La retrocessione degli scali di Firenze e Pisa arriva dopo un interminabile dibattito che ha riguardato l'ampliamento dell'infrastruttura aerea in Toscana: da dove mettere le piste, a come farle, cosa offrire per rendere maggiormente appetibile il territorio dal punto di vista economico e turistico. Pisa e Firenze, con sei milioni e trecentocinquantamila passeggeri annui complessivi, si collocano al quarto posto a livello nazionale, con il Galilei che da solo ne muove 4,5 milioni.
Solo un anno fa erano tra gli scali di prima fascia secondo l'Enac. Il nuovo piano strategico promosso dal ministro Corrado Passera riorganizza dopo 26 anni la mappa degli scali italiani. Dei 112 adesso operativi solo 31 si possono fregiare del titolo "Di interesse nazionale" che continueranno ad essere seguiti e valorizzati anche in prospettiva di ampliamento ed efficientamento. Gli altri verranno demandati alla gestione delle rispettive regioni che potranno deciderne autonomamente sopravvivenza oppure chiusura definitiva. Tra questi 31 vi è una ulteriore suddivisione tra Core Network - Comprehensive e Indispensabili territorialmente.
Firenze e Pisa non sono tra i primi dieci. Solo questione di classifica dunque? Vi spetta la seconda fascia. Da qui la reazione delle istituzioni locali a partire dal presidente Enrico Rossi, il sindaco di Firenze Matteo Renzi e quello di Pisa Marco Filippeschi. Ma cosa cambia in sostanza? Firenze e Pisa, comunque ritenuti di interesse nazionale, "potranno essere oggetto di un programma di infrastrutturazione che ne potenzi capacità, accessibilità ed intermodalità. "Non è solo un problema terminologico ma di sostanza - spiega Rossi - .
Infatti questa classificazione comporta, per gli aeroporti toscani, minori possibilità di finanziamenti tramite fondi dell’Unione Europea. Insieme ai Sindaci di Firenze e Pisa ho chiesto un incontro urgente al Ministro Passera. Vogliamo conoscere i motivi di questa scelta e poi illustrargli lo stato di attuazione del processo di integrazione delle società dei due aeroporti (già avviato) e di ammodernamento di quello di Firenze (entro febbraio presenteremo la variante del Parco della piana).
Scelte che arricchiscono il valore strategico del sistema aeroportuale toscano e lo rendono più competitivo. La Regione, che su questo si è spesa e si sta spendendo molto, non può essere penalizzata da scelte romane poco comprensibili". La ''scelta romana'' appunto pervede anche la progressiva uscita degli enti pubblici dal capitale sociale delle società aeroportuali favorendo al contrario l'ingresso dei privati, esattamente l'opposto di quanto fino ad ora portato avanti dalla Regione Toscana e da Rossi che anzi ha acquistato le azioni di Mps in Adf.
Il provvedimento ministeriale prevede anche di favorire la realizzazione delle reti aeroportuali tra scali complementari: criterio questo incarnato perfettamente da Firenze e Pisa con le due diverse tipologie di scalo e di traffico, di city aerport il primo e low cost il secondo. Il dibattito politico si è ora scagliato contro il troppo tempo perso a chiacchierare senza realizzare nulla. La Giunta Rossi si è fatta promotrice durante l'accesa discussione che ha investito Peretola di una riorganizzazione del PIT piano territoriale che avrebbe concesso l'apertura delle maglie burocratiche entro le quali inserire una 'ristrutturazione' dello scalo fiorentino.
Una città come Firenze non può permettersi arrivi che saltano a causa del vento con una pista di atterraggio orientata verso Monte Morello. Al tempo stesso attorno allo scalo del capoluogo l'amministrazione Renzi ha puntato il dito sul semaforo che costringe ad una strozzatura all'ingresso della direttrice verso Prato e sulla necessità di far arrivare un mezzo pubblico, come la tramvia, fino all'interno dell'aeroporto. Di tutto ciò che è stato messo sul tavolo nulla ha preso forma dopo l'esito del dibattito politico. Queste le dichiarazioni dei Componenti Pdl in Commissione VII (Trasporti e Infrastrutture) Paolo Enrico Ammirati (Vicecapogruppo) Giovanni Santini (Vicepres.
Commissione) e Jacopo Ferri: «Sul declassamento degli aeroporti di Firenze e Pisa è proprio inutile che il governatore toscano Enrico Rossi si scaldi adesso, a mo’ di lacrime di coccodrillo. Sono infatti mesi (e mesi… e mesi…) che sfugge alla questione del futuro assetto dello scalo di Peretola sia in Commissione trasporti che nell’aula del Consiglio. Ed ecco: questi sono i frutti». «Tutto a causa delle diatribe tra Pd toscano e Pd fiorentino e della Piana che proprio su quell’area combattono una guerra al calor bianco che, di fatto, tiene in ostaggio lo sviluppo aeroportuale e complessivamente infrastrutturale del territorio.
Come si possa parlare di buona amministrazione, davvero non si sa. La responsabilità politica è chiara. Come Pdl non lasceremo che anche questa volta la colpa muoia fanciulla». Sul declassamento degli scali di Pisa e Firenze interviene la consigliera regionale Marina Staccioli: “l’empasse che da anni contraddistingue il comportamento della Giunta Regionale in merito ai due scali aeroportuali sta portando alla loro svalutazione, facendo si che altri aeroporti, anche solo per il fatto di avere serie progettualità per il futuro, ci passino avanti nonostante numeri nettamente inferiori”. La notizia di ieri dell’inserimento degli scali di Pisa e Firenze tra i 31 aeroporti di seconda fascia, definita comprehensive, e non nella top ten dei core network, ha scatenato le proteste del Governatore Enrico Rossi e dei sindaci delle due città coinvolte, “ma – commenta la consigliera regionale Marina Staccioli – è proprio nell’empasse decisionale della Giunta di Rossi, e soprattutto nella guerra intestina del Pd che vanno ricercate le basi di questa sconfitta politica degli scali toscani”.
“Dalla nuova pista del Peretola Da Vinci all’inefficienza dei collegamenti tra i due aeroporti, la Giunta in questi anni non è riuscita a superare i limiti che ne impediscono la definitiva consacrazione – prosegue la consigliera – questo nonostante i numeri ci siano tutti visto che Pisa e Firenze, con sei milioni e trecentocinquantamila passeggeri annui complessivi, si collocano al quarto posto a livello nazionale, con il Galilei che da solo ne muove 4,5 milioni. Sul banco ci sono, parole del ministro Passera, sforzi e investimenti economici, un’opportunità che la Toscana si è saputa meritare e che non può lasciarsi sfuggire per un’ignavia decisionale – continua Staccioli – mi auguro che il presidente Rossi e la sua Giunta riescano a prendere una decisione a questo punto fondamentale per il sistema dei trasporti toscano, pensando al bene collettivo e senza lasciarsi condizionare dalle beghe di partito”.