Matteo Renzi, sindaco di Firenze, "Con l'assessore @caterinabiti a chiudere il masterplan che approveremo sabato sulle Cascine. Tecnicamente parlando: una figata #Firenze" questo il testo trasmesso via Twitter dal rottamatore amante dei social network in una calda giornata di agosto in cui si decidono le sorti del più grande parco di Firenze. Talmente vasto da congiungersi con altre realtà locali come Signa, dove al termine della pista pedo-ciclabile direzione Piagge San Donnino (costeggiando la tratta ferroviaria verso Empoli) si arriva al parco dei Renai, splendida operazione di recupero e realizzazione di uno spazio di intrattenimento su terreno ex paludoso. Un'area verde che se solo fosse attrezzata ed organizzata con un senso logico a lungo periodo, non avrebbe nulla da invidiare alle grandi aree verdi del nord europa.
Come mai guardando un parco verde del nord europa sospiriamo delusi dei nostri spazi? Forse perché ci rendiamo conto che avere qualcosa non significa anche saperla usare. Il parco delle Cascine, già riserva agricola dei Medici e poi luogo di ritrovo mondano per l'intera Firenze borghese e popolare, è stato fin dalle prime battute elettorali un pallino di Renzi. Il sindaco più volte ha affermato: "Sulle cascine mi gioco tutto. Se non riuscirò a recuperare il parco allora non mi presenterò neppure per esser rieletto". Terminati i lavori di riqualificazione lanciati dalla precedente Amministrazione a margine del collegamento tramviario della Linea Scandicci - Firenze (Fonte delle Boccacce, Fonte di Narciso, Grotta del Frate..) restano in ballo le attrezzature.
A partire dall'area in cui è compreso l'Anfiteatro, impropriamente detto poiché nasce come fossa di escavazione per la sabbia e non come struttura artistica, di innegabile utilità e fascino. I fiorentini ed i turisti hanno eletto il parco a contenitore sportivo per eccellenza. Alle Cascine si corre da mattina a sera. Fino a pochi mesi fa era il cuore pulsante dell'ippica tra gare e scommesse. Il martedì vi si svolge il consueto mercato settimanale, spostato negli ultimi anni proprio in virtù dei cantieri tramviari, non certo senza polemiche da parte degli operatori. Sempre in virtù dei cantieri fu dissotterrato il Porto Fluviale del Granducato che collegava Firenze con Pisa.
Il manufatto in riva d'Arno mantenutosi in ottimo stato è stato oggetto di smantellamento e catalogazione da parte della Soprintendenza con la promessa di una futura ricostruzione in loco. Cosa ne sarà del polmone verde del capoluogo toscano? L'operazione di restyling è in corso e Matteo Renzi la definisce tecnicamente "Una figata".