Sono scesi in piazza, seppur contati a causa dell'estate, i postini toscani. Si sono guardati attorno in piazza Strozzi nel cuore di Firenze "Possiamo sembrare pazzi a scioperare il 6 di agosto, ma la manovra è partita adesso e conta di risolversi per settembre, non possiamo permetterci di dormire" esclamano i presenti in piazza con pettorina gialla e fischietto. "Io sono da 25 anni in Poste Italiane - chiarisce un dipendente - e ci sono sempre stato. Mancano le nuove generazioni. Non capiscono nulla.
Sono loro che devono difendere il posto" piccoli screzi e delusioni da parte di una categoria che i postini stessi definiscono "abituata male. Non ci sappiamo fare con le proteste sindacali". Ristabilito l'ordine prende la parola Edoardo Todaro dei Cobas "Si tratta di un provvedimento che ricadrà sui cittadini. Se noi perdiamo il posto, l'utenza perde gli uffici che saranno accorpati: un esempio su tutti quello che accadrà attorno a Bagno a Ripoli dove resterà l'ufficio centrale e gli altri dovranno adeguarsi per raggiungerlo dai vari territori come San Polo.
Il caso eclatante è quello di Pisa dove da pochi anni si è investito per un nuovo centro di elaborazione che adesso verrà dismesso. Un bilancio in attivo, ma vogliono che sia ancora più in attivo e così parlano non di 'esuberi' ma di eccedenze ovvero unità che verranno destinate allo sportello. Si tratta di matematica, è facile capire come i posti di sportello saranno presto saturi e nel medio periodo inesistenti". Il corteo ha poi attraversato il Duomo per raggiungere la Prefettura in via Cavour. "perUnaltracittà è a fianco dei lavoratori delle Poste che oggi, 6 agosto, manifestano a Firenze per protestare contro i tagli che l'azienda Poste Italiane ha annunciato.
La chiusura di circa 1.200 uffici nei piccoli centri e la soppressione di 1.800 zone di recapito in 5 regioni tra cui la Toscana: questo significa 10.000 esuberi tra il personale e il taglio di servizi che proprio nei centri minori svolgono un essenziale ruolo di pubblica utilità." Lo dichiarano Ornella De Zordo e Adriana Alberici, consigliere della lista di cittadinanza perUnaltracittà in relazione allo sciopero indetto da Cobas Poste per il giorno 6 agosto. "Poste Italiane ha prodotto nel 2011 un utile di 846 milioni di euro e tuttavia vuole risparmiare su uffici e dipendenti creando disagi agli utenti e facendo perdere posti di lavoro: chi si vede chiudere l'ufficio postale di riferimento dovrà spostarsi per fare qualunque operazione dalla riscossione della pensione al pagamento delle bollette e saranno penalizzate proprio le fasce di utenza più anziana e più debole, mentre i portalettere si vedranno assegnate zone di competenza sempre più ampie con aggravio della mole di lavoro e inevitabili disservizi." commentano De Zordo e Alberici. "Queste decisioni, che colpiscono pesantemente anche la nostra regione anche con la chiusura del centro meccanizzato di Pisa e la perdita di 130 posti di lavoro, è la conseguenza diretta di un sistema generale che sta abolendo il concetto stesso di servizio pubblico e converte ogni funzione sociale in possibile fonte di profitto: è a questa tendenza che dobbiamo opporci sostenendo chi la contrasta come stanno facendo i Cobas Poste", concludono le consigliere di perUnaltracittà.