L’assemblea dei soci di Publiacqua (49 sindaci della Toscana centrale nelle province di Firenze, Prato, Pistoia e Arezzo e i soci di minoranza Acea e Suez), riunita oggi pomeriggio all’Anconella, ha votato il nuovo Cda. Confermati il presidente Erasmo D’Angelis e l’amministratore delegato Alberto Irace. Per la prima volta il vicepresidente è donna nella figura di Caterina Ammendola. Confermati anche Maria Elena Boschi, Andrea Bossola (Acea) e Giovanni Giani (Suez). Nuovi ingressi di Luciano Baggiani (amministratore unico di Consiag) e il professor Luca Nivarra, docente universitario.
Sindaci revisori: Presidente Michele Marallo, Carlo Ridella, Sandro Santi. Per Erasmo D’Angelis:“Ci aspetta un lavoro straordinario. Siamo alla vigilia della presentazione della nuova tariffa idrica da parte dell’Autorità nazionale, e continuerà senza sosta l’impegno di Publiacqua per gli investimenti in opere infrastrutturali per mettere in sicurezza l’approvvigionamento idrico e per il risanamento dei corpi idrici depurando tutti gli scarichi, a partire da quelli che finiscono in Arno.
Proseguiremo il nostro lavoro consapevoli che i cittadini hanno diritto ad avere un servizio sempre più efficiente e di qualità”. "Anche se impegnati in Palazzo Vecchio per i lavori consiliari aderiamo e condividiamo i motivi che hanno spinto i comitati per l’acqua bene comune dei territori fiorentino, pratese, pistoiese e aretino a presenziare sotto la sede di Publiacqua dove verrà discusso oggi il rinnovo del consiglio di amministrazione dell'azienda. - affermano i Consiglieri comunali Tommaso Grassi e Ornella De Zordo - Ci aspettavamo in questa importante occasione dai soci pubblici, ovvero dai Comuni toscani delle aree servite da Publiacqua, un segnale di coerenza con quanto le cittadine e i cittadini avevano espresso col voto referendario del giugno 2011 per chiedere di prendere le distanze dalla privatizzazione del bene comune acqua." "I nomi finora circolati dopo la riunione del patto parasociale tra i Comuni e che molto probabilmente verranno confermati adesso in Assemblea dei soci sono espressione di una posizione politica che invece intende non dare ascolto al territorio e vorrebbe continuare ad ignorare l'esito del referendum; consentendo così di poter continuare a garantire le forme di profitto per i soci, sopratutto quelli privati, attraverso la tariffa a carico dei cittadini utenti" hanno aggiunto.
"Aspettavamo una risposta dai Comuni e dalla politica ma quella che oggi sta passando è la peggiore che potessimo augurarci - concludono Grassi e De Zordo -. Stesse facce e stesse premesse politiche da parte di persone che non fanno che confermare tutto quanto è accaduto in questi anni nella gestione del bene acqua e allontanano drasticamente la possibilità che gli azionisti pubblici potessero finalmente incamminarsi sulla strada per dare seguito al referendum per l’acqua pubblica del 2011 e avviare un percorso di ripubblicizzazione del servizio perché sia creata una forma di gestione pubblica e partecipata in cui sull’acqua non siano più consentiti profitti e speculazioni finanziarie".