Il presidente della Toscana Enrico Rossi scriverà al ministro Passera per chiedere un incontro sugli uffici postali che rischiano di chiudere da qui alla fine dell’anno: da 120 a 174 in tutta la Toscana. Un secondo incontro, dopo quello con il ministro, sarà chiesto all’amministratore delegato di Poste. Degli uffici postali a rischio chiusura Rossi ha parlato oggi con alcuni parlamentari del Pd toscano, che gli avevano chiesto al riguardo un incontro. E insieme è stato deciso di chiedere un incontro a ministro e Poste.
Due le questioni sul piatto: la prima riguarda il mantenimento sul territorio di un servizio essenziale, come quello postale, per cui sarà chiesto un impegno al ministro. “La scelta di chiudere o aprire uno sportello non può essere affidata solo a considerazioni economiche”, ribadisce Rossi. La seconda questione riguarda la disponibilità a ricercare insieme soluzioni alternative, disponibilità che viene chiesta naturalmente anche a Poste. “Regione e territorio sono disponibili a mettere in campo proposte per rendere più produttivi questi uffici, offrendo una giustificazione, oltre che sociale, anche economica al mantenimento in funzione degli sportelli – dice ancora Rossi – Ma occorre che Poste sia disponibile alla discussione”. Gli uffici periferici a rischio chiusura entro la fine dell’anno sono per lo più concentrati in montagna o in piccole frazioni e chiudere un ufficio in montagna o in piccoli paesi sperduti può avere un forte impatto sociale sulla popolazione, spesso magari anziana e più in difficoltà a spostarsi. Le possibili vie da intraprendere sono varie e potranno essere diverse da realtà a realtà, percorse in parte anche in passato.
Il Comune può firmare un accordo con Poste per far sì che lo sportello svolga altre funzioni su convenzione, come una sorta di sportello comunale decentrato. A Poste potrebbero altrimenti essere offerti locali in uso gratuito. Il tutto per abbattere i costi di gestione o rendere l’apertura economicamente sostenibile.