“Un popolo che sotto il profilo numerico ed economico pesa sempre di più, ma di cui non si vuole sentire la voce, riconoscerne la rappresentanza e la tutela istituzionale, anzi è soffocato da una pressione fiscale e un apparato burocratico che penalizza la libertà d’impresa. E’ il popolo delle partite Iva, il cui numero continua a crescere, specie in una fase di crisi come questa, dove la carenza di lavoro spinge a darsi da fare e mettersi in proprio. Un atto di coraggio e responsabilità che in Italia purtroppo non viene premiato.
E’ per questo che chiediamo alle istituzioni, a partire da quelle locali come la Regione Toscana, le Province ed i Comuni, di attivarsi al fine di agevolare la nuova imprenditorialità con l’adozione di misure concrete, a cui possano realmente accedere i soggetti interessati, senza perdersi in una selva di pratiche”. E’ l’appello lanciato dal presidente di Confcommercio Toscana, Stefano Bottai, che chiede alle istituzioni di attivare un tavolo di confronto con le associazioni di categoria per individuare le misure più idonee a supportare lo sviluppo d’impresa.
Una richiesta che verrà ripresa in modo più forte dalle centinaia di manifestazioni che Confcommercio organizzerà sui territori il 28 gennaio p.v. con la mobilitazione generale. Solo nel mese di novembre 2012 in Italia – secondo i dati del Ministero dell’Economia e Finanze - sono state aperte 35.706 nuove partite Iva. Di cui il 68,6% relative a persone fisiche. Per quanto riguarda la Toscana in undici mesi (gennaio-novembre 2012) si è registrata l’apertura di 35.963 partite Iva (erano state 36.684 nel medesimo periodo del 2011.
La parte del leone la fa ovviamente Firenze, ma notevoli sono anche i numeri di Arezzo, Pisa, Lucca e Prato. “Partendo dai dati del Ministero relativi all’ultimo mese disponibile, si nota come un ruolo determinante in questa creazione di nuova impresa sia interpretato dal commercio. Infatti – riprende il presidente Bottai – se si guarda alla classificazione per settore produttivo, il commercio continua a registrare il numero più elevato di aperture di partite Iva: il 28% del totale, a cui fa seguito il 10% fatto segnare sia dalle attività connesse al mondo della ristorazione che da quello dell’alloggio.
Siamo pronti come Confcommercio ad adoperarci affinché si possa dare vita ad un dialogo con le istituzioni che agevoli le imprese, la cui sopravvivenza media sul mercato purtroppo continua a ridursi a causa anche della mancanza di aiuto e di una pressione fiscale eccessiva”.