Firenze, 28 gennaio 2013 - Non spengiamo Firenze! È questo l’appello lanciato da CNA Firenze, Confartigianato Firenze, Confcommercio Firenze e Confesercenti Firenze durante la manifestazione congiunta organizzata questa mattina nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. Nella giornata di mobilitazione nazionale promossa da Rete Imprese Italia a sostegno dell’economia, le quattro associazioni si sono rivolte alla politica e alle istituzioni chiedendo, all’unisono, misure e azioni in grado di aiutare artigiani, commercianti e piccole e medie imprese a superare la drammatica situazione che stanno attraversando. Una situazione di sofferenza generalizzata in tutto il territorio nazionale (in Italia nel 2012 ha chiuso una azienda ogni minuto), e a cui il capoluogo toscano non fa eccezione.
I numeri presentati dalle quattro Associazioni fotografano una realtà drammatica tanto per il commercio che per l’artigianato, e mostrano il diretto collegamento tra le difficoltà che attraversa il sistema impresa e il crollo dei consumi e della capacità d’acquisto delle famiglie. Dal 2007 al 2011 il tasso di disoccupazione nella provincia di Firenze è infatti passato dal 3,5% al 6,1% mentre, nel 2012, il prodotto interno lordo è diminuito del 2,3% e i consumi sono precipitati del 4,3%.
La contrazione della spesa pubblica, insieme ad una pressione fiscale ormai alle stelle, al crollo dei consumi, alle difficoltà di accesso al credito, ad una burocrazia esasperante ed onerosa, hanno costretto alla chiusura molte attività, anche a Firenze. Nel periodo gennaio – settembre 2012, il saldo della nati-mortalità delle imprese di ogni settore è infatti contraddistinto dal segno meno. Nei primi 9 mesi del 2012 il commercio – che, con un totale di 27.081 imprese, rappresenta il 24,8% del tessuto imprenditoriale fiorentino - ha infatti perso 355 attività.
A queste si aggiungono le - 84 nel settore servizi di alloggio e ristorazione ( che con 7.011 imprese complessive è pari al 6,4% ). Altrettanto complessa la situazione per quanto riguarda l’artigianato (complessivamente pari al 31,1% del tessuto imprenditoriale locale) che, nello stesso periodo, ha segnato – 117 imprese nel settore manifatturiero ( su totale di 16.460) e -268 nel comparto costruzioni ( su 17.440). Non meno sconfortanti i dati relativi al fatturato: tra il primo semestre 2011 e il primo semestre 2012 il volume d’affari dell’artigianato manifatturiero di Firenze è calato complessivamente del 9,7% (-14% per la metalmeccanica, -6% per il sistema moda), mentre quello dell’edilizia è crollato a – 22%. Per quanto riguarda il commercio la riduzione del fatturato è stata, sempre nello stesso periodo, di circa il 6%, con queste specifiche: alimentari -10% (calo verticale degli esercizi di vicinato, tengono macellerie ed ortofrutta, -6% le pescherie), moda e calzature -6%, servizi per la casa -9%, ristorazione e bar -2%, il commercio su area pubblica fa registrare un -7%.
Il comparto del turismo -3%. Uno scenario allarmante su cui le Associazioni hanno sollecitato l’intervento della politica e delle istituzioni locali. Agli appelli a non spengere Firenze dei Presidenti Signori, Scatizzi, Gronchi e Fancelli, si sono uniti quelli degli imprenditori Andrea Angelini, settore ristorazione e locali serali, Veronica Balsani, restauratrice, Francesco Bechi, albergatore, Claudio Bianchi, ristoratore, Riccardo Bianchi, restauratore e pittore, Luciano Cantini, progettazione e produzione stampanti 3d, Roberto Ciulli, bronzista, Christian Domizio, intimo e biancheria per la casa, Francesco Mereu, titolare società di servizi, Cristina Pagani, albergatrice, Alfonso Trecci, progettazione e installazione centrali operative multifunzionali, per radiotaxi, sistemi per il controllo in ZTL e videosorveglianza, Dimitris Zoz,designer e stilista.