"I nostri timori, espressi appena pochi giorni fa, trovano oggi una conferma. Poste italiane spa sta mettendo in atto un piano di ridimensionamento degli sportelli al pubblico ancora più consistente di quello da noi denunciato. Gli uffici postali che rischiano la chiusura sono 1156 in tutta Italia, ben 174 in Toscana, la regione più falcidiata". E' con queste parole che Oreste Giurlani, presidente di UNCEM Toscana (Unione Nazionale Comuni Enti Montani), commenta la notizia del piano di Poste Italiane spa. Una previsione che l'ad di Poste, Massimo Sarmi, al momento ridimensiona, parlando solo di una lista di sportelli "sotto i parametri di economicità".
Lo stesso Sarmi afferma che per evitare di tagliare tutti questi uffici Poste sta raggiungendo "accordi con gli enti locali per trasformarli in centri multiservizi". Insomma gli uffici devono "riciclarsi". "Ma è proprio quello che andiamo dicendo da mesi a mesi ad ogni livello – spiega ancora Giurlani – Purtroppo in tutti i nostri incontri con Poste, a livello regionale, non abbiamo mai riscontrato un vero interesse a trovare intese e sinergie con gli enti locali. Ci è sempre stato detto che le chiusure erano inevitabili.
Punto e basta. Adesso l'ad di Poste dice di aprire al cittadino una serie di servizi a pagamento come il rilascio di certificati anagrafici o il pagamento del ticket sanitario. Se per sopravvivere un ufficio postale deve reinventarsi a noi va benissimo e come Comuni montani faremo la nostra parte – conclude Giurlani -, l'importante è non togliere questo servizio essenziale ai cittadini, specialmente nelle località più piccole e decentrate". L’On. Realacci presenta un’interrogazione parlamentare “Eravamo stati sin troppo ottimisti denunciando, lo scorso venerdì, l’elenco degli uffici postali a rischio chiusura in Toscana.
In realtà la lista ufficiale dei presidi passibili di chiusura entro il 2012 proveniente da Poste italiane è ben più ampia: si tratta di 1.156 uffici postali in tutto il paese di cui 174 solo in Toscana. Inaccettabile che si proceda a un così duro piano di tagli senza la concertazione tra Poste italiane Spa e le istituzioni locali coinvolte. Un conto infatti è una giusta razionalizzazione, altra cosa è tagliare drasticamente un servizio importante per il territorio ed essenziale per i cittadini, anche per sostenere il mantenimento delle comunità e di molte attività economiche a partire dal turismo. Proprio per denunciare tale situazione, che penalizza la regione Toscana, su sollecitazione di UNCEM Toscana ho presentato insieme ai deputati Mariani, Cenni, Albini; Lulli, Ventura, Mattesini, Gatti, Rigoni; Sani, Fontanelli e Velo un’interrogazione parlamentare per chiedere l’intervento del Ministro dello Sviluppo Economico affinché – anche attraverso la promozione di una concertazione tra Poste Italiane Spa ed Enti locali – sia garantita l'effettiva erogazione di un servizio pubblico di qualità nel rispetto del contratto di servizio postale universale”, è quanto afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd e parlamentare toscano, commentando il piano di chiusura e razionalizzazione presentato da Poste italiane ad Agcom.