseguito – potrebbe essere promosso dalla Regione e prevedere un ruolo di FIDI Toscana, insieme a un pool dei principali istituti di credito”. In questa direzione “andrà verificato il sistema delle garanzie e la possibilità di certificare in modo agevole, i crediti della pubblica amministrazione sulla base della recente normativa in materia”. In assenza di tale accordo, infatti, è prevedibile che molti Comuni non disporranno fino ad agosto/settembre delle risorse finanziarie per pagare i contratti di servizio.
Ciò significa il rischio reale del blocco del servizio oltre ad un accumulo del credito dei gestori pari a 500/550 milioni di euro su un costo complessivo della gestione dei rifiuti urbani in Toscana nel 2013 pari a 800/850 milioni. “Considerato un tempo di pagamento medio normale pari a 60 giorni – ha spiegato ancora De Girolamo – si genera una tensione finanziaria straordinaria nel 2013 pari a 400-420 milioni di euro”. Uno squilibrio finanziario che potrebbe essere inferiore, considerato che i diversi Comuni hanno situazioni di liquidità diverse, ed è quindi possibile che una parte di essi riesca ad anticipare in parte il pagamento dei debiti verso i concessionari anche prima di riscuotere dagli utenti la prima rata Tares a luglio/agosto. Una situazione diversa poi potrà caratterizzare i comuni che erano a Tia rispetto ai comuni che erano a Tarsu, dal punto di vista della possibilità per i gestori di emettere fatture mensili o meno e quindi ricorrere a strumenti di anticipazione e factoring.
In ogni caso “occorre che Comuni e Ato predispongano rapidamente i regolamenti per la riscossione della Tares e definiscano tempi e modalità di pagamento dei gestori dei servizi”, ha concluso De Girolamo, così come, secondo quanto prevede la legge per il 2013, dovranno affidare “le fasi di preparazione, emissione e spedizione delle cartelle esattoriali della Tares per evitare circa 300 esuberi fra i dipendenti che finora per le aziende dei rifiuti si occupavano anche della bollettazione, tornata di competenza degli enti locali”.
Nel 2013 i contratti di gestione del servizio rifiuti urbani sono ancora di competenza dei singoli comuni (287 soggetti in Toscana) i quali hanno rapporti con circa 25 operatori locali di dimensioni diverse. Si tratta quindi di una problematica finanziaria frazionata in un numero rilevante di comuni (concedenti) e gestori (concessionari). Il Comune più grande (Firenze) riceve fatture dal gestore per oltre 80 milioni di euro più IVA, i comuni più piccoli per cifre anche molto piccole inferiori al milione di euro l’anno.
Il gestore più grande fattura all’insieme dei comuni circa 130 milioni di euro, quello più piccolo 8 milioni. Gli oneri finanziari connessi ad un tale ritardo di pagamento sono stimati in 2,5-3,0 milioni, per un onere complessivo addizionale (rispetto ad un ciclo di liquidità normale) pari a 2,0 milioni. Per il 2014, con i nuovi affidamenti di ambito, occorre che vengano definite le procedure, da parte delle tre Ato e di intesa con la Regione, per attribuire completamente alle Ato il compito di definire, approvare e applicare la Tares e i relativi piani economico-finanziari, per evitare il frazionamento di queste decisioni alla base dei ricavi dei gestori, fra tutti i comuni toscani.