Il segretario del Pd chiede all'Assemblea nazionale riunita all'hotel Ergife di Roma di mantenere l'unità e ottiene il ritiro degli emendamenti "sgraditi" al sindaco di Firenze. Al leader Pd il mandato per trattare le regole con i partiti alleati. «Io ho valutato i rischi per il Pd. E dico che se noi usciamo bene da questa cosa, a noi non c'ammazza più nessuno». Cosi il segretario del Pd Pier Luigi Bersani nella sua replica all'assemblea del Pd nel corso del quale ha chiesto che vengano ritirati gli emendamenti presentati ai tre documenti sulle regole delle primarie. Bersani e Renzi si sono messi d’accordo.
L’assemblea del Pd, infatti, ha stabilito soltanto la modifica dello Statuto che consente a Renzi e altri del Pd di candidarsi alle primarie. I punti più controversi sul regolamento delle primarie, ovvero la possibilità di registrarsi direttamente ai gazebo e non un altro luogo e la possibilità di votare al ballottaggio anche per chi non ha votato al primo turno, sono di fatto rinviati al tavolo della coalizione. Bersani arriva con un documento preciso del Pd, ma dovrà essere discusso con gli alleati.