Nuova mappa per gli aeroporti italiani: a ridisegnarla è l'Atto di Indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale emanato dal Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Corrado Passera. In pratica il nuovo Piano classifica gli scali in base alla loro importanza; sostanzialmente due i criteri utilizzati: rilevanza e traffico. Firenze e Pisa rientrano nella seconda categoria. La retrocessione si traduce nel trasferimento di tali scali alla Regione che perciò se ne assume tutti gli oneri: non potendo più avvalersi delle risorse governative, dovrà decidere della loro salvezza o della loro chiusura.
Nel nostro Paese sono attualmente operativi 112 aeroporti, 90 dei quali sono aperti esclusivamente al traffico civile (43 aperti a voli commerciali, 47 a voli civili non di linea), 11 militari aperti al traffico civile (3 scali aperti a voli commerciali, 8 a voli civili non di linea), 11 invece quello esclusivamente a uso militare. 10 quelli che rientrano nella prima categoria: la Core Network cioè considerati di rilevanza strategica a livello Ue in quanto pertinenti a città o nodi primari):a città o nodi primari): Bergamo Orio al Serio, Bologna, Genova, Milano Linate, Milano Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia.
13 quelli inseriti nella Comprehensive Network cioè con traffico superiore a 1 mln di passeggeri annui: Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona. 6 quelli con traffico superiore a 500mila passeggeri annui e con specifiche caratteristiche territoriali (unicità nell’ambito regionale o servizio a un territorio di scarsa accessibilità): Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste.
A questi si aggiungono Lampedusa e Pantelleria "indispensabili per la continuità territoriale". "Con l’Atto di Indirizzo - ha dicharato Passera- colmiamo una grave lacuna del nostro Paese che durava da 26 anni". L'iter ministeriale prevede che ora il documento venga alla Conferenza permanente Stato-Regioni per la necessaria intesa e, successivamente dovrà essere adottato con un apposito decreto dal Presidente della Repubblica. "Incomprensibile" secondo il presidente della Regione Enrico Rossi, il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il sindaco di Pisa Marco Filippeschi la decisione licenziata oggi dal Ministero delle Infrastrutture "Pisa e Firenze, con i loro 6,35 milioni di passeggeri, rappresentano il quarto polo aeroportuale italiano dopo Roma, Milano e Venezia.
Non appare quindi comprensibile che ' L’Atto di indirizzo per la definizione del Piano Nazionale per lo sviluppo Aeroportuale', licenziato oggi dal Ministero delle infrastrutture, non inserisca i due aeroporti toscani nel “core network”, ovvero tra gli scali considerati di rilevanza strategica a livello UE in quanto pertinenti a città o nodi primari, inserendoli invece nella 'comprehensive network', dove si trovano gli impianti con movimenti superiori al milione di passeggeri anno e indispensabili ad assicurare la continuità territoriale". Una doccia fredda per i Comuni e la Regione che dopo anni e anni di discussioni su pista obliqua, parallela o convergente, in questi ultimi giorni sembravano essere prossimi a una svolta anche per quanto riguarda la fusione delle due società Adf che gestisce lo scalo di Peretola a Firenze e Sat che gestisce il Galieli di Pisa.
Rossi, Renzi e Filippeschi hanno pertanto inviato una lettera inviata al responsabile del Dicastero, chiedendogli un incontro urgente per illustrare lo stato di attuazione del processo di integrazione delle società dei due aeroporti toscani e di ammodernamento di quello di Firenze. I firmatari ricordano anche che nella proposta di Piano nazionale degli aeroporti, approvata dal cda dell'Enac nel febbraio 2012 e trasmessa al Ministero, pur recependo anche le categorie Ue “Core/Comprehensive” relative alle reti Ten-t, si inserivano gli aeroporti di Pisa e di Firenze tra gli aeroporti strategici nell’ambito del sistema aeroportuale italiano.
La suddivisione degli aeroporti di interesse nazionale in aeroporti strategici e primari non appare invece nell’Atto di Indirizzo emanato oggi. Questo porta al mancato riconoscimento del ruolo strategico degli aeroporti toscani nell’ambito del sistema aeroportuale nazionale: un dato che è invece attestato innanzitutto dai numeri e confermato dal processo in corso di costruzione di un sistema integrato regionale. "Anzi - sottolineano i tre amministratori toscani - ,proprio il processo di integrazione tra i due aeroporti, che sta muovendo i suoi primi importantissimi passi, e il fatto che si sia in presenza di due società di gestione quotate in Borsa, con sistemi di governance mista (compresenza di capitali pubblici e privati), richiede particolare attenzione.
Di qui le richiesta di mantenere e confermare il carattere strategico dei due aeroporti internazionali della Toscana e quella dell'incontro con il ministro". "È giunta al termine, sommersa dai fallimenti, la stagione del governo della Toscana da parte del Partito Democratico - è l'opinione di Gian Luca Lazzeri di Più Toscana - Questo partito ha oggi in mano quattro assi, ma sono tutti assi di un seme solo, ovvero picche. Ci riferiamo alla crisi della sanità toscana (vedi scandali Asl di Massa e Asl di Siena); ai rapporti tra politica e mondo finanziario (vedi la triste vicenda del Monte dei Paschi di Siena); alle opere pubbliche infrastrutturali (vedi lo scandalo Tav a Firenze); e, ultimo, il sistema dei trasporti aeroportuali che vede l’impasse su Peretola e la collocazione in serie B degli scali di Firenze e di Pisa nell’atto di indirizzo per la definizione del Piano nazionale per lo sviluppo aeroportuale, emanato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera".
La notizia del nuovo Piano Aeroportuale arriva proprio nel giorno in cui la Regione Toscana ha stanziato 350mila euro l’anno per tre anni (2014, 2015, 2016), per finanziare, grazie anche alle già stanziate risorse ministeriali, nuovi voli che dall'Areroporto dell'Isola D'Elba dovranno raggoiungere a partire da quest'estate Firenze, Pisa e Milano. "Un bando triennale per la continuità territoriale dello scalo elbano" così è stato definito, ora però si apprende che anche il Marina di Campo non figura nell'elenoc degli aeroporti strategici; pertanto non potrà accedere alle risorse governative.
"Adesso - recita la nota della Regione - il prossimo passo spetta al Ministero dei Trasporti e all’Enac, che dovranno definire ed avviare le procedure di gara per la selezione dei vettori aerei". Ecco, appunto.