Per i consiglieri del gruppo provinciale di Rifondazione comunista Andrea Calò e Lorenzo Verdi, e il segretario politico provinciale Fiorentino Andrea Malpezzi, il piano Interprovinciale dei rifiuti, in approvazione nelle tre Provincie Firenze, Prato e Pistoia è "improntato sulla quintuplicazione degli inceneritori e discariche che hanno prodotto bassi livelli di raccolta differenziata: sarà questo il tema su cui il Pd e la maggioranza 'bruceranno' il futuro dei cittadini. Non solo uno smaltimento dei rifiuti così improntato "avrà conseguenze dirette, in termini di salute e ambiente sui territori, ma questa modalità impiantistica, secondo noi scellerata, si intreccia fortemente sui temi dell’indebitamento pubblico e del lavoro".
Il piano provinciale, secondo gli esponenti di Rifondazione, è stato elaborato ignorando: le direttive comunitarie, che relegano all’ultimo posto gli interventi per lo smaltimento e pongono al primo punto il tema della prevenzione del riutilizzo, riciclo e recupero ponendo come finalità la protezione della salute umana e dell’ambiente; l’evoluzione dei decreti che impongono il raggiungimento della percentuale minima di raccolta differenziata fissata al 65% entro il 31 dicembre 2012 con linee guide regionali che risalgono al 1998.
Tutti gli impianti sono stati individuati attraverso una pianificazione dei vecchi piani industriali e senza studi per localizzarne i siti: dunque "impianti sbagliati nei luoghi sbagliati" A poche settimane dalla pubblicazione dei dati ufficiali (forniti dall’Agenzia Regionale Recupero Risorse, che lavora sotto il controllo della Regione Toscana) sulla raccolta differenziata in Toscana "è fondamentale denunciare la falsità dei dati relativi alle quantità inserite nel pino in approvazione: basta riscontrare i dati ultimi del 2011 su quelli inseriti nel piano, per capire che c’è una volontà di indebitare le finanze pubbliche per almeno 300 milioni di euro costruendo un impiantistica di incenerimento molto superiore alle necessità anche alla luce dei dati pubblicati dall’Agenzia Regionale Recupero Risorse, che lavora sotto il controllo della Regione Toscana".
Necessario, quindi, "fare il punto della situazione per evidenziare come le scelte sbagliate producono effetti contrari, anche economici sulle tasche dei cittadini". Tutte le zone della provincia di Firenze gestite da Publiambiente Spa Quadrifoglio Spa e Aer Spa "risentono delle buone o cattive scelte fatte dalle amministrazioni locali che, in alcuni casi come nell’Empolese-valdelsa, con la raccolta porta a porta si raggiungono percentuali di differenziata anche del 90%, mentre in altre aree come il Mugello, senza buone pratiche i livelli si attestano su percentuali, 36,8%, ben lontane dai limiti minimi fissati per legge.
Preoccupante la situazione del Valdarno Fiorentino dove nessuno dei quattro comuni raggiunge il 50%. Nel Chianti Fiorentino analoga situazione e solo Tavarnelle arriva al 53%". I dati mettono in luce il fatto che il Piano presentato "sceglie, in modo completamente erroneo, di investire sull’incenerimento cifre spropositate tralasciando in pieno ciò che sarebbe davvero prioritario, ovvero il perseguimento delle percentuali fissate per legge sulla riduzione e sulla differenziazione dei rifiuti".
Il Piano Interprovinciale dei rifiuti "è stato improntato nella massima combustione rifiutando tutte le osservazioni presentate e i piani alternativi improntati sul principio di risparmio di materia e sulla combustione zero". "Ignorata" anche la "ragionevole richiesta" della moratoria che "noi oggi riproponiamo con forza. Una moratoria che rimandi al 2015 la decisione sugli impianti, perseguendo prima pratiche di riduzione e differenziazione tali da consentire una stima realmente attendibile sulle quantità di rifiuti e residui e sulle reali necessità, assumendo da subito come indirizzo il protocollo 'rifiuti zero' già sottoscritto da molti comuni".
“Esprimo soddisfazione – dichiara il Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia e Libertà Mauro Romanelli – per la decisione della Giunta di Sesto Fiorentino d’interrompere in via precauzionale l'iter per la realizzazione dell'Inceneritore in località Case Passerini”. "A pochi giorni dal voto in Consiglio Provinciale di Firenze per l’adozione del Piano Interprovinciale si ha ancora un'ultima occasione per riaprire la discussione su come gestire i rifiuti in Toscana, se voler continuare con una strategia vecchia, che prevede l'aumento indiscriminato del ricorso all'incenerimento, con costi alti e rischi seri per la salute, oppure, come noi di SEL e tutto il mondo ambientalista proponiamo da tempo, ricorrere a una transizione moderna verso "rifiuti zero", con azioni di separazione e differenziazione, recupero e riciclaggio con il "porta a porta", impianti di valorizzazione a freddo delle materie prime seconde". "Non so se le ultime decisioni del Sindaco Gianassi derivano da polemiche interne e scontri di potere o da reali convinzioni, certo è che pone temi importanti: serve una Valutazione d’Impatto Sanitario complessiva per tutta l’area, così com’è giusto ricordare che su quell'area insistono già l'autostrada e l'aeroporto, con il conseguente dibattito sulla nuova pista, impattante in maniera insostenibile sull'area della piana e incompatibile col parco e le oasi faunistiche". "Anche in questo caso, non si contrappone il partito dello sviluppo all'ambientalismo del "no": si contrappone un'idea novecentesca di sviluppo industriale a una visione moderna ed europea, ovvero pochi scali aeroportuali, collegati tra loro in maniera efficiente".
"In questi anni varie lobbies hanno fatto proliferare ovunque scali aeroportuali, spesso inutili, e mal utilizzati: in Toscana la situazione ottimale è realizzare un collegamento veloce tra Pisa e Firenze, e chiudere Peretola, che oggi vive nell'illegalità" - conclude Romanelli.