Per celebrare degnamente le cinquanta edizioni della più antica mostra antiquaria d’Italia la città di Cortona ed il suo grande museo MAEC hanno deciso di dare vita ad una esposizione assolutamente eccezionale ed unica, nella quale si mettono in relazione gli antichi artigiani etruschi con i moderni stilisti. Per la prima volta viene esplorato un mondo, quello della calzatura, che oggi rappresenta uno straordinario valore culturale e di costume ma che spesso nella storia antica è stato sottovalutato.
Oggi con la mostra “Gli Etruschi al passo con la moda” si rende omaggio ad un aspetto del genio etrusco che nell’antichità veniva esaltato dai romani e dai greci. Gli avi etruschi, infatti, erano considerati dei veri maestri nella realizzazione di calzature. La mostra ospitata nelle sale di Palazzo Casali, è realizzata grazie alla stretta collaborazione tra Cortonantiquaria, MAEC, Accademia Etrusca e Museo della Calzatura di Sant’Elpidio a mare nelle Marche, e rappresenta una vera e spettacolare novità sia per il mondo archeologico che per quello del costume e del design.
Partendo dalla suggestione di Polluce, retore e grammatico del II secolo d.C, che nella sua opera Onomasticon ricorda la notorietà delle scarpe etrusche, apprezzate nell’antichità in tutto il Mediterraneo, l’esposizione intende concentrarsi in un originale confronto tra due momenti fondamentali dell’eccellenza artistica toscana. Il primo ripercorre il significato che le calzature hanno rivestito nella società etrusca, connotando il rango dei personaggi, facendo moda (in particolare con i calcei repandi, cioè le scarpe con la punta all’insù), specializzandosi per i vari ambiti (militare, di rappresentanza, per la vita quotidiana o gli usi religiosi), stimolando l’allevamento dei bovini, la ricerca dell’allume per la concia delle pelli, incentivando il commercio e lo scambio di idee e di modelli tra i popoli del Mediterraneo (Latini, Greci, Fenici).
Il secondo ambito intende ripercorrere, a distanza di oltre duemila anni, un nuovo momento di apice nella produzione artistica toscana, esponendo modelli delle produzioni dei grandi design del novecento ispirati all’arte etrusca e antica in generale, con apparati documentari relativi alla realizzazione delle calzature. Ne consegue una straordinaria continuità dei significati arcani e dei rimandi sociali ed antropologici della scarpa, che in ogni società ha significato, notoriamente, una meravigliosa ossessione per chi le ha create e per chi le ha indossate. L’arte e l’artigianato antichi hanno da sempre ispirato generazioni di artisti, ma anche il mondo della moda e, in particolare, quello della calzatura che, oltre a rinnovarsi di continuo, ha ormai una storia tale da aver “provocato” la nascite di importanti musei. Basta andare a visitare i molti Musei della Calzatura come quello Cav.
Vincenzo Andolfi a Porto Sant’Elpidio per ammirare celebri scarpe, appartenute al mondo aristocratico e a quello dello spettacolo, che in molti casi fanno riferimento a suggestioni passate. Ma sono in particolare i modelli ispirati al mondo antico che la mostra in questione vuol celebrare: dai calzari ispirati al mondo egizio, elaborati sulla scorta della suggestione della tomba di tutankhamon, alle calzature ispirate a uno stile antico che si rifà ai miti classici, alla Grecia di dei e mortali o all’antica Roma con stivaletti che imitano i coturni greci o sandali legati alla moda romana.