Diversi i nomi che si sono avvicendati nelle ultime settimane quali probabili candidati alla competizione delle Primarie di centrosinistra che si disputeranno il 15 novembre. Ad oggi i nomi ufficiali dei candidati del Pd sono Pierluigi Bersani, Matteo Renzi e Laura Puppato. Di esterno al partito democratico c'è sicuramente il leader di Sel Nichi Vendola, a farsi avanti sono stati però anche Bruno Tabacci (ora assessore al Bilancio a Milano) e Valdo Spini .
Proprio Spini, attualmente consigliere comunale della stessa Firenze di Matteo Renzi e con alle spalle una lunga carriera come esponente del Partito Socialista e più volte Ministro, oggi annuncia quello che ha tutta l'aria di essere un ritiro della sua candidatura. Un passo indietro che l'ex onorevole motiva con l'impossibilità pratica per le forze civiche di una reale partecipazione: "Avevamo visto nelle primarie di coalizione del centro-sinistra la possibilità di un'apertura a forze, movimenti, cittadini non pregiudizialmente inquadrati nei partiti politici.
Eravamo disposti a superare anche quella che per noi era una forte delusione politica, e cioè l'assenza nella Carta d'Intenti di qualsiasi citazione della parola socialismo e di qualsiasi riferimento diretto al PSE (Partito del Socialismo Europeo) proprio per portare nelle primarie questa esigenza e questa richiesta. Ci troviamo però -continua Spini -di fronte a regole, disponibili sul sito di Italia Bene Comune ( cartadintentipd ) solo da oggi 17 ottobre , cui ottemperare per partecipare alle primarie di coalizione da esterni al Pd, che risultano del tutto impraticabili.
A parte altri adempimenti politici, si tratta di portare a Roma, entro le ore 20 del 25 ottobre, cioè entro otto giorni, 20.000 sottoscrizioni cartacee in originale, certificate da eletti dei vari livelli o dal segretario comunale competente. A parte il fatto che nel XXI secolo, esistono e mail certificate ed altri validi strumenti di posta elettronica, questo vorrebbe dire spedire per posta tali sottoscrizioni originali da varie parti d'Italia o portarli da Sondrio o da Pozzallo fisicamente a Roma entro quel termine.
Cosa impossibile in così breve tempo per chi non ha alle spalle un apparato di partito. Sia chiara una cosa: non contestiamo il principio delle ventimila firme. E’ giusto che le candidature abbiano dietro un sostegno consistente, ma contestiamo nel modo più netto possibile delle modalità-capestro per la loro raccolta, di fatto non aperte alle realtà non partitiche. A questo punto era più onesto dire che le primarie erano chiuse a candidati espressioni di aree culturali, come quella, nel nostro caso, rosselliana, o di liste civiche o comunque di realtà non organizzate con apparati professionali di funzionari o di eletti.
Inutile dire che nella stesura di queste norme non siamo stati in nessun modo coinvolti, nonostante che, almeno nel mio caso personale ,la candidatura fosse annunciata da tempo e fosse stata supportata da presentatori di assoluto rilievo. Ma il problema è in realtà generale: in un momento di crisi della politica, ocorrerebbe fare invece proprio il contrario:non rinchiudersi in ristrette trincee partitiche , ma aprirsi alla società civile."