Firenze – Il miglior antidoto alla crisi? Il lavoro di qualità, meno precario e più stabile. È questa la ricetta adottata dalla cooperativa di facchinaggio e trasporto Cft, leader in Italia nel settore della logistica per la grande distribuzione con quasi 1.650 soci e un fatturato annuo da 115 milioni di euro, che stamani a Firenze ha illustrato il piano di assunzioni a tempo indeterminato messo in campo per contrastare il difficile momento generale di recessione. L'occasione è stata la presentazione del primo bilancio sociale della cooperativa, a cui hanno preso parte, oltre al presidente di Cft Leonardo Cianchi e la curatrice del progetto Valeria Vettorel, anche il vicesindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente di Legacoop nazionale Giuliano Poletti, il segretario generale della Cgil Toscana Alessio Gramolati, il presidente di Irpet Stefano Casini Benvenuti, il consigliere regionale e membro della Commissione sviluppo economico della Regione Toscana Ivan Ferrucci, e il presidente dell'associazione senegalesi di Firenze Pape Diaw, intervenuti alla tavola rotonda "Lavoro e integrazione: le imprese cooperative costruiscono un mondo migliore". Novantatre i ''posti fissi'' a cui la cooperativa ha dato vita in soli nove mesi, da inizio anno a settembre, per lo più sul territorio toscano e in particolare nelle province di Firenze (Lastra a Signa, Scandicci) e di Pisa (Pontedera, Montopoli), ma anche a Siena, Prato, Lucca e, fuori regione, in Lombardia, Veneto e Abruzzo.
Nella maggior parte dei casi, le nuove assunzioni riguardano lavoratori già impegnati in Cft, che hanno visto trasformare il loro contratto a tempo determinato, di lavoro interinale o da apprendista, in contratto a tempo indeterminato. Quattordici le assunzioni effettuate nei primi due mesi dell'anno. A marzo l'impennata, con 29 nuovi posti fissi. Otto invece i nuovi assunti ad aprile, 6 a maggio, 7 a giugno e 8 a luglio. Dieci e 11, infine, i contratti a tempo indeterminato nei mesi di agosto e di settembre. Un risultato di cui il presidente di Cft Leonardo Cianchi va particolarmente orgoglioso, perchè arriva in un momento in cui il mondo del lavoro sembra muoversi in tutt'altra direzione, e i tagli al personale, i licenziamenti o la giungla dei contratti a orologeria sono all'ordine del giorno, mentre il posto ''fisso'' appare ormai una chimera.
"Il patrimonio che fa grande la nostra cooperativa – spiega Cianchi – è quello umano, i lavoratori e le lavoratrici che ogni giorno con il sudore della fronte garantiscono alla Cft una professionalità di alta qualità che ci rende competitivi in tutta Italia nel settore della logistica per la grande distribuzione". Se il mercato, alle prese con una crisi economica e finanziaria senza precedenti, "troppo spesso gioca sulla pelle dei lavoratori, noi – prosegue il presidente – vogliamo invece valorizzare i nostri soci.
Puntare sulle persone è l'unico antidoto da opporre alla crisi, la vera scommessa sul futuro". In quest'ottica, Cianchi ha annunciato che Cft ha già provveduto all'adeguamento contrattuale ai suoi lavoratori. Una misura, anch'essa in controtendenza rispetto all'attuale andamento generale del mercato del lavoro, a cui si aggiungerà a partire dalla fine dell'anno l'applicazione del nuovo codice etico della cooperativa. Non solo. Nel 2013, in occasione del 40esimo compleanno della cooperativa, Cft darà vita a una Fondazione che organizzerà su tutto il territorio nazionale iniziative volte a promuovere la cultura del lavoro e il suo valore etico e civico, con percorsi di formazione e informazione rivolti in particolare ai più giovani. Quanto alla relazione sociale, la prima stesa dalla cooperativa e riferita al 2011, è stata presentata nel dettaglio dalla curatrice del progetto Valeria Vettorel.
Nel giro di un anno, i soci di Cft sono aumentati quasi del 4%. Erano 1.575 al 31 dicembre 2010, sono 1.636 dodici mesi dopo, per una crescita complessiva sul biennio 2009 - 2011 del 22%. Sempre più significativa la presenza della forza lavoro straniera, pari oggi al 43%, in una cooperativa da volto multiculturale. Spicca, in particolare, la comunità peruviana (197 soci, pari al 12%), seguita dalla comunità senegalese (131 soci, pari all'8%, raddoppiati in un anno), filippina (85 soci, pari al 5%) e cinese (57 soci, pari al 3,5%).
Nata nel '73, ma erede diretta della cooperativa Redenta che vide la luce i primi del '900 grazie a un gruppo di facchini operativi al mercato ortofrutticolo di piazza Ghiberti e per la gran parte ex detenuti nel carcere delle Murate, Cft vanta oggi un fatturato annuo di circa 115 milioni di euro. Triplicato nel decennio 2001 – 2011, solo nell'ultimo anno il fatturato della cooperativa è cresciuto del 9%. La maggior parte di esso – circa il 60%, proviene dall'attività di logistica per la grande distribuzione.
Il 37% proviene dal settore dei trasporti, mentre dall'attività svolta nel mercato ortofrutticolo di Novoli oggi Cft ricava un fatturato pari al 3% del totale. Dalla cooperativa, nel 2006, è nato il Gruppo Cft, che oggi con una capillare rete per la grande distribuzione, si occupa di movimentazione merce, trasporto alimentare, logistica alimentare ed extra alimentare per i maggiori marchi del settore presenti in Italia. Il Gruppo ha chiuso il 2011 con un fatturato di 295 milioni di euro, e oggi conta 4.500 addetti, una flotta di 1.100 automezzi, 120mila mq di magazzini di proprietà e un capitale di 27 milioni.