Dopo che l'Assessore Mattei ha risposto all'interrogazione sul Piano di protezione civile del Comune di Firenze, formulata da Alberto Locchi, assieme agli altri componenti la Lista Galli, nel mese di giugno arrivano anche le considerazione dello stesso Locchi. " Che dire, molto dettagliata, ma che si è limitata all'aspetto didattico senza entrare nel particolare e nel pratico, cosa che a me interessava particolarmente considerando che quando si parla di emergenze, di calamità, solo con l'esperienza, e con i fatti, si può pensare di fare un buon lavoro e più che altro una buona prevenzione.
In un momento come questo in cui la natura pare si stia ribellando a decenni di "insulti" perpetrati dall'uomo, concentrando in tutto il mondo terremoti, eruzioni, alluvioni e siccità, ho ritenuto di porre questa domanda per avere la sicurezza che la nostra città fosse preparata nella malaugurata ipotesi di un evento che la interessasse. Tutto sommato deludenti le risposte perché, appunto, se da un punto di vista teorico e burocratico molto pare essere pianificato, basta scavare un po’ nei documenti per accorgersi che siamo in alto mare.
A partire dal "Piano comunale di Emergenza" che in effetti esiste ma che è aggiornato al 2007 e quindi assolutamente obsoleto se si pensa di quanto possano cambiare le dinamiche e la struttura di una città in 5 anni... e che dire del fatto che proprio entrando nello specifico il rischio esondazione del "reticolo idrico minore" è ancora in "elaborazione"? E poi se è vero che i dipendenti della Protezione civile sono sempre in turno e pronti ad intervenire, perché non mi è stato comunicato con quante unità interverrebbero e quali e quanti sarebbero nelle ore seguenti all'evento le persone precettabili e se, in tal senso, si è tenuto conto della localizzazione delle loro abitazioni ed i tempi di intervento degli stessi? Inoltre, perché non sono previsti, nel Piano di emergenza ,campeggi e alberghi dove ricoverare alcune categorie di persone in difficoltà? Ma più che altro se è vero che esistono19 "aree attrezzate segnalate ai cittadini per accoglierli allo scoperto in caso di emergenza" e 21 "edifici segnalati ai cittadini per accoglierli al coperto" perché sovrapponendo questi luoghi alla piantina presente sul sito della protezione civile dove viene colorato in azzurro il rischio esondazione, ben 13 di questi punti raccolta (Scuola Pilati lungarno Aldo Moro, Scuola Don Milani Via Digny, Palestra Scuola Vamba via Giardino della Bizzarria, Palestra Scuola Manzoni via Sgambati, Scuola elementare S.Maria a Coverciano via Salvi Cristiani, Scuola Colombo via Corelli, Scuola Bergellini via di Novoli, piazza dell’Isolotto, piazza SS.Annunziata, giardino di via dei Bassi, piazza Pier Vettori, piazza Tasso, giardini di via Sardegna) cadono proprio all'interno della zona a rischio? Ma con che criterio sono stati individuati questi luoghi considerando che proprio l'esondazione è il rischio più alto di Firenze? Inoltre, e carenza più importante, considerando che l'attore principale, in caso di emergenza, è proprio la cittadinanza che verosimilmente sarebbe presa da paura e sconforto in caso di calamità...ma chi l'ha avvertita dove sono i punti di raccolta e di ricovero, chi ha comunicato i punti base di comportamento (tipo in caso di esondazione non andare a prendere l'auto in garage rischio affogamento o in caso di terremoto non uscire subito di casa per il rischio di caduta tegole)? Chiederò quanto prima, con una mozione, che venga effettuata una campagna informativa tramite opuscoli ben chiari e dettagliati comprensibili anche dagli anziani sulle norme e procedure da seguire in caso di calamità. Francamente da una Giunta e da un Sindaco così innovativi e moderni mi sarei aspettato di non coglierli in fallo su di un argomento così delicato che dovrebbe essere alla base dell'equilibrio della nostra città.
Per la tranquillità e la sicurezza di tutti noi fiorentini che, allo stato attuale, saremmo lasciati a noi stessi perché se certo le Associazioni di volontariato, sempre pronte ad accorrere nel fango e nella polvere darebbero il loro innegabile contributo, è pur vero che non è giusto fare ricadere su di loro tutto l'onere della macchina dei soccorsi”.