Domani la presentazione della gara unica e le variazioni nel sistema trasportistico toscano. A tenere banco è la privatizzazione dell'azienda fiorentina. Andrea Calò e Lorenzo Verdi (Rifondazione comunista) chiedono alla Provincia di pretendere il rispetto delle clausole sociali: "Fermiamo la vendita di Ataf ai privati". Per il gruppo provinciale di Rifondazione comunista si tratta di "un pastrocchio di gara tra ricorsi e sospensive. Un atto inadeguato e poco chiaro, in cui sono rimasti esclusi i diritti dei lavoratori".
Dunque, secondo i consiglieri provinciali Andrea Calò e Lorenzo Verdi, "non una dimenticanza ma la cinica volontà di abbassare i costi dei trasporti usando a ribasso diritti e salari. La Provincia pretenda il rispetto della LR42/98 nelle sue clausole sociali". Presentata in Provincia una domanda d'attualità. Di seguito il testo. "La gara di vendita di Ataf scade l’8 giugno prossimo. Per quella data, Ratp ( francesi che gestiscono già la linea 1 della tramvia), Busitalia (l’ex Sita ora delle Ferrovie) e la bresciana Sia di proprietà dei tedeschi di Arriva, devono presentare le loro offerte.
Ma ciò che è più grave è la mancanza di garanzie e clausole sociali in rispetto della legge 42/98 della Regione. La gara Ataf rischia di fermarsi prima ancora di partire. Ai due ricorsi al Tar sulla gara di vendita di Ataf si aggiunge adesso la diffida spedita all’azienda da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Faisa, Ugl Uil che prevede la riassunzione a identiche condizioni di tutti i dipendenti e che Ataf e che questa non ha inserito nel bando. Certo non una dimenticanza ma la cinica volontà di abbassare i costi dei trasporti usando a ribasso diritti e salari". Le Organizzazioni Sindacali dichiarano: “Ci troviamo costretti a procedere con la diffida per la totale mancanza di volontà da parte aziendale di voler addivenire ad un' accordo tra le parti che garantisse i lavoratori in questa operazione che abbiamo sempre ritenuto sbagliata nei modi e nei tempi”. Rifondazione comunista ritiene "grave e irresponsabile il comportamento dell’azienda Ataf e dell’azionista di maggioranza Comune di Firenze che nella volontà di privatizzare rischia di alzare il livello dello scontro mettendo a repentaglio il diritto alla mobilità dei cittadini e mettere sul lastrico le famiglie dei lavoratori coinvolti.
Anche le Ferrovie il 5 aprile scorso per bocca de l’ad Mauro Moretti, si era scagliato contro l’azienda trasporti fiorentina per motivi ovviamente diversi dai nostri. Il ricorso di Ferrovie comunque è partito e chiede un giudizio di merito che peserà su eventuali altri vincitori per mesi o anni, per il tempo che il Tar farà attendere il proprio giudizio. Poi, a sorpresa, è arrivato anche il ricorso di Arriva. E anche questo può provocare il fermo immediato, perché chiede la sospensiva della gara.
In tutto questo pastrocchio, un bando di gara inadeguato e poco chiaro, sono rimasti esclusi i diritti dei lavoratori di conseguenza, giustamente, si aggiunge la diffida da parte sindacale. Da parte nostra vogliamo sottolineare il comportamento arrogante dell’azienda e proprietario di un bene che continuiamo a definire pubblico come il trasporto". "Chiediamo al Presidente della Provincia e all’Assessore competente se la Provincia è stata coinvolta nelle attuali controversie, che a hanno portato alla diffida, dalle organizzazioni sindacali.
Quale è l’orientamento e la posizione della Provincia in questa vicenda e se non ritiene di attivare procedure di raffreddamento della vertenza sindacale affinché siano rispettati i diritti dei lavoratori nel rispetto delle regole, a garanzia degli stessi e del servizio di trasporto pubblico locale" concludono i consiglieri. Per non farsi mancare niente è arrivata anche la 'segnalazione anonima' che i Cobas hanno consegnato alle autorità preposte e che così presentano in un volantino ad hoc: "Lo scorso 1°giugno 2012, abbiamo consegnato alla Procura della Repubblica, un plico contenente documenti anonimi, recapitati all'interno di una busta spedita tramite posta prioritaria, alla nostra sede di Firenze in via Ragazzi del 99.
Tali documenti riguardano notizie dettagliate e circostanziate sulle modalità di rendicontazione del bilancio 2010 e 2011 della società Ataf s.p.a. ed in particolare su crediti per titoli di viaggio, crediti per sanzioni non riscosse, aliquote di ammortamento e risconti dei contributi in merito ai finanziamenti pubblici degli autobus, ecc. ecc. che secondo lo/gli estensore/i del documento sarebbero stati modificati artificiosamente per rendere la società Ataf s.p.a. più appetibile sul mercato in previsione di una futura vendita. Anche stavolta crediamo fortemente che per far chiarezza al più presto circa la vendita del ramo di Ataf s.p.a., sia necessario l'intervento degli organi preposti in quanto, la nostra organizzazione sindacale non ha la capacità “miracolosa” dell'advisor a cui si è affidata Ataf s.p.a.
per inventariare in pochi giorni tutto il patrimonio, analizzare i bilanci aziendali e determinare il valore della più grande azienda di trasporto della Toscana. Ovviamente, in merito al sopraccitato plico, siamo costretti ad esimerci dal commentare i contenuti in quanto potrebbero contenere elementi di reato che non è nostra competenza giudicare. Non saranno inoltre sfuggite al Procuratore, le esternazioni a mezzo stampa dell'A.D. di Trenitalia (società anch'essa partecipante alla gara per l'acquisto del ramo di Ataf s.p.a.) in merito a presunte irregolarità nella formazione del bando di gara per la vendita che viene addirittura definita ”...pazzesca”.
Non sappiamo infatti, a cosa si riferisse nell'affermare “...tra una settimana ci divertiremo” (Repubblica 6/4/2012). Certo è che non vorremmo essere nei panni del Collegio dei Sindaci Revisori dei conti, chiamati a verificare non solo numeri o criteri nuovi di formazione dei bilanci ma anche a garantire moralmente che il patrimonio pubblico non venga svenduto al privato, come potrebbe accadere ad esempio se i finanziamenti per milioni di euro ricevuti da Ataf s.p.a. per l'acquisto di bus nuovi, che regione e provincia hanno erogato grazie ai contributi dei cittadini, finissero in una società oppure in un'altra. Non passeranno notti tranquille neanche i sindaci dei comuni proprietari di Ataf s.p.a.
che con noncuranza hanno lasciato gestire tutta la vicenda dell'azienda fiorentina ad un sindaco che si ispira ai metodi del Machiavelli. Porranno maggior attenzione stavolta i primi cittadini, ad approvare il bilancio di una società di cui anch'essi sono proprietari? O penseranno che l'essere in minoranza li autorizzi a chiudere gli occhi ordinando l'approvazione delle fasi attuative della cessione del ramo d'azienda in barba alle norme che regolano gli appalti pubblici e al finanziamento per l'acquisto di nuovi autobus? Come potranno accettare che alla fine di questa ennesima forzatura per la vendita di Ataf, si ritrovino a pagare maggiormente il costo del servizio?" conclude il volantino. "Ma quale Corvo! E' solo un pasticcio di falsità, calunnie, errori elementari e strafalcioni giuridici, un rimpasto di chiacchiere da bar".
Così il presidente di Ataf, Filippo Bonaccorsi, commenta le notizie relative al cosiddetto "Corvo" che nelle scorse settimane inviato ai Cobas un plico anonimo. "I bilanci di Ataf sono ovviamente in ordine, vistati dal collegio sindacale, certificati da una società di revisione e mandati a tutti gli uffici dei Comuni soci", conclude Bonaccorsi.