Una proposta quella dell'assessore Alessandro Petretto che non è piaciuta ai comuni soci di Ataf. L'azienda di trasporto pubblico locale si avvia verso il processo di scorporamento: Ataf Immobiliari che resterà di proprietà del Comune, Ataf srl invece e quindi la gestione del servizio e del personale passeranno in mano a Trenitalia. Modifiche dunque anche negli assetti societari. Per l'incarico di direttore del cda della nascente spa si è pensato proprio a Filippo Bonaccorsi già presidente di Ataf il quale poi in virtù dell' esperienza maturata in azienda sarebbe chiamato anche a traghettare l'azienda verso la nuova fase con il ruolo di consigliere delegato al ruolo di amministratore.
Oggi l'assemblea dei soci si è riunita e ha di fatto ufficializzato le nomine. I nuovi componenti del Consiglio di Amministrazione sono Giacomo Parenti (Presidente), Stefano Bechi e Filippo Bonaccorsi (Consiglieri). "Il nuovo Cda di Ataf SpA - fa sapere l'azienda in una nota - stato composto secondo le nuove norme per le aziende a capitale pubblico entrate in vigore a seguito del provvedimento governativo cosiddetto di "spending review". Provvedimento che impone che due dei membri del nuovo cda siano due dipendenti del Comune.
"Il Presidente Giacomo Parenti e il Consigliere Stefano Bechi - continua la nota - sono infatti rispettivamente dipendenti dei Comuni di Firenze e Scandicci, soci di Ataf SpA. I loro emolumenti per il servizio prestato in Ataf SpA verranno quindi riversati nelle casse degli Enti di appartenenza. Il Presidente uscente, Filippo Bonaccorsi, svolgerà il ruolo di Consigliere delegato con la specifica mansione di concludere le procedure di assegnazione del ramo Tpl di Ataf Spa (Ataf Gestioni srl) all'Ati guidata da Trenitalia che si è aggiudicata la gara nella primavera scorsa, e solo fino al termine di questa operazione.
Il Presidente uscente - precisa l'azienda - non percepirà nessuno stipendio per il suo ruolo di Consigliere delegato a termine". "Ho accettato di svolgere il ruolo di Consigliere delegato senza compenso per senso di responsabilità e con l'unica volontà di portare a conclusione l'operazione che era stata avviata" ha dichiarato Bonaccorsi al termine dell'assemblea. "Non l'ho mai fatto per soldi e chiunque abbia sparato cifre a caso sui miei compensi ne risponderà ovviamente nelle sedi opportune".
Infatti è proprio la carica di Bonaccorsi o meglio il suo stipendio che non aveva trovato il consenso di sindaci dei comuni soci . Da Petretto era stata avanzata l'ipotesi di un compenso aggiuntivo (di almeno 20 mila euro) a quello previsto per l'incarico di direttore (80 mila euro). Ma i comuni hanno votato contro. L'assessore Petretto però precisa: “La proposta del Comune di Firenze di attribuire una remunerazione al dottor Filippo Bonaccorsi, quale consigliere delegato per la gestione del processo di passaggio dell’azienda, era giustificata dall’impegno e dalle responsabilità che questo delicato passaggio richiederà.
Il fatto che questa remunerazione si aggiungesse a quella di direttore generale riflette l’alto livello professionale del dottor Bonaccorsi e i meriti che ha acquisito sia per l’azienda che per il Comune di Firenze. Il Comune di Firenze, d’altra parte, si è mostrato sensibile alle istanze espresse dai sindaci ed ha, con senso di responsabilità, consentito, votando la delibera finale, di giungere al risultato che verrà portato in assemblea. Riteniamo che nessun sindaco possa dare lezioni di spending review all’assessore al bilancio del Comune di Firenze”.