Sono 74.000 i rotoli di tessuto sottoposti a sequestro dai militari della Compagnia di Prato nel corso di un'operazione di servizio a contrasto della criminalità economica, aventi un volume complessivo su strada paragonabile a 65 container a pieno carico e dal valore commerciale di circa 13 milioni di Euro. Le indagini, che hanno tratto spunto da un'attività di controllo del territorio incrociata con interrogazioni delle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, si sono concentrate su 3 aziende gestite da cittadini di origine cinese e situate nella zona del "Macrolotto" pratese ove erano immagazzinati i 74.000 rotoli di tessuto, pari a circa 1.265 tonnellate di materiale, privi dei requisiti necessari per la commercializzazione, che sarebbero stati utilizzati per il confezionamento di capi d'abbigliamento. I tessuti, infatti, non erano accompagnati da alcuna certificazione o etichettatura in grado di attestare l'origine del prodotto, mentre l'art.
14 Reg. (CE) del 27/09/2011, disciplinante la materia, prescrive che i prodotti tessili immessi nel mercato UE devono essere contrassegnati con l'indicazione della loro composizione merceologica e che l'etichettatura deve essere ben visibile onde evitare dubbi sulla qualità delle merci. Ciò al duplice fine, da una parte di garantire il consumatore finale il quale deve essere certo della qualità del tessuto nel momento in cui ne fa uso, dall'altra di reprimere fenomeni di concorrenza sleale tra aziende. L'infrazione di questa norma comporterà l'irrogazione di una sanzione pecuniaria da parte della Camera di Commercio e l'eventuale confisca delle merci. Sono stati inoltre effettuati interventi anche presso altri 2 pronto-moda gestiti da cinesi, sempre nella zona del "Macrolotto" dove, all'interno dei relativi capannoni, erano stati creati loculi dormitorio mediante tramezzi ed impalcature abusive. Sono stati quindi identificati 26 operai cinesi intenti al lavoro, tra cui 7 immigrati clandestini i quali sono stati avviati alla Questura per le procedure di espulsione dal territorio nazionale. Con la collaborazione della Polizia Municipale, all'interno dell'impresa, sono stati sequestrati anche i 53 macchinari per mancanza della segnalazione obbligatoria di inizio attività al Comune, come previsto dal Regolamento di Polizia Urbana. I titolari delle due aziende, nei cui confronti sono in corso accertamenti fiscali più approfonditi, sono stati denunciati all'A.G.
per sfruttamento dell'immigrazione clandestina.