Dall’Europa di Dante alla Cina di Kublai Khan e ritorno. È l’affascinante viaggio della «Bibbia di Marco Polo», antico manoscritto del 1235 che testimonia i primi contatti tra occidente e oriente. Alla fine del XIII un missionario francescano partì dalla Francia alla volta dell’Impero Celeste per portare la Parola di Dio. La Bibbia fu realizzata in formato «tascabile», probabilmente uno dei primi esemplari di questo tipo, perché dovette percorrere oltre 9.000 chilometri di strada.
In Cina vi rimase per più di 400 anni. La custodì una nobile famiglia cinese e poi nel 1665 venne riportata in Europa, a Firenze, da un gesuita, padre Philippe Couplet che la donò a Cosimo III de’ Medici. Il testo è rimasto a Firenze, all’interno della Biblioteca Laurenziana, fino ai giorni nostri. È stata la Fondazione per le Scienze Religiose Giovanni XXIII di Bologna, istituzione fondata a Bologna da Giuseppe Dossetti, a interessarsi a questo prezioso manoscritto poco conosciuto e bisognoso di un restauro.
Così il documento, dopo essere stato oggetto di recupero e di studio, è oggi una delle principali testimonianze per ricostruire la penetrazione del cristianesimo e della cultura occidentale in Cina. Grazie al restauro è stato possibile anche decifrare le «glosse», le note al testo scritte dal missionario che la portò con sé in oriente. La «Bibbia di Marco Polo» è ora protagonista di una mostra, in programma a Prato dal 4 al 16 settembre, intitolata «La Parola, la Via, i Secoli», promossa dalla Regione Toscana, dalla Diocesi di Prato e dalla Fondazione Giovanni XXIII.
Una iniziativa che intende celebrare i 700 anni dei primi contatti tra Europa e Cina. Il 2012 è, infatti, l’anno dedicato al «Dialogo Interculturale Europa-Cina». E per questo non poteva che essere Prato la prima tappa di questa mostra che si propone di girare l’Italia. Nalla città toscana vive una delle più numerose comunità cinesi in Europa (si calcola fra i 25 e i 30 mila “presenti”) e la storia della “Bibbia di Marco Polo” può essere una concreta opportunità per conoscere e approfondire i punti di contatto tra il cristianesimo e l’oriente ma anche tra Europa e Cina.
Per questo l’allestimento è pensato bilingue, italiano e cinese, così come il catalogo e tutta la promozione dell’evento. “Sono passati oltre 700 anni, ma il viaggio della Bibbia di Marco Polo sembra parlare di oggi”. Così Stella Targetti, vicepresidente della regione Toscana (“siamo convinti che senza integrazione culturale sia molto difficile l’integrazione sociale”) durante la conferenza stampa di presentazione di una mostra che “ci dice quanto la nostra storia si intreccia in modo indissolubile con quella di altri e viceversa, e che senza la voglia di scoprire persone e mondi diversi non faremmo mai un passo avanti come singoli e come società”.
Per la vicepresidente è, inoltre, “significativo che la mostra si svolga a Prato con un chiaro tentativo di coinvolgere la comunità cinese e come occasione per creare un ulteriore terreno di confronto e altri strumenti di comprensione reciproca, fondati su una storia comune vecchia di secoli”. Mons. Carlo Stancari, vicario episcopale per la Pastorale nella diocesi di Prato, nel sottolineare l’attualità dell’iniziativa (“un prezioso servizio culturale che entra nella vita dei cittadini”) ha ricordato un particolare aspetto, storico, dei legame fra Prato e la Cina: nel passato della città che oggi ospita una così ampia comunità cinese, c’è stato un convento francescano in cui si preparavano missionari da inviare proprio nelle terre dell’attuale Cina.
“Riscopriamo così – ha aggiunto Stancari, riportando un pensiero del vescovo mons. Gastone Simoni e auspicando un coinvolgimento di studenti e associazionismo cinese in Prato – le nostre origini di apertura al mondo”. La lunga e intrigante storia di questa Bibbia (“l’unico reperto esistente dell’antica missione francescana in Cina”) è stata tratteggiata, per la Fondazione Scienze Religiose, da Riccardo Saccenti mentre Anna Rita Fantoni, della Biblioteca Laurenziana ha aggiunto parole sull’importanza della collezione di manoscritti (circa 11 mila) depositati in questo edificio fiorentino progettato da Michelangelo. «La Parola, la Via, i Secoli», è visitabile in un luogo di suggestiva bellezza: le Volte della cattedrale di Prato, che si trovano sotto la basilica del duomo.
L’ambiente fa parte di un più ampio percorso che si congiunge al Museo dell’Opera del Duomo, dove sono custodite alcune tra le più importanti opere d’arte pratesi. La mostra «La Parola, la Via, i Secoli» è in programma dal 4 al 16 settembre nelle «Volte» della Cattedrale. L’iniziativa è realizzata dalla Fondazione Scienze Religiose Giovanni XXIII, dalla Diocesi di Prato, dalla Regione Toscana e dalla Biblioteca Medicea Laurenziana. Ha il patrocinio di Comune e Provincia di Prato, è inserita all’interno dell’anno del dialogo interculturale Ue-Cina 2012 e vede la collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, Trenitalia, Lottomatica e Manutencoop.
Orari: da mercoledì a lunedì (tranne il martedì), 10-13, 15-18. Previste visite guidate gratuite il 6, 8, 11 e 16 settembre alle 17. Ingresso libero. Info: eventi@diocesiprato.it. www.diocesiprato.it, www.fscire.it