“Risorse al lumicino e disservizi frequenti. Si possono descrivere con questo binomio i servizi del trasporto pubblico locale. Proprio per denunciare le sempre più scarse risorse destinate ai mezzi pubblici, in particolare ai treni per i pendolari, e i disservizi conseguenti ai tagli, ho presentato un’interrogazione ai ministri delle Infrastrutture e dei Trasporti e per gli Affari Europei chiedendo se siano a conoscenza della situazione in cui versa il trasporto locale e pendolare nelle maggiori aree metropolitane del Paese e se non intendano verificare la possibilità di stanziare fondi ad hoc, attingendo magari da quelli afferenti al capitolo di fondi europei destinati al nostro Paese, per rilanciare la mobilità sostenibile in Italia” così Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, annunciando un’interrogazione scritta sullo stato in cui versa il trasporto pubblico. “Il trasporto pubblico locale – prosegue Realacci - rappresenta un elemento strategico per promuovere la mobilità sostenibile nelle nostre città e nelle aree extra urbane, per abbattere le emissioni derivanti dallo smog e per garantire ai cittadini servizi capaci di migliorare la qualità della vita.
Purtroppo, però, la mobilità sostenibile è un fronte nel quale l’Italia è decisamente indietro rispetto all’Europa. Basti pensare all’alto tasso di motorizzazione del nostro Paese o ai continui tagli subiti dal trasporto pubblico locale: nel triennio 2010-2012 la media delle risorse stanziate per il settore è diminuita del 22% rispetto al 2007-2009. E i costi dei tagli ricadono inesorabilmente sui cittadini, costretti a subire gravi disservizi, come fotografato dalla campagna Pendolaria di Legambiente.
Campagna che ha avuto largo spazio sulla stampa nazionale, evidenziando come i recenti tagli, la riduzione delle corse, i ritardi orari, la lentezza, il sovraffollamento dei treni e l’aumento del costo dei biglietti, affliggono gravemente il trasporto ferroviario, in particolare quello dedicato alle tratte locali maggiormente usate dai pendolari”. “Tra i più penalizzati da disagi e disservizi del trasporto pubblico su ferro – conclude Realacci - i cittadini di Campania, Lombardia, Lazio, Veneto e Sicilia.
Al limite del paradosso la situazione su alcune tratte, come la Palermo-Messina: forse il tracciato più lento d’Italia con il record di 4 ore per percorrere 225 km, il 55% dei quali a binario unico. Allarmante anche il futuro della Viareggio-Lucca-Firenze, dove, secondo le previsioni, saranno chiuse 7 stazioni con una conseguente drastica diminuzione del servizio a fronte di un aumento del 20% delle tariffe regionali in Toscana. Una situazione che non è all’altezza di un Paese che si definisce civile e che dovrebbe essere uno stimolo per rilanciare una seria politica di mobilità sostenibile, a tutto vantaggio di ambiente e cittadini”.