Toscana, regione rossa, tradizioni consolidate. Pier Luigi Bersani è la politica, ma il 'rottamatore', al secolo Matteo Renzi, è riuscito ad insinuare il dubbio nel tempio della sinistra: "e se non fosse tutto come ce lo hanno sempre raccontato?" Si scrive 'sinistra' ma i contorni sono sfumati, non è solo colpa della crisi e dei pennarelli sbiaditi che nessuno ricompra, è più uno stato d'animo che pervade gli animi dell'Italia per una sfida, la più seguita ed attesa, che vede Renzi partire da Firenze per scardinare comune dopo comune con una nuova idea di politica, di gestione della cosa pubblica, un nuovo assetto per il Partito Democratico.
Potrebbe aver trovato la chiave giusta il primo cittadino del capoluogo toscano, la giusta dose di sensazionalismo, l'uso mirato dei nuovi media, il rapporto diretto con la piazza attraverso i Social Network, politichese quanto basta. "I veri tecnici siamo noi" ha ribadito il sindaco di Firenze ai suoi riuniti nel Palazzo dei Congressi per il terzo Big Bang, stavolta sottotitolato "Obiettivo comune" dove ha raccolto le esperienze degli amministratori locali di tutta la penisola.
Ed in tutta la penisola si è fatto vedere ed ha fatto la sua parte: con la presentazione dei suoi libri, certo, ma anche come fedele gregario per lanciare la volata a chi adesso porta la fascia tricolore. "Noi, noi, noi" ma per candidarsi servono un nome ed un cognome. La politica non è brutta, ma è vecchia, logora, stantia.. serve uno "Stil Novo". Un'opera certosina e lodevole con un dispendio di energie non indifferente, che ha portato Matteo Renzi a sostenere le altrui campagne elettorali.
Non è un caso che nei discorsi ascoltati al Palacongressi, tra le frasi più gettonate ci sia stata questa: "Grazie Matteo perché sei venuto a tirarmi la volata". Sono tanti i circoli nati in Toscana per sostenere Renzi, le aree di Lucca e Viareggio in testa, con sindaci, assessori e consiglieri comunali pronti a far convergere voti e preferenze, presi non solo all'interno del PD, ma anche dal PD e dallo stesso successivamente fuoriusciti. Riconoscenza dunque da parte degli amministratori locali, che si liberano dai legacci del partito, ma anche stima e desiderio di credere ancora nella politica, quella delle idee e dei problemi pratici, quella che Renzi dice "Deve scrollarsi dall'idea che con uno schiocco di dita tutto possa risolversi".
Concreto. Anche se tra i suoi primi antagonisti ci sarebbero numerosi concittadini fiorentini che la concretezza possono toccarla con mano. Su questo fronte però, la matrice potrebbe essere storica: Dante, la famiglia Medici e tante personalità passate per Firenze sono state in egual modo osannate ed allontanate, salvo poi ricevere un malinconico richiamo ai bei tempi andati. Il presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, ha detto durante la sua recente visita a Firenze: "Renzi deve essere apprezzato soprattutto dai suoi concittadini, ma vedo che è così, visto che l'hanno votato".
Un amministratore si valuta al termine del mandato, all'inizio è pur sempre una scommessa. La sfida di Renzi arriva dunque in un momento in cui i suoi concittadini possono trovarsi ben più consci di quali siano le potenzialità del giovane amministratore. L'Italia chiamerà dunque Firenze e chiederà le referenze? Vedremo. Contrapposto al 'nuovo che avanza' c'è poi quanto 'avanzato dal vecchio', ovvero un sistema professionale, ben radicato, con l'esperienza dettata non certo dal caso ma dalla perseveranza.
Dall'altra parte c'è Pier Luigi Bersani, che raccoglie molti consensi anche tra i giovani del PD, che non sarebbero dunque migrati in massa verso la meglio gioventù del 2012. A sostenere la politica bersaniana ad esempio vi è un giovane dirigente toscano come Patrizio Mecacci, che non lesina stoccate a Renzi, che ricopre il ruolo di segretario del Partito Democratico Metropolitano, che sulla propria bacheca Facebook sventaglia un ammiccante Gratta e Vinci legato alla Festa PD di Campi Bisenzio. Non si può dimenticare che a sinistra del centro-sinistra, piace alle nuove generazioni anche Nichi Vendola, perché nel coraggio delle idee molti ritrovano uno spirito perduto di contrapposizione al sistema che non chiude la porta alle possibilità e che apre a scenari esplorativi.
La strada verso le Primarie sarà impervia un po' per tutti, per nessuno sembra, ad oggi, valere il motto "Ti piace vincere facile?". Ci sono da creare nuovamente i gruppi, da far emergere le singole individualità, alcune delle quali ancora nascoste. Possiamo forse credere che in un momento così privo di certezze, non vi siano dietro le quinte personaggi pronti ad entrare in scena? L'effetto Giuseppe Grillo detto Beppe è una reale alternativa oppure è semplicemente stato la sola alternativa presente e possibile nel momento in cui si è votato per le Amministrative? E non è forse alternativo, credere ancora nel passato mentre tutti i paesi del mondo chiedono risposte sul futuro? In fin dei conti per guardare lontano c'è chi si è seduto sulle spalle dei giganti..
meditare. Infine la strada che incontriamo vede anche Primarie richieste dai pidiellini nella misura in cui la figura di Silvio Berlusconi dovesse farsi ulteriormente da parte. In Toscana l'incipit è stato del consigliere Paolo Marcheschi (emblematico e curioso il suo libro, "A Berlusconi ho detto No. Oddio!") e si stanno unendo altre voci al coro. Un piccolo accenno di ritorno come Ministro dell'Economia in un Governo guidato da Angelino Alfano ed ecco che la piazza è tornata a rumoreggiare. Ci aspetta un autunno più caldo dell'estate, e molti indizi sembrano dirci che non sarà solo questione di grattare bene, ma occorrerà stavolta più che mai, prestare attenzione alle parole e ai programmi che potrebbero divergere tra loro per aspetti minimali eppure significativi. AL