2,5 milioni di euro per la scuola 2.0 in Toscana. Serviranno per mandare avanti il processo di digitalizzazione con l’acquisto di strumenti e la formazione del personale insegnante. Tutto questo fa parte di un “accordo operativo” firmato questa mattina a Roma, nella sede del Ministero dell’istruzione, università e ricerca, dal ministro Francesco Profumo, dall’assessore all’istruzione della Regione Toscana Stella Targetti e dal direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale per la Toscana, Angela Palamone.
Accordi analoghi sono stati firmati, sempre questa mattina, da altre 11 Regioni italiane (Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Molise, Marche, Piemonte, Umbria). Sullo sfondo dell’accordo una premessa: il 93% dei ragazzi, nativi digitali, utilizza le tecnologie dell’informazione e comunicazione (Tic) con una familiarità quotidiana nell’abitare la Rete e le nuove tecnologie che certo non è la stessa di un mondo scolastico basato ancora, quasi esclusivamente, su contenuti cartacei.
Da qualche anno qualcosa sta cambiando, anche nell’ambito di un programma nazionale di “scuola digitale” che tuttavia non può prescindere, ad esempio, da una capillare e adeguata formazione dei docenti. “Con questo accordo – dice Stella Targetti che, in qualità di coordinatrice della IX Commissione “Istruzione, lavoro, innovazione e ricerca” della Conferenza delle Regioni, ha ringraziato il ministro Profumo per aver coinvolto le Regioni – vogliamo spingere sull’acceleratore dell’innovazione pedagogica: investire non solo su strumenti come lavagne interattive multimediali e tablet, ma anche sul metodo di lavoro, su una didattica al passo con i tempi.
E’ il segno – ha sottolineato – della volontà di dare una prospettiva, in un momento molto difficile per tutti. Queste tecnologie sono usate dai bambini quotidianamente e ora proviamo a portarle nella scuola: non è una cosa non fine a se stessa, ma utile ad applicare meglio alcuni principi pedagogici”. Con l’accordo si definiscono, in concreto e in coerenza con il piano di sviluppo prevista da Agenda Digitale Italiana, due azioni: Scuol@2.0 e Cl@ssi2.0 cui sono destinate, rispettivamente, risorse per 1,6 e per 0,9 milioni di euro. Fra gli obiettivi: superare la distanza esistente tra l’attuale linguaggio didattico e quello della società digitale, sfruttare le potenzialità della rete, rendere le scuole ambienti “multifunzionali”, fare dell’innovazione nella scuola un motore di sviluppo che consenta nuove relazioni con tutti i soggetti, pubblici e privati, presenti sul territorio.
Attraverso una selezione mediante avviso, la Regione potrà avviare progetti che prevedono interventi strutturali di modifica degli spazi educativi (a questi sono destinati 0,7 milioni di euro interamente a carico delle finanze regionali). Le altre risorse – 1,8 milioni – consentiranno di acquistare dotazioni TIC (lim, tablet, hardware, software …) e sviluppare la formazione. La Regione potrà mettere in atto progetti pilota nonché integrare queste azioni nel quadro più generale della sua “agenda digitale”.
Si dovrà anche favorire, nei piani di sostegno all’edilizia scolastica, nuove soluzioni architettoniche che tengano conto dei mutamenti necessari per una didattica sempre più digitale. In concreto l’Ufficio scolastico regionale, in collaborazione con la Regione Toscana, dovrà adesso definire contenuti e modalità per specifiche “chiamate di progetti” (una riservata alle zone montane e insulari) rivolti alle scuole toscane, indicando anche le regole per il co-finanziamento e fornendo le indicazioni che porteranno alla definizione di graduatorie sulle quali erogare i finanziamenti: “Per raggiungere l’obiettivo – prosegue Targetti – c’è bisogno di lavorare su due fronti.
La scuola digitale deve essere un percorso continuo e omogeneo, perlomeno dalla prima elementare alla terza media, e non qualcosa di occasionale. E poi l’accordo firmato oggi deve concretizzarsi in progetti condivisi dai collegi dei docenti, affinché ogni percorso sia calato nella realtà quotidiana delle loro scuole”. Montelupo Fiorentino - L’Istituto Comprensivo in collegamento con il Ministero dell’Istruzione per la presentazione di un progetto dedicato all’innovazione nella didattica «I nostri ragazzi sono nativi digitali, padroneggiano le nuove tecnologie con estrema facilità; introdurre strumentazioni tecnologiche nella didattica vuol dire utilizzare il loro linguaggio per agevolare l’apprendimento e l’acquisizione di capacità», così la dirigente dell’Istituto Comprensivo Baccio da Montelupo, Gloria Bernardi, ha motivato al Ministro Francesco Profumo la decisione, presa ormai da alcuni anni di avviare un percorso di didattica sperimentale. Una scelta che ha fatto di Montelupo un’eccellenza della scuola Italiana, tanto che l’Istituto Comprensivo è uno dei tre a livello nazionale invitati a prendere parte alla conferenza stampa indetta dal Ministro Francesco Profumo per la presentazione del protocollo firmato con 12 Regioni sulla “scuola 2.0”.
L’accordo in sostanza prevede risorse finanziarie miste (Stato/Regione) già disponibili a servizio di un percorso che interesserà – in formazione e in dotazioni strumentali – le scuole. Il Ministero stanzierà 24.000.000 euro che si sommano ai 16.000.000 euro messi a disposizione dalle regioni. L’Istituto Baccio da Montelupo ha aderito a un progetto sperimentale che vede l’integrazione della didattica con supporti multimediali già due anni fa, coinvolgendo 3 classi. In pratica gessi, quaderni e matite sono stati sostituiti (non del tutto) da piccoli computer portatili (uno per alunno), lavagna digitale e banco interattivo.
Tutte le apparecchiature sono in rete e consento di effettuare lavori di gruppo e condivisione di elaborati. «Le potenzialità di tali strumenti sono innumerevoli; noi insegnanti ci siamo resi conto della ricaduta positiva sull’apprendimento in termini di aumento dell’autonomia, della capacità di collaborare e della creatività. Inizialmente eravamo noi insegnanti a preparare le attività; con il tempo i ragazzi hanno acquisito sicurezza e lavorano in autonomia. In sostanza l’uso delle nuove tecnologie ha inciso non solo sul modo di fare scuola, ma anche sul clima e su come si sta in classe», spiegano le insegnanti.
Le impressioni delle insegnanti potranno essere a breve confrontate anche con gli studi e il monitoraggio dell’attività portata avanti dall’Università Bicocca di Milano e a breve dovrebbe uscire un volume che racconta questa esperienza.