"Non si è ancora spenta l'eco dell'annuncio di indagini da parte della Magistratura fiorentina sul progetto TAV che già sono iniziate le manovre per minimizzare e ridurre l'importanza di quanto emerso" questa è la preoccupazione dei No Tav dopo l'onda di fango che ha sconvolto il territorio fiorentino davanti alla maxi inchiesta sulla faraonica opera destinata a cambiare per sempre il volto della mobilità. "In prima fila, il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ma anche quello della Provincia di Firenze Barducci, che vogliono far apparire quanto accaduto come il frutto di singole e isolate “mele marce”.
In realtà il quadro che esce dall'ordinanza della Magistratura è un “sistema marcio”, da figure del Ministero (come Ercole Incalza) fino a gestori dei cantieri passando per tutte le imprese e amministrazioni implicate nella realizzazione del Passante TAV". Il Comitato No Tunnel TAV non invoca provvedimenti giustizialisti, ma "ringrazia la Magistratura che ha dato una rappresentazione chiara di come vengono gestite le opere pubbliche in Italia, di come la cittadinanza è vista solo come un fastidio cui dare in pasto chiacchiere e bugie per far tacere le voci critiche, della spregiudicatezza con cui si distribuiscono favori e prebende tra amici, di come si voglia finanziare un sistema di imprese decotte, improduttive e indebitate senza preoccuparsi di favorire infiltrazioni mafiose, senza farsi scrupoli nei “magheggi” che avrebbero compromesso la sicurezza dell'opera stessa, a questo proposito segnaliamo che nel caso dell'incendio del tunnel del Monte Bianco, richiamato dai magistrati, si ebbe solo il crollo della volta in cemento in quanto l'opera attraversa rocce granitiche, nel caso di Firenze se collassasse una galleria si avrebbe il cedimento del terreno in superficie con esiti immaginabili per gli edifici sovrastanti". "Sono poco credibili le posizioni delle FS che si dichiarano “parte lesa” in questa vicenda: è la dirigenza dai massimi livelli delle controllate RFI (Rete Ferroviaria Italiana) e Italferr ad essere coinvolta in questa vicenda; è davvero poco credibile che l'Amministratore Delegato Mauro Moretti cada dalle nuvole davanti alle condizioni in cui versa la sua azienda.
Il Passante AV di Firenze è un'opera totalmente inutile e lo dimostra il fatto che i treni veloci passano da Firenze senza alcun problema; la difesa appassionata che ne fanno ancora Rossi e Barducci è davvero patetica: parlare dei tunnel come “opera di vitale importanza” mentre il sistema dei trasporti regionali sta collassando sotto gli occhi di tutti è semplicemente ridicolo. Invocare la ripresa dei lavori mentre tutto sta sprofondando nei fanghi dello scavo e nel fango di un sistema corrotto è surreale, denota solo la disperazione di un sistema politico-economico che teme gli venga sottratto un boccone succulento. Non ne escono certamente bene gli amministratori del Valdarno, in particolare il Sindaco di Cavriglia Ivano Ferri, che si arrampica sugli specchi e invoca ancora le terre di Firenze per realizzare le “colline schermo” a Santa Barbara; queste, nel migliore dei casi, saranno ammassi di terre contaminate, intrise di calce per stare insieme.
La Giunta del Comune di Firenze e il Sindaco Matteo Renzi escono da questa vicenda con la dimostrazione che non hanno controllato nulla di quanto promesso e soprattutto che hanno mentito ai genitori della scuola Rosai rassicurandoli falsamente. Nessuno dimentica l'allora assessora alla scuola Anna Maria Di Giorgi stigmatizzare i genitori preoccupati come visionari e scocciatori. Il quadro che esce dall'ordinanza della Magistratura imporrebbe, in un paese normale, che i principali responsabili, da FS alla Regione Toscana fino ai vari Comuni, dessero le dimissioni e si ritirassero a vita privata.
Il Comitato si augura che siano molti i gruppi politici nelle istituzioni toscane che si facciano carico di chiedere con decisione lo stop immediato dei lavori (che ai Macelli stanno proseguendo) e prendano le distanze dei responsabili di questa vergogna. In questa prospettiva il Comitato No Tunnel TAV invita la cittadinanza a partecipare al convegno, promosso tra gli altri dal Comitato “San Salvi chi può”, che si terrà nella sala ARCI di piazza dei Ciompi 11 alle ore 16,30 di martedì 22 gennaio dove si parlerà di “Sanità e project financing”, un altro capitolo della devastazione politica, economica e sociale derivato direttamente dal “modello TAV” e ormai dilagante nella nostra regione, come ci ricorda lo scandalo dell'ASL di Massa". “I fatti di questi ultimi giorni testimoniano che Firenze non è affatto esente dal pericolo di infiltrazioni mafiose ed è compito di tutti non sottovalutare nessun segnale di allarme: delle indagini si occuperanno gli organi competenti, ma crediamo sia giusto alzare il livello di attenzione su fenomeni preoccupanti ed in continuo aumento”.
Così il responsabile forum Sicurezza e legalità Pd metropolitano Firenze Emiliano Poli in merito all’inchiesta in corso relativa alle infiltrazioni mafiose nell’ambito dei cantieri per l’alta velocità.“ Nei mesi scorsi il Forum Legalità del Pd di Firenze si è adoperato affinché i comuni del coordinamento metropolitano ed il consiglio provinciale approvassero una mozione per l’istituzione di un Protocollo di Legalità con lo scopo di garantire maggiori verifiche preventive nelle assegnazioni di appalti pubblici: chiediamo al Prefetto di Firenze che sia realizzato quanto prima, ritenendolo uno strumento adatto a contrastare le infiltrazioni della criminalità mafiosa.
– prosegue Poli - Come Partito Democratico, ci impegneremo, inoltre, affinché nella prossima legislatura siano riviste le norme per la gestione degli appalti pubblici, modificando il sistema di assegnazione che in questo momento penalizza principalmente le aziende sane e pulite del nostro paese”. “Ha un bell’arrabbiarsi e fare la voce grossa col Governo il Presidente Rossi, di fronte alla mega-inchiesta sui cantieri dell’Alta velocità. Pensare che solo sei mesi fa in Consiglio regionale il suo assessore Ceccobao dichiarava a cuor leggero che era tutto in regola e si lavava le mani sia delle terre di scavo, sia dei controlli”.
Ad affermarlo è il consigliere regionale Dario Locci (Gruppo Misto), intervenuto già in passato in merito al passante fiorentino della Tav, anche attraverso numerose interrogazioni discusse in Aula. “Il problema delle terre di scavo – sottolinea Locci – era stato sollevato da tempo da Comitati, associazioni, esperti del settore, nonché nelle sedi istituzionali. Eppure – aggiunge – lo scorso giugno, rispondendo ad una mia interrogazione, l’assessore regionale competente si dichiarò appunto ‘incompetente’ in materia: né il luogo né la modalità di trasporto dei rifiuti speciali in questione sarebbero stati di competenza della Regione.
In ogni caso, secondo quanto dichiarato in Aula dall’assessore, tutto stava procedendo secondo gli accordi presi”. “Per mesi e per anni – prosegue – ci è stato raccontato di sopralluoghi, osservatori, monitoraggio, facendo passare per matti (o per quattro fessi, secondo le parole di Moretti) coloro che facevano notare i rischi e i punti oscuri del progetto”. “Salvo poi scoprire che i liquami contaminati venivano smaltiti direttamente in falda – continua Locci – e che i costi di smaltimento per le restanti terre erano gonfiati per accantonare fondi neri”. “Di fronte a tutto – conclude il consigliere - ciò il nostro Presidente non trova di meglio che dire ancora una volta ‘Avanti tutta’.
Per quanto tempo ancora chi amministra questa Regione e questa città farà finta di non sentire e non vedere i campanelli d’allarme e le proteste dei cittadini su un’opera tanto inutile quanto costosa?”. Rifondazione Comunista: “nuova” devastazione ambientale in Mugello, oltre ai danni ambientali e sanitari irrompe in Mugello la questione della legalità. Domanda di attualità art. 39 del Regolamento del Consiglio Provinciale: "Dall'inchiesta in corso - scrivono Andrea Calò e Lorenzo Verdi - condotta dalla Procura di Firenze, emergerebbe l'interessamento di un sito nel Comune di Scarperia e uno ad Altopascio dove sarebbero stati trasportati fanghi contaminati da betonite derivanti dai lavori per il sottoattraversamento TAV di Firenze. Usando una procedura non nuova, abusata con i lavori dell'Alta Velocità in Mugello e con la Variante di Valico, inventandosi la necessità di un intervento di ripristino ambientale si trova allocazione per materiali di scavo classificandoli e considerandoli non come rifiuti ma come terre idonee appunto a operazioni di “ripristino”. Un'operazione economicamente molto conveniente per i soggetti interessati ai lavori ma dalla conseguenze devastanti per i territori interessati. Una questione di costi, ancor prima che di siti di stoccaggio.
Smaltire correttamente fanghi, rocce e altro materiale, calcola il Corpo forestale, sarebbe costato più del doppio di quello che invece è costato. L’inchiesta condotta dal Corpo forestale dello Stato e dai carabinieri del Ros, che giovedi 17 gennaio hanno proceduto a decine di perquisizioni, ipotizza tra le altre cose che i fanghi derivanti dai lavori per il sottoattraversamento della Tav siano stati smaltiti illecitamente. E nel capitolo «smaltimento rifiuti» che si inserisce la camorra.
Per comodità riportiamo per intero il brano che riguarda l'intervento degli organi giudiziari: “...il conferimento di questi rifiuti aveva una sola regia». Le ditte smaltitrici «si dividevano in pieno accordo i quantitativi, risultando in realtà solo apparenti smaltitori». Di fatto però «tutta l'attività di trasporto, raccolta e smaltimento in discarica» veniva «gestita dalla Vecasud di Maddaloni». Una ditta non da poco, dato che risulta «avere il monopolio del trasporto e movimento terra dell'appalto»: gran parte delle oltre 413 mila tonnellate di fango.
Lazzaro Ventrone, che è il capo della Vecasud, non è però un industriale qualsiasi. Scrive la Procura: «Da accertamenti svolti risulta strettamente collegato ad ambienti della criminalità organizzata di tipo camorristico». E precisamente al clan dei Casalesi e alla famiglia Caturano...”. Sul sito di Campati poi rimane una questione di fondo da chiarire: la ditta Edilgest avrebbe scaricato 66.000 tonnellate in quella località, in un terreno a destinazione agricola, in base ad un intervento di ripristino ambientale licenziato (stando alla cartellonistica presente in loco) dal Comune di Scarperia con concessione edilizia del 19.12.2010 e dalla Provincia di Firenze con autorizzazione n.
3705 del 25.10.2010. I rifiuti quindi sarebbero stati conferiti a seguito di atti e autorizzazioni rilasciati dagli enti locali. Ciò premesso gli scriventi Consiglieri provinciali di Rifondazione Comunista, nel ribadire la loro netta contrarietà al progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze, nel richiedere una sospensione immediata dei lavori a seguito delle indagini condotte dalla procura e nel sottolineare come negli anni le cosiddette Grandi Opere si siano dimostrate, direttamente e indirettamente, devastanti per il territorio del Mugello, chiedono al Presidente della Provincia di Firenze e all'assessore competente: di riferire in merito all'autorizzazione al conferimento di terre nell'area di Campati rilasciata dalla Provincia di Firenze; di riferire, nello specifico, la tipologia di materiali e di terre autorizzate ad essere conferite nel sito stesso; di riferire quali controlli e quanti interventi di verifica siano stati compiuti in loco dalla data di emissione di autorizzazione per verificare la natura effettiva dei materiali conferiti; se non si ritenga opportuno sospendere immediatamente l'autorizzazione al conferimento (visto che anche nella giornata successiva ai sopralluoghi compiuti da Corpo Forestale a dai Ros, lo stesso conferimento risultava ancora in corso); di riferire in merito al progetto di presunto ripristino ambientale previsto nell'area di Campati, specificando le finalità e i motivi che hanno portato all'autorizzazione per l'esecuzione dei lavori e alla localizzazione dell'intervento in quell'area specifica".