“La recente analisi della nostra federazione nazionale conferma quanto già rilevato nei mesi scorsi. La tassa di soggiorno è una selva di regole e tariffe e quello della Toscana è un triste primato: 82 comuni la applicano, ciascuno con il suo regolamento. Federalberghi Toscana ribadisce la propria contrarietà all’applicazione di quest’imposta, perché mina la competitività del sistema turistico regionale e perché non grava uniformemente su tutte le imprese che praticano attività ricettiva, ma solo sulle strutture regolamentate”. Così Paolo Corchia, Presidente di Federalberghi Toscana, commenta i risultati di un approfondito studio compiuto sul territorio italiano dalla Federazione nazionale degli albergatori. “Dall’avvio della stagione estiva ad oggi – prosegue Corchia – il problema della mancanza di uniformità applicativa da comune a comune ha mostrato tutti i suoi limiti, penalizzando gli albergatori ma soprattutto i turisti che, spostandosi di pochi chilometri, trovano condizioni di pagamento dell’imposta assolutamente difformi fra loro e questo non giova a nessuno”. Alcuni esempi della bizzarra casistica. Partiamo dall’esenzione per i minori.
Per una famiglia con figli piccoli che volesse visitare Firenze o Siena l’esenzione arriva fino a 12 anni, mentre a Fiesole scende ad 8; ma se la stessa famiglia volesse soggiornare in una località termale a Montecatini per esempio l’esenzione vale fino a 10 anni mentre a Chianciano fino a 13 anni. Per non parlare delle località marine con Viareggio che esenta fino a 18 anni, Scarlino fino a 16, Rosignano fino a 14, Pietrasanta e Piombino fino a 12. Non meno problematica è la tariffazione, soprattutto se confrontata con quanto accade all’estero Per fare un esempio di alberghi a 4 stelle, a Firenze l’albergo dovrà chiedere al cliente 4 Euro mentre a Barcellona solo 1 Euro.
In Francia, infine, l’importo massimo della taxe de séjour è di 1,50 Euro per notte e per persona, va però ricordato che oltralpe l’IVA sugli alberghi è pari al 7%, contro il 10% in Italia. Ma il caso toscano,al suo interno, si mostra ancora più variegato. Un tour operator internazionale alle prese con la quotazione dei pacchetti di viaggio dovrà ricordarsi che, se i suoi clienti dormono a Cortona, pagheranno da 1 a 3 euro in più per notte come tassa di soggiorno, a seconda delle categorie degli hotel prescelti, ma solo per le prime quattro notti; a Firenze da 1 a 5 ma per le prime dieci notti a seconda della tipologia di struttura ricettiva, a Pisa da 1 a 2 euro a seconda della classificazione della struttura ricettiva fino ad un massimo di tre notti in bassa stagione e di cinque in quella alta. “Il problema fondamentale – precisa il presidente di Federalberghi Toscana – è l’urgenza di un confronto strettamente operativo fra rappresentanze delle imprese alberghiere e istituzioni regionali e locali, perché le norme nazionali lasciano discrezionalità alle singole amministrazioni locali ed è chiaro che ciò alza il rischio che la tassa di soggiorno possa essere definita in maniera direttamente proporzionale alla sofferenza dei bilanci comunali.
Sotto questo profilo, le linee guida proposte dalla Federalberghi nazionale possono essere un valido punto di partenza, soprattutto per una maggior chiarezza circa la destinazione degli introiti che vorremmo venissero destinati a misure di sostegno per la riqualificazione delle strutture ricettive ed alla promozione del territorio”. “L’auspicio degli albergatori – conclude Corchia - è che l’atteggiamento delle istituzioni rispetto all’imposta di soggiorno sia più imprenditoriale che esattoriale, che si tengano cioè nel debito conto il peso e il valore che le imprese alberghiere hanno nel quadro economico di una realtà come quella della Toscana”.