Monte dei Paschi di Siena dalle mille contraddizioni: da un lato esuberi del personale per 4.600 unità, licenziamento di 100 dirigenti ed esternalizzazione del back office, dall’altro «marcata» una contrazione degli impieghi bancari (ovvero i finanziamenti concessi alla clientela ordinaria); poi però c’è anche una situazione di redditività importante affermata dalla banca fino al 2010 e, nel bilancio 2011, «un utile al lordo delle tasse pari a circa 150 milioni di euro pur in presenza di maggiori rettifiche per deterioramento dei crediti ed attività finanziarie (+22%) con risultato operativo netto di 540 milioni di euro»; infine, c’è un piano industriale nel quale si ipotizza un possibile nuovo aumento di capitale di 1 miliardo di euro, con «ulteriore diminuzione della quota di azioni Mps in possesso della Fondazione (già ridottesi dal 58% al 33,5%) con ulteriori ricadute negative per l’economia locale e regionale.
E’ sul questo quadro farraginoso, talvolta contraddittorio che si appuntano le preoccupazioni del Pdl in Consiglio regionale. Proprio i Consiglieri pidiellini Claudio Marignani, Alberto Magnolfi (capogruppo) e Nicola Nascosti (Vicepresidente Commissione Sviluppo economico e componente della Commissione emergenze occupazionali) hanno presentato oggi un’interrogazione urgente alla giunta regionale affinché si esprima su quella che nel documento viene definita «situazione di così eccezionale portata».
La competenza regionale è definita dal fatto che «il Consiglio regionale – come ricordato nell’interrogazione – nomina un componente della Deputazione Generale della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, ad oggi azionista di riferimento della Banca Monte dei Paschi di Siena Spa». Oltre a ciò, si legge nell’atto, «la Regione Toscana e l’assessore competente hanno sempre dimostrato particolare attenzione rispetto alle tematiche occupazionali». E qui ce n’è ben donde. Sì perché se degli esuberi dichiarati dalla banca si è detto sopra, poi c’è tutto il tessuto economico di cui Mps si compone e che attorno ad esso ruota: «La Banca Monte dei Paschi di Siena SpA – scrivono Marignani, Magnolfi e Nascosti – è da sempre particolarmente legata al territorio e risulta essere la prima banca toscana con una quota di mercato di oltre il 20% e una capillare presenza con circa 500 filiali, oltre a rilevanti partecipazioni che si intrecciano con i gangli vitali dell’economia regionale (ad esempio il Monte dei Paschi è il principale azionista privato di FidiToscana)». La Regione, insomma, non può tacere.
E ora a interpellarla è il Pdl che vuol sapere «se ritiene che vi sia un “contrasto” fra le situazioni economiche di importante redditività dichiarate dalla banca negli anni sino al 2010 e l’impostazione condizionata da dati economici del nuovo piano industriale», «se condivide quanto già evidenziato da esponenti politici sulla stampa in merito agli esuberi ed alla contrazione degli impieghi» e, in generale, «quali iniziative la intende assumere, in coerenza con i propri indirizzi di governo e con la tradizionale attenzione riservata alle situazioni di gravi crisi aziendali, a fronte di una situazione di così eccezionale portata».